Imposta di bollo sul conto corrente: cosa sapere
L'imposta di bollo sul conto corrente è un tributo che viene applicato in quanto l'emissione degli estratti conto periodici e la presenza di somme a deposito sono i presupposti previsti dalla legge per applicare la tassazione.

- Come si calcola l'imposta di bollo per i conti correnti?
- Quando si paga l'imposta di bollo sui conti correnti?
- Chi paga l'imposta di bollo sui conti correnti?
- Come funziona l'imposta di bollo sui conti deposito?
- Come funziona l'imposta di bollo sui conti correnti cointestati?
- Quando non si paga l'imposta di bollo?
L’imposta di bollo è un'imposta che lo Stato applica allo scopo di sostenere la spesa pubblica. Secondo quanto previsto dal DPR n.642/1972 che l'ha istituita, l'imposta di bollo è dovuta per l'emissione di atti pubblici, documenti richiesti ed emessi dalla Pubblica Amministrazione, rendiconti e registri periodici.
Dal 2012 l'imposta di bollo è stata estesa anche alle comunicazioni relative ai conti correnti e ai depositi, basandosi sul presupposto che queste rendicontazioni periodiche ricadono nel campo di previsione della norma.
L'imposta di bollo dovuta sui prodotti finanziari è applicata in misura:
- fissa, negli estratti conto dei conti correnti, siano essi intestati a persone fisiche o giuridiche, e dei libretti di risparmio;
- variabile, nelle comunicazioni relative a conti deposito.
Come si calcola l'imposta di bollo per i conti correnti?
Le indicazioni per l’applicazione dell’imposta di bollo sui conti correnti sono contenute nel DPR n.642/1972 (nella sezione Tariffa – Allegato A – Parte prima) e nel DL n.201/2011 (il cosiddetto Decreto Salva Italia).
La legge prevede che l'emissione degli estratti di conto corrente bancario e postale e di rendiconti dei libretti di risparmio bancari e postali, è soggetta al pagamento di un’imposta di bollo annua pari a:
- 34,20 euro, se il prodotto finanziario è intestato a una persona fisica;
- 100,00 euro, se i titolari del conto sono persone giuridiche, come nel caso di società o associazioni.
Per i conti correnti intestati a persone giuridiche l'imposta di bollo è dovuta sempre, indipendentemente dall'entità dei depositi. Nel caso dei conti correnti e dei libretti di risparmio intestati a persone fisiche, invece, l'imposta è dovuta solo se nel periodo di rendicontazione la giacenza media risulta superiore a 5.000 euro.
Quando si paga l'imposta di bollo sui conti correnti?
L'imposta di bollo viene applicata al momento dell’emissione dell’estratto conto o della rendicontazione ed è relativa al periodo rendicontato, anche in caso di apertura e chiusura in corso d’anno. L’estratto conto o il rendiconto si considerano in ogni caso inviati almeno una volta nel corso dell’anno - al 31 dicembre - anche quando non sussiste un obbligo di invio o di rendiconto.
Se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato. Nel caso in cui una persona fisica detenga un unico conto corrente, con rendicontazione trimestrale e con valore medio di giacenza esattamente pari a 5.000 euro nei primi tre trimestri e una giacenza media pari a 15.000 euro nel quarto trimestre, l’imposta di bollo è dovuta solo per l'ultimo trimestre.
1° trimestre | 2° trimestre | 3° trimestre | 4° trimestre | |
---|---|---|---|---|
Giacenza Media | € 5.000 | € 5.000 | € 5.000 | € 15.000 |
Imposta di bollo | - | - | - | € 8,55 |
Dunque, la verifica della giacenza complessiva del cliente deve essere effettuata in occasione di ogni estratto o rendiconto e riferita al periodo rendicontato.
Considerando che il presupposto per l’applicazione dell’imposta è l’esistenza di un rapporto continuativo, nel caso in cui lo stesso cliente abbia più conti correnti, depositi o libretti di risparmio, l’imposta annua fissa deve essere corrisposta per ciascun rapporto. ;
Vediamo come esempio il caso di una persona fisica intestataria di due conti correnti: il conto A, con rendicontazione annuale e un valore medio di giacenza pari a -3.000 euro, e il conto B, sempre con rendicontazione annuale e giacenza media pari a 6.000 euro.
Imposta al 31 dicembre | ||
---|---|---|
Giacenza conto A | € - 3.000 | - |
Giacenza conto B | € + 6.000 | € 34,20 |
Chi paga l'imposta di bollo sui conti correnti?
Attraverso il meccanismo del sostituto di imposta, la banca trattiene direttamente la somma dovuta dal conto del cliente per poi versarla allo Stato, liberando così il contribuente dal versamento dell’imposta.
Nei conti corrente a zero spese è frequente che sia la banca a farsi carico del pagamento, offrendo al cliente un conto completamente gratuito. In questo caso l'imposta di bollo rimane dovuta, se la giacenza media supera i 5.000 euro, ma la banca non la riversa sul cliente.
Dal momento che è necessario che la giacenza media sia superiore a 5.000 euro, l'imposta di bollo non è dovuta per i conti correnti in negativo. Questi conti non sono soggetti all’imposta nel periodo rendicontato e non concorrono alla determinazione della giacenza media complessiva.
Come funziona l'imposta di bollo sui conti deposito?
Per i conti deposito è prevista l’applicazione dell’imposta di bollo in misura proporzionale alle somme depositate.
I depositi sono soggetti al pagamento di un'imposta di bollo del 2 per mille (cioè dello 0,2%), sia che si tratti di linee libere sia che si tratti di linee vincolate. A differenza di quanto accade con i conti correnti, non sono previste soglie minime di deposito.
Chi apre un conto deposito deve quindi pagare l'imposta di bollo anche se il saldo è inferiore a 5.000 euro.
Come funziona l'imposta di bollo sui conti correnti cointestati?
Quando il conto corrente è cointestato, l'imposta di bollo si applica tenendo conto della posizione individuale del contribuente, cioè non considerando il saldo del conto nella sua totalità, ma solo la quota riferibile a ogni persona titolare.
Se il conto è intestato a due o più persone fisiche, l'imposta è dovuta solo se la quota individuale supera i 5.000 euro. Nel caso di un conto con 2 intestatari e con un saldo totale di 9.000 euro, ogni intestatario avrà una quota di 4.500 euro, quindi l'imposta di bollo non sarà dovuta.
Quando non si paga l'imposta di bollo?
L’imposta di bollo non è dovuta o viene applicata in maniera ridotto in caso di:
- Conti correnti base, così come previsto dall’articolo 12 (comma 6) del decreto Salva Italia. Questi conti correnti offrono funzionalità di base e sono pensati per favorire l'inclusione finanziaria. Si tratta di un prodotto che può essere aperto da chiunque, ma anche ha condizioni economiche vantaggiose ed è esente dal pagamento dell'imposta di bollo per chi ha un ISEE fino a 11.600 euro. Chi sceglie di aprire un conto corrente base paga solo un canone annuo di importo predeterminato.
- CONFIDI. L’imposta di bollo non trova applicazione neppure per i rapporti intrattenuti tra gli enti gestori e i Confidi. Dal momento che i Confidi non vengono considerati clienti dalla Banca d’Italia, non sono tenuti a versare l’imposta di bollo di 34,20 euro; dovranno comunque far fronte al pagamento dell’imposta ordinaria su assegni, ricevute bancarie e contratti.
- Conti IMEL. Tra i casi di esenzione ci sono i conti di pagamento posseduti presso istituti di pagamento o IMEL, ovvero gli istituti che emettono moneta elettronica.
- Pubbliche Amministrazioni. L’Agenzia delle Entrate chiarisce che, in merito ai rapporti intrattenuti con le amministrazioni dello Stato, trova applicazione l’imposta di bollo ordinaria. Negli estratti di conto corrente inviati alle Amministrazioni dello Stato, ad esempio, viene applicata un'imposta di 2 euro, se la somma supera i 77,47 euro, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, della citata Tariffa.
Ultimo aggiornamento maggio 2025