Certificato di deposito
I certificati di deposito sono dei titoli emessi dalla banche, grazie ai quali è possibile ottenere una rendita dall'incasso della cedola, legata ai tassi di interesse predeterminati alla sottoscrizione.

Il certificato di deposito è uno strumento di raccolta del risparmio tramite emissione di titoli, riconducibile alla categoria dei depositi con durata prestabilita, come i conti correnti vincolati e i depositi a risparmio vincolati. Può essere collocato esclusivamente dalle banche e quindi, come tale, è sottoposto:
- alle regole stabilite nel Testo Unico Bancario per l’emissione di titoli di deposito - art. 12 comma 6 – e per i crediti relativi ai fondi acquisiti dalle banche con obbligo di rimborso - art. 69 bis, lett. C -;
- alla vigilanza di Banca d'Italia in materia di raccolta in titoli delle banche che stabilisce i requisiti essenziali delle banche emittenti, il taglio minimo e la durata.
I certificati di deposito vengono emessi con la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, nel limite di € 100.000 per ogni depositante e generano una rendita riconducibile da un lato, a un tasso di riferimento, fisso o variabile, e dall’altro alla modalità di rimborso degli interessi. In linea di massima è possibile trovare le seguenti tipologie di certificati di deposito:
- Certificati a tasso fisso: il rendimento è costituito da un tasso di interesse fisso predeterminato all’emissione, che viene erogato mediante una cedola finale o one-coupon, oppure con scadenze periodiche, a volte con un premio finale se si mantiene il deposito per tutta la durata stabilita o con una remunerazione crescente o step-up dopo ogni pagamento periodico.
- Certificati a tasso variabile: in questo caso il rendimento è agganciato a un tasso di interesse variabile, in genere l’indice Euribor a 12 mesi, al quale viene applicato una maggiorazione o spread. Il pagamento è solitamente periodico con cedole a scadenza predeterminate.
- Certificati zero-coupon: in questi casi il rendimento?non è legato a un tasso di interesse, ma è dato dalla differenza tra il prezzo di sottoscrizione e quello di rimborso alla scadenza.
Ultimo aggiornamento 17/04/2023