Riforma fiscale: addio agli scontrini

Il Fisco italiano si prepara a cambiare e una delle prossime conseguenze potrebbe essere l’abolizione degli scontrini fiscali: l’eliminazione porterebbe in cambio un sistema di controllo più trasparente che permetterà al Fisco di individuare più facilmente l’evasione. A renderlo possibile sarà la fatturazione elettronica – attualmente in uso solo con la pubblica amministrazione – che servirebbe a controllare in modo più puntuale tutte le operazioni effettuate dalle singole imprese.
"Con la delega fiscale elimineremo gli scontrini attraverso la tracciabilità totale così che l'Agenzia delle Entrate non venga più avvertita come ‘l'avvoltoio’ sulle spalle ma un advisor per le aziende". Queste le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. La logica è quella di un nuovo rapporto Stato - contribuente.
L’obiettivo nel medio-lungo termine è quello di abbandonare strumenti che si sono rilevati poco efficaci come misuratori fiscali e le stesse ricevute, ottenendo così minori oneri per le imprese e la rinuncia ai controlli da parte dell’amministrazione finanziaria nei confronti dei contribuenti collaborativi.
L’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione del cittadino tutte le informazioni in suo possesso e che lo riguardano, accessibili telematicamente e consultabili da casa: ogni informazione, acquisita direttamente o giunta da terzi, utile al contribuente per poter valutare ricavi, redditi, compensi e volumi d’affari. La possibilità dunque per il cittadino di adempiere ai propri obblighi fiscali, aiutandolo prima e dopo la presentazione della dichiarazione.
Il dialogo costante con i soggetti attuato dall’amministrazione continua attraverso l’allungamento dei termini per il ravvedimento operoso e la presentazione della dichiarazione integrativa. Anche in fase di controllo attraverso accessi, ispezioni, verifiche e processo verbale di constatazione, le irregolarità commesse in dichiarazione potranno essere sanate dal contribuente dando la possibilità a quest’ultimo di accedere a sanzioni minime. Le disposizioni viste potranno tuttavia valere solo nel caso in cui non sia stato già emesso un atto di accertamento.
Questa la misura delle sanzioni:
- 1/10 del minimo per i ritardi non superiori a 30 giorni dalla commissione della violazione (ulteriore riduzione a 1/15 per giorno se il ritardo non supera i 14 giorni);
- 1/9 del minimo per i ritardi fino a 90 giorni dal termine per la presentazione della dichiarazione;
- 1/8 del minimo per chi rimedia alla violazione entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all'anno in cui la violazione è stata commessa;
- 1/7 del minimo per chi rimedia alla violazione entro il termine per la presentazione della dichiarazione successiva all'anno in cui la violazione è stata commessa;
- 1/6 del minimo per chi rimedia alla violazione oltre il termine per la presentazione della dichiarazione successiva all'anno in cui la violazione è stata commessa.
Novità riguarderanno anche gli studi di settore: il Fisco sta pensando di cambiare i parametri utilizzati per redigerli in modo da farli corrispondere maggiormente alle attività esercitate. La loro modifica potrebbe renderli uno strumento ancora più efficace per determinare i presunti ricavi delle varie attività: un supporto per selezionare i soggetti da sottoporre eventualmente a controllo.