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Cosa succede nel caso si vada in rosso sul conto corrente?

Si può essere classificati come cattivi pagatori anche per uno sconfinamento di 100 euro? A disciplinare la materia è il neo Regolamento europeo sui requisiti di capitale delle banche. Lo sconfinamento deve superare sia una soglia di rilevanza che assoluta e protrarsi per oltre 90 giorni.

giovane donna guarda pensierosa un documento
Cosa succede se il conto corrente va in rosso

Quando la gestione di un conto corrente determina un impiego di denaro che eccede la disponibilità delle somme presenti si è in presenza di uno sconfinamento, che genera un saldo negativo definito nel gergo comune "andare in rosso". Non sempre è possibile portare il saldo in negativo: dipende dalle condizioni contrattuali del proprio conto; nel caso la banca non avesse concesso alcun affidamento, qualora si utilizzassero fondi non presenti sul proprio conto, si rischierebbe di finire segnalati in una Centrale rischi come cattivi pagatori per sconfinamento non autorizzato, al pari di un mancato pagamento.

Solitamente però le banche concedono ai propri clienti degli affidamenti come il fido o castelletto, somme di cui il correntista può disporre più o meno liberamente. In caso di sconfinamento sul conto la banca applicherà gli interessi, che sono solitamente piuttosto onerosi sullo scoperto di conto. Il tasso di interesse da pagare poi aumenta se si va in rosso per importi superiori a quelli per cui l’affidamento era stato concesso. In caso si vada in rosso, entro o oltre l’affidamento, gli interessi debitori non esauriscono gli oneri che i correntisti devono sostenere, in quanto presenti costi accessori come commissioni e spese risarcitorie, previste per scoraggiare abitudini deleterie nella clientela.

Quanto si può andare sotto nel conto corrente?

È possibile essere classificati come cattivi pagatori anche per uno sconfinamento di 100 euro? A disciplinare la materia è il Regolamento europeo n.575/2013 sui requisiti prudenziali delle banche, entrato in vigore a gennaio 2014 che introduce la nuova definizione di default e applicato a partire dal primo gennaio 2021 in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.

Prima di scoprire nei dettagli la nuova normativa, va specificato che, sebbene dallo scorso anno sia stata ridefinita la condizione di default secondo nuovi criteri, le banche possono comunque consentire sconfinamenti al di là delle risorse presenti sul conto e in caso di affidamento, oltre il limite di fido. Va, dunque, sempre preso in considerazione il contratto sottoscritto con l’istituto di credito. La scelta finale spetta alle banche che possono anche rifiutare lo sconfinamento.

Quando si va in default?

La segnalazione in default, per la quale il creditore viene classificato come deteriorato, scatta quando si verifica almeno una di queste due condizioni nello stesso momento:

  • Il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante;
  • La banca ritiene improbabile che il debitore assolva il pagamento senza azioni di recupero crediti.

Relativamente al concetto di obbligazione rilevante questa è tale quando l’ammontare dell’arretrato supera entrambe queste soglie:

  • soglia assoluta: pari a 100 euro se persona fisica e a 500 euro se piccola impresa, libero professionista o artigiano;
  • soglia relativa: pari all’1% dell’esposizione complessiva verso una controparte.

Quando lo sconfinamento dura per un periodo di tempo limitato, si parla di debitore a default o deteriorato. Tale figura non viene segnalata ai Sistemi di informazione creditizia. Quando, invece, la situazione debitoria dura a lungo, si parla di debitore in sofferenza. In questi casi viene effettuata la segnalazione ai SIC.

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Quanto tempo posso stare con il conto in rosso?

Il cliente viene classificato in default quando non adempie per tre mesi alle obbligazioni creditizie vantate dalla banca nei suoi confronti. Fino al 31 dicembre 2020 e prima dunque dell’applicazione del Regolamento europeo sui requisiti di capitale delle banche, il cliente veniva classificato, invece, a default se presentava sconfinamenti per oltre 90 giorni di seguito pari ad almeno il 5% del totale delle esposizioni del cliente verso la singola banca.

In precedenza, lo stato di default veniva meno nel momento in cui avveniva la regolarizzazione, oggi la condizione di default resta per almeno 90 giorni dalla regolarizzazione dell’arretrato o dal rientro dallo sconfinamento di conto corrente. In questo arco di tempo la banca esamina la situazione finanziaria del cliente e - trascorso questo periodo - se si verifica un miglioramento della situazione creditizia può considerarlo non più in stato di default.

È chiaro che la banca non può considerare in default il cliente quando si verificano alcuni problemi di natura tecnica, come ad esempio un errore da parte dell’istituto di credito che ha comportato un accredito tardivo o inesatto del pagamento.

Come gestire i soldi sul conto?

Gestire con oculatezza le proprie finanze è il primo passo per evitare un conto in rosso. Tra i consigli forniti dalla Banca d’Italia c’è quello di non emettere assegni a vuoto o fare pagamenti con carte senza avere la copertura sufficiente sul conto corrente. In alcuni casi si può arrivare ad essere iscritti nella CAI – Centrale di Allarme Interbancaria – e subire sanzioni per l’uso di assegni emessi senza autorizzazione o senza provvista.

È sempre importante, inoltre, conservare i codici di accesso al conto corrente ed evitare di custodirli insieme alle carte di pagamento. Nel caso le carte di pagamento vengano smarrite o rubate, va subito segnalato alla banca. Inoltre, è sempre bene controllare la disponibilità presente sulle carte prima di effettuare spese e valutare – in caso di finanziamenti in corso - se è possibile sospendere o saltare il pagamento delle rate se si verificano difficoltà economiche.

Le condizioni contrattuali di un conto corrente vanno sempre controllate periodicamente, perché possono cambiare con il tempo e oggi, grazie ai siti comparatori come ConfrontaConti.it, è possibile confrontare e scegliere le offerte da parte delle banche sul mercato più rispondenti alle nostre esigenze.

Ultimo aggiornamento marzo 2023

A cura di: Tiziana Casciaro

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