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L’occhio dell’antievasione arriva nelle cassette di sicurezza

Le autorità antiriciclaggio dei Paesi UE potranno presto accedere ai conti correnti e alle cassette di sicurezza dei cittadini dell'area, senza preventive autorizzazioni. Infatti sono state definite le linee guida per rendere più efficaci gli accertamenti transfrontalieri.

01/02/2023
cassetta di sicurezza aperta con chiave appesa
Linee guida UE per il monitoraggio delle somme depositate

Negli ultimi anni la tecnologia ha consentito di compiere grandi passi in avanti nel contrasto all’evasione, seppur limitata da ragioni di privacy. L’ultima novità alla quale si sta lavorando su scala comunitaria è l’armonizzazione delle regole per accedere al contenuto di conti correnti e cassette di sicurezza.

Le novità

Il Consiglio dell’UE ha approvato gli indirizzi generali della riforma dell’antiriciclaggio su scala comunitaria. Ora si tratterà di definire la normativa di dettaglio, dopo di che ciascuna Unità di informazione finanziaria dei Paesi aderenti potrà accedere ai dati dei conti correnti bancari e delle cassette di sicurezza presenti nell’area. Ovviamente non si tratterà di un potere discrezionale, ma sempre sotto il cappello di un’autorizzazione giudiziaria o quanto meno nell’ambito di un’attività di accertamento regolamentata, ma di certo c’è che cadranno gli ostacoli per controlli nei Paesi esteri, che finora venivano sfruttati per sfuggire al fisco. Il passo in avanti, dopo anni di discussioni infruttuose, è arrivato dopo aver constatato come la mancata armonizzazione prestasse il fianco soprattutto alle organizzazioni terroristiche impegnate a celare il riciclaggio di denaro sporco.

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Le prossime tappe

La Commissione si attende “un processo legislativo rapido”, ma è difficile ipotizzare che si possa entrare nel vivo della riforma prima di un semestre, dato che ogni Stato aderente è chiamato a istituire registri centrali o sistemi elettronici centrali di reperimento dei dati, che consentano di “identificare tempestivamente tutte le persone fisiche o giuridiche che detengono o controllano conti di pagamento o conti bancari identificati dall’Iban, nonché le cassette di sicurezza”, per stare alla lettera della decisione assunta dal Consiglio.

Cambio di passo

Resta il fatto che si tratta della prima volta che l’Unione Europea viaggia verso un regolamento antiriciclaggio direttamente applicabile nelle legislazioni nazionali dei Paesi membri, senza necessità di recepimento nel diritto nazionale. Fin qui, infatti, si era sempre seguita la strada delle direttive, che tuttavia venivano recepite con modalità differenti nelle leggi nazionali.

Nella riforma rientra anche la decisione di fissare un limite comunitario ai pagamenti in contanti, fissato in 10mila euro, lasciando poi i singoli membri liberi di imporre un limite inferiore. Infatti, da sempre a livello comunitario si insiste sul fatto che i contanti sono lo strumento principe utilizzato per evadere e riciclare denaro proveniente da attività illecite.

Per rendere effettiva la riforma, l’UE darà vita a una nuova autorità, denominata Amla (Anti money laundering authority), che tra le altre cose contribuirà all’armonizzazione e al coordinamento delle prassi di supervisione nel settore finanziario e non finanziario e alla supervisione diretta dei soggetti finanziari a rischio elevato. In particolare, l’Amla stabilirà un unico sistema integrato di supervisione antiriciclaggio UE, basato su metodi di sorveglianza comuni. La nuova authority entrerà in funzione nel 2024 e l’Italia si è candidata per ospitarne la sede. Due le carte che il nostro Paese intende giocare: da una parte l’esperienza nelle inchieste antiriciclaggio dovuta alle lotte alle mafie presenti nel territorio; dall’altra il fatto di essere stato il primo Paese a promuovere – già molti anni fa - forme di integrazione sovranazionale su questo versante.

A cura di: Luigi dell'Olio

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