Cos’è il pignoramento del conto corrente e come difendersi?
Come e quando avviene il pignoramento del conto corrente. Come funziona e quali regole disciplinano il blocco del conto bancario per un debito non pagato a un creditore. Scopri quali sono i limiti e qual è la procedura. Tutto ciò che occorre sapere su questa espropriazione forzata e come difendersi.
Quando una banca può pignorare il conto corrente di un debitore? Quali sono i meccanismi e qual è la procedura che porta al blocco del conto? Ci sono dei limiti di legge che la banca deve rispettare per salvaguardare il saldo? Di seguito, scopri tutto ciò che occorre sapere sul pignoramento del conto corrente e anche come difendersi ed evitarlo.
Cos’è il pignoramento del conto corrente e come funziona?
Il pignoramento è l’atto giuridico con il quale ha inizio l’espropriazione forzata. È l’ingiunzione che l’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da ogni atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni a esso assoggettati e i frutti di essi. È disciplinato dal Libro III del Codice di procedura civile (articoli dal 491 al 497).
In sintesi, il pignoramento è un vincolo giuridico che concerne il valore di scambio di beni, ma non la loro fruizione. Proprio per questo motivo, il debitore può continuare a disporre materialmente dei beni sottoposti a pignoramento, ma non può effettuare azioni che ne comportino sottrazione, distruzione o deterioramento degli stessi.
Nella fattispecie, il pignoramento del conto corrente è una procedura ordinaria messa in atto allo scopo di recuperare un credito. L’iter del pignoramento del conto corrente prevede una serie di passaggi obbligati e regolati dalla normativa vigente, comprendente anche l’autorizzazione di un Tribunale.
L’atto di pignoramento del conto corrente si compone di due parti:
- la citazione del debitore a comparire;
- la dichiarazione di pignoramento e l’intimazione al debitore e a terzi di non disporre delle somme pignorate prima dell’ordine del giudice dell’esecuzione.
La procedura del pignoramento del conto corrente intestato al debitore scatta dopo un iter giudiziario avviato dal creditore, tramite l’invio di una notifica spedita al correntista debitore, la quale contiene:
- titolo esecutivo (notificato dal creditore);
- atto di precetto (notificato dal creditore);
- atto di pignoramento (notificato dall’ufficiale giudiziario).
Quando l’ufficiale giudiziario trasmette un atto di pignoramento del conto corrente, la banca è obbligata a bloccare dal conto corrente del debitore la somma di denaro necessaria per l’estinzione del debito, rispettando i limiti di legge. Nel caso di un conto corrente cointestato, il pignoramento si applica solo sulla metà del saldo.
Da quando scatta il pignoramento del conto corrente sottoposto a tale provvedimento, non sarà possibile prelevare il denaro depositato. E il blocco del conto rimarrà in vigore finché il debitore non sarà riuscito a saldare il proprio debito.
C’è però da osservare che, nel caso in cui invece il debito sia nei confronti del Fisco, allora l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno dell’ok di un giudice per procedere al pignoramento del conto corrente di un debitore, oppure del prelievo di un quinto di stipendio o pensione, per sanare i debiti contratti con l’Erario. E può procedere in tal senso già dopo la mancata risposta alla prima intimazione di pagamento (o avviso di accertamento).
Chi può pignorare il conto corrente bancario?
Qualsiasi creditore può presentare istanza di pignoramento. Poi è l’ufficiale giudiziario che esegue materialmente il pignoramento, esibendo l’atto di pignoramento al debitore insieme al precetto notificato in precedenza dal creditore e al titolo esecutivo anch’esso notificato dal creditore. Per esempio, la sentenza di un giudice, oppure un assegno o una cambiale.
Limiti del pignoramento del conto
Il conto corrente bancario o postale può essere pignorato nella sua interezza soltanto per la parte di denaro eccedente il triplo dell’assegno sociale, pari a 1.603,26 euro. Occorre tenere presente che l’assegno sociale è sottoposto a rivalutazione annuale sulla base dell’andamento dell’inflazione.
Da quale somma scatta il pignoramento del conto?
Il pignoramento del conto corrente bancario o postale riguarda la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale.
Per esempio, se un debitore ha un saldo del conto corrente di 3.000 euro, solo 1.395,77 euro non possono essere pignorati.
Quanto tempo dura il pignoramento del conto corrente?
Il pignoramento termina quando il debitore estingue l’intero debito, ma ha validità per massimo 45 giorni, senza richieste di assegnazione o vendita.
Come evitare il pignoramento del conto corrente?
Per evitare il pignoramento del conto corrente, il debitore può proporre un procedimento stragiudiziale (cioè una trattativa) con il creditore, per un pagamento dilazionato del debito o proponendo "saldo e stralcio", un pagamento immediato per una somma minore.
Seconda opzione: ricevuta la notifica del pignoramento del conto corrente, il debitore può presentare al Tribunale istanza di conversione. In questo caso, il debitore chiede di sostituire i beni pignorati con una somma di denaro pari all’importo dovuto al creditore, con eventuali interessi e spese legali. E il debitore, se vuole beneficiare di questa procedura, deve depositare 1/6 dell’importo del credito dovuto prima della data dell’udienza e poi potrà chiedere al giudice il pagamento rateale della somma rimanente fino a un massimo di 48 rate.
Nuova legge pignoramento del conto corrente: breve storia recente
Detto che, l’Agenzia delle Entrate può a oggi procedere con la verifica dell’esistenza di conti correnti intestati al debitore, ma senza arrivare a conoscere la disponibilità di denaro o l’entità delle giacenze, il Governo voleva introdurre il cosiddetto "prelievo forzoso", ossia una nuova legge sul pignoramento del conto corrente. L’esecutivo Meloni aveva proposto un decreto legge collegato alla legge di Bilancio 2024 che accelerava l’incasso del credito su tasse e tributi, perché autorizzava il Fisco ad accedere in maniera telematica e veloce ai conti correnti dei debitori. Ma le forze politiche di maggioranza, Lega in testa, hanno bocciato questa proposta.
Intanto, però, il Governo ha approvato il 26 febbraio 2024 un decreto legge sulle disposizioni per l’attuazione del "Piano nazionale di ripresa e resilienza" (PNRR) che, all’articolo 25, fa riferimento alle "Disposizioni in materia di pignoramento di crediti verso terzi".
Questa nuova normativa modifica alcune parti degli articoli sia del Codice di procedura civile sia alcune Disposizioni di attuazione del Codice di procedura civile.
Domande frequenti sul pignoramento del conto bancario
Il mio conto corrente è stato pignorato: posso prelevare?
Sì, se sul saldo del conto corrente hai importi superiori a quelli indicati nell’atto di pignoramento. La banca non può impedire il prelievo se le somme superano quelle pignorate.
Si può pignorare un conto bancario senza soldi dentro?
Con saldo negativo o in assenza di giacenza di fatto, non c’è alcun blocco. Ma sui futuri versamenti e depositi può scattare il pignoramento per l’importo dovuto al creditore.
Come si sblocca un conto corrente pignorato?
Pagando il debito. II pignoramento è revocato saldando l'importo indicato nel precetto, più le spese di notifica.
È possibile il pignoramento dello stipendio e del conto corrente in contemporanea?
Sì, perché il debitore risponde per legge "con tutto il proprio patrimonio presente e futuro". Anzi, la duplicazione del pignoramento è una prassi giudiziaria ricorrente.
Ultimo aggiornamento agosto 2024