Banche: aumenta il costo medio di un conto corrente
Aggiornato il 05/08/2014

L’Adusbef lancia l’allarme sull’incremento dei costi di gestione dei conti correnti. Secondo il monitoraggio mensile effettuato sul sito pattichiari.it, l’ISC (Indicatore Sintetico di Costo, che va ad indicare il costo complessivo di un’operazione di finanziamento) conferma un aumento pari al 15 per cento circa rispetto allo scorso anno.
In media, 371 euro in più in Italia contro i 114 euro in Europa: costi ingenti per le famiglie italiane che, secondo una ricerca dell’Università Bocconi di Milano, avranno sempre più difficoltà a mantenere un conto corrente tradizionale. La ragione è imputabile agli strascichi del credit crunch che, comportando una riduzione della redditività degli istituti, ha richiesto un aumento delle spese di gestione dei conti correnti.
Secondo i ricercatori, nel 2013 il costo complessivo del conto corrente (comprensivo di spese mensili, oneri di chiusura, commissioni sui titoli e sugli scoperti) è salito del 5%, ben quattro volte l'inflazione.
In particolare il prelievo al Bancomat è costato mediamente il 5% in più rispetto all’anno precedente, passando da 2 a 2,10 euro.
Inoltre sono diventate più ingenti le spese sui conti correnti: da 1,5 euro a 2 euro per il prelievo allo sportello, oltre alle penali maggiorate per chi si ritrova con il conto in rosso (Il tasso passivo è passato dal 18% al 20%).
Gli economisti della Bocconi hanno condotto l’analisi sui conti ordinari di 10 banche, dove il costo è mediamente salito da 217,2 euro a 228,28 euro. Il 43% in più rispetto ai dati relativi ai conti correnti di tre anni fa.
In rialzo anche le commissioni di back office: l’analisi ha evidenziato che otto delle 18 commissioni sono state ritoccate con un rialzo del 20% (3 euro per pagare una bolletta allo sportello rispetto ai precedenti 2,5; 55 euro per il deposito titoli rispetto ai 50 precedenti; un euro per chiedere i movimenti del proprio conto corrente rispetto a 0,50 centesimi).
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