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Fenomeno Bitcoin: arriva il bancomat anche in Italia

06/11/2014
Fenomeno Bitcoin: arriva il bancomat anche in Italia

Il Bitcoin sta muovendo i primi, timidi, passi, nel nostro Paese. Anche se la legislazione italiana non si è ancora espressa in merito, colmando lacune in giurisprudenza che tuttora restano problematiche, la moneta elettronica sta prendendo piede.

Il Bitcoin è la forma più evoluta di moneta elettronica e, per effettuare le transazioni economiche, si basa sulla crittografia. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nelle modalità di pagamento: il Bitcoin non prevede la stampa di moneta e, di conseguenza, nemmeno un ente deputato a produrla e diffonderla, compito che normalmente spetta alle banche centrali. Il meccanismo con cui si tiene traccia dei pagamenti è un database distribuito su più hub, che monitora gli spostamenti di denaro.

La peculiarità del Bitcoin è che rende possibile garantire l’anonimato sia al possesso, che ai trasferimenti di valuta: in pratica, attraverso la sua struttura reticolare, il denaro non può essere sequestrato o svalutato. La “crittomoneta” creata dal giapponese Satoshi Nakamoto suscita sin dalla sua comparsa pareri discordi, ma anche tanta curiosità: oggi in molti Paesi in tutto il mondo è possibile fare acquisti e persino pagare il caffè grazie a questo sistema. 

Sono cinque le aziende che si dividono il mercato: Lamassu, Robocoin, Bitaccess, Skyhook e Genesis1. Grazie al sito CoinMap e ad applicazioni quali QuiBitCoin o Coinatmradar, si possono trovare facilmente i negozi che accettano questo tipo di transazioni ma anche gli ATM abilitati.

Il primo ha aperto a Vancouver, in Canada, all’interno di un coffee shop. In Europa la pietra miliare è stata posta in Finlandia, dove il Bitcoin è stato scelto come valuta in un negozio di dischi nella stazione di Helsinki. 

In Italia la criptovaluta ha preso piede soprattutto al Centro Nord, dove a Reggio Emilia, Udine, Pisa e Roma, sono apparsi i primi ATM per bitcoin: si tratta di bancomat portatili caratterizzati da software open source. In pratica, il processo di scambio del denaro è automatizzato: si può scambiare moneta virtuale, depositarla o convertirla in moneta reale.

Chiaramente al momento si tratta di esperimenti, volti più che altro a diffondere la consuetudine all’uso della nuova moneta. Sicuramente però queste prime transazioni rappresentano azioni dall’alto valore simbolico, dal momento che evidenziano il bisogno di una legislazione mirata in materia, al momento ancora in fase embrionale.

A cura di: Alessia De Falco

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