Dopo la Germania, prelievo forzoso anche in Europa?

La recente approvazione da parte del Parlamento tedesco di un disegno di legge che prevede un prelievo fisso per tutti i conti correnti eccedenti i centomila euro, ha rilanciato con un certo clamore il dibattito sul cosiddetto prelievo forzoso. Prevista in caso di default di banche teutoniche, la controversa misura entrerà in vigore nel 2015 ed è in pratica mutuata da una delle misure con cui si vorrebbe disegnare l'unione bancaria continentale.
La ratio di questa legge è abbastanza semplice: è chiaro l'intento di mettere al riparo il sistema bancario, per evitare che una sua crisi si propaghi con la forza di un terremoto sui mercati, rischiando di estendersi a tutti gli altri settori.
In molti hanno visto in questo provvedimento il preludio di una prossima estensione in tutta l'Unione Europea, anche perché lo stesso Fondo Monetario Internazionale ormai da tempo sembra essersi orientato verso uno schema nel quale il prelievo forzoso dovrebbe diventare una possibilità concreta per tutti i paesi in difficoltà di bilancio tali da rendere possibile il default. Una possibilità che attualmente grava su ben quindici paesi europei, tra cui proprio l'Italia.
Andrebbe però allo stesso tempo precisato che lo stesso FMI non solo non ha alcuna autorità per poter imporre provvedimenti ai governi - meno ancora di questa portata - ma che addirittura alla fine del 2013 aveva redatto una nota nella quale specificava chiaramente di non aver mai raccomandato il prelievo forzoso. E' invece vero che l'organizzazione ha pubblicato un piccolo box su Fiscal Monitor, una pubblicazione specialistica che si rivolge a centri studi ed esperti di economia. In questo box veniva richiamato il tema della patrimoniale sulle ricchezze private, anch'esso oggetto di dibattito ormai da tempo. Basterebbe ricordare a tal proposito che, anche il Presidente di Nomisma, Pietro Modiano, alla fine del 2013, ha pubblicato un editoriale in cui indica proprio nella patrimoniale l'ultima spiaggia per l'Italia. Secondo Modiano, stante la eccessiva concentrazione di ricchezza nelle mani del 10% più abbiente, solo un prelievo del 10% su questa fascia di ricchi, una tantum, potrebbe consentire al paese di uscire dalle secche di una crisi che sembra non finire mai. Grazie alla somma racimolata in tal modo si potrebbero infatti rilanciare i consumi distribuendo il ricavato ad imprese e famiglie povere. Un rilancio che andrebbe a compensare ampiamente il calo che ne deriverebbe per la parte di popolazione colpita dal provvedimento.
La proposta in questione, peraltro, potrebbe avere un appeal molto superiore rispetto ad un prelievo forzoso come quello prefigurato dalla legge tedesca, considerate le scarse simpatie per un sistema bancario visto come uno dei principali responsabili della crisi in atto.