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Stop ai prelievi di contanti oltre i 1.000 euro

Pubblicato il 26/11/2016

Aggiornato il 25/07/2019

Stop ai prelievi di contanti oltre i 1.000 euro

Dopo la rottamazione delle cartelle Equitalia in vigore dallo scorso ottobre, che ha introdotto la sanatoria delle cartelle con un risparmio significativo per i contribuenti in merito alle sanzioni e agli interessi di mora, è in attesa di approvazione dal Parlamento il decreto fiscale numero 193 del 2016 che adotta un’ulteriore misura per fronteggiare l’evasione fiscale: la soglia massima di contante che può essere prelevato allo sportello bancomat o dal proprio conto corrente. La norma stabilisce il limite nella somma di 1.000 euro cash in un giorno o 5.000 euro in un mese: chiunque lo superasse potrebbe incorrere in controlli fiscali molto rigidi, e se non riuscirà a giustificare l’impiego legale delle somme prelevate, rischierà pesanti sanzioni.

L’Agenzia delle Entrate eserciterà i suoi controlli incrociati e nei confronti di chi supererà i nuovi limiti potrebbe applicare una sanzione calcolando il prelievo eccedente come reddito imponibile nascosto, da sottoporre a tassazione.

In realtà un modo per non incorrere nelle sanzioni fiscali imposte dall’erario c’è, ed è quello di dimostrare come sono stati utilizzati i soldi, quindi il motivo del prelievo eccedente il limite consentito. Una buona norma sarà quella di conservare ogni scontrino, fattura o ricevuta che attesti le spese corrispondenti ai prelievi di denaro, se questi dovessero appunto riguardare una somma importante. In attesa che il provvedimento diventi legge, ci si dovrà abituare a una documentazione delle spese e alla tenuta di archivio dei giustificativi, l’unico modo possibile per arrivare preparati ad affrontare la nuova norma.

Una discriminante importante al prelievo di cash oltre la soglia consentita sarà la competenza della prova. In caso di prelievo eccedente i limiti stabiliti dalla legge, sarà esclusivamente il contribuente a dover dimostrare l’uso lecito di quelle somme e la buona fede, mentre la stessa prova non riguarderà il fisco.

Ma non è questa la sola discriminante ad accompagnare la nuova norma, perché ne esiste una ulteriore riguardante i soggetti coinvolti. All’osservazione della disposizione di legge saranno tenuti infatti indistintamente privati cittadini, commercianti e imprenditori, ma non i professionisti, che godono dell’approvazione di una sentenza – la numero 228 del 2014 – che li tutela dall’eventuale sanzione che trasforma i prelievi eccedenti in reddito illegale soggetto a imposta e sanzione. 

L’intento della nuova norma è evidentemente di ridurre sempre più l’uso del contante (che continua a regnare sovrano, nonostante stiano aumentando i pagamenti con carta), unico modo per contrastare il nero e l’evasione, incentivando il pagamento elettronico anche per importi molto ridotti. Nicola Cicala, economista di Adnkronos, commenta così la necessità: “in prospettiva sarebbe una pratica conveniente per le banche, per lo Stato e anche per gli esercenti, qualora il costo a loro carico della transazione fosse ridotto. Alle banche converrebbe perché aumentando i volumi dei pagamenti elettronici aumenterebbero i loro guadagni, riducendo i costi della gestione del contante. Quanto allo Stato si assicurerebbe maggiore trasparenza dei pagamenti”.

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A cura di: Paola Campanelli

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