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La rivoluzione digitale della moneta

22/05/2015
La rivoluzione digitale della moneta

Il passaggio inesorabile dalla società analogica a quella digitale entra nelle abitudini del quotidiano e senza che ci si accorga, le stravolge. Sta succedendo così anche per il denaro, un bene che maneggiamo sempre meno ma che sembra destinato a sparire dalla circolazione.

Sta avvenendo questo in Svezia, dove il governo ha annunciato una misura straordinaria destinata a rimanere nella storia dell’economia creditizia: a partire dal 2016, infatti, commercianti e imprese svedesi potranno rifiutarsi di accettare pagamenti in denaro contante. Faranno eccezione i negozi di alimentari e i professionisti indipendenti come medici e dentisti, oltre a poche altre realtà inizialmente esentate, ma per il resto sarà necessario dotarsi di carte di pagamento o sistemi digitali elettronici.

Il pagamento elettronico è quello più sicuro e meno rischioso, per la rintracciabilità delle operazioni, innanzitutto, ma anche perché consente di governare i movimenti delle transazioni e ridurre in maniera importante le spese di trasporto e di gestione del denaro.

Di fatto, la Svezia ha ormai da tempo avviato un processo di smaterializzazione della moneta: già nel 2012 il governo svedese aveva annunciato l’intenzione di eliminare il denaro contante dalla propria economia, diventando così il primo modello di società cashless del mondo. Risultato, oggi sugli autobus svedesi non è possibile pagare in contanti, ma le rapine in banca sono passate da 110 nel 2008 a 16 nel 2011.

A ben vedere, sono molti i Paesi che nel mondo hanno iniziato il processo di smaterializzazione della moneta: non solo realtà economicamente evolute come il Canada, la cui banca centrale ha smesso da tempo di stampare banconote, ma anche paesi come l’Etiopia, la Somalia o l’Eritrea hanno compiuto il salto diretto verso sistemi di pagamento elettronici, tanto che nel 2012 il numero di transazioni attraverso smartphone è stato nei tre Paesi pari a quello dei pagamenti con carta di credito in Italia.

Allo stesso modo, in Kenya un terzo della popolazione per fare un bonifico utilizza il telefonino e lo stesso sistema, dal quale transitano salari e bollette, è usato anche in Romania.

E l’Italia? Il nostro Paese tarda ad affrancarsi dal denaro contante e con la Grecia rimane fanalino di coda, con il 13% dei pagamenti effettuati per via elettronica contro il 40% in media in Europa, dove nel 2013 sono circolate 760 milioni di carte di credito (+3% rispetto al 2012, mentre solo in Italia la crescita si è fermata a un +2,2%.

Ed è proprio italiano, almeno di origine, Roberto Giori, l'imprenditore che ha progettato un sistema di emissione di moneta digitale secondo il quale la banca centrale non emetterà più denaro materiale, ma solamente virtuale. Ogni banconota emessa sarà numerata e tracciabile e avrà valore come mezzo di pagamento, ma sarà semplicemente un’icona che con un touch sullo schermo di un telefono o di un qualunque sistema elettronico potrà essere trasferita per effettuare transazioni.

Il Giori Digital Money, oramai in sperimentazione in diversi paesi asiatici e del Sud America, è l’idea di uno che di denaro se ne intende, in quanto erede della dinastia di imprenditori italo-svizzeri produttori di macchine per la stampa di banconote. Giori ha sviluppato un algoritmo per creare la moneta fiduciaria, numerata e tracciabile, ma che non comporta data la sua natura virtuale alcun costo di produzione e distribuzione: un risparmio, in sostanza, di 100 miliardi l’anno in tutto il mondo.

A cura di: Paola Campanelli

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