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I conti correnti al vaglio di ConfrontaConti

16/06/2015
I conti correnti al vaglio di ConfrontaConti

ConfrontaConti rende noti i dati sui conti correnti in Italia riferiti al periodo che va dal secondo semestre del 2010 fino a maggio di questo anno.

Il suo Osservatorio offre un quadro puntuale delle evoluzioni dei conti correnti in termini di saldo medio, area geografica di provenienza, età dei titolari, canale di utilizzo, operatività e scoperto. Le rilevazioni vengono effettuate ogni mese, mentre i dati sono aggregati per semestre.

Una delle evidenze più importanti dell’analisi riguarda l’evoluzione dei canali utilizzati dagli italiani per operare sui loro conti correnti, con gli ultimi cinque anni che hanno registrato un forte cambiamento dei comportamenti di consumo. Chi fa operazioni solo online è infatti il 48,3% dei titolari: era solo il 28% nello stesso periodo del 2010 e il 35,3% nel 2013. Il 43,1% invece opera online ma non abbandona la filiale.

Si riduce molto la percentuale di coloro che compiono esclusivamente in banca le operazioni sui conti: era il 20% nel 2010 e si riduce all’8,5% al mese di maggio, perdendo 0,5 punti rispetto ad aprile, che aveva segnato un 9%. È evidente che il canale utilizzato per la gestione del conto è adeguato all’età del titolare: solo il 37,6% degli utenti con un’età superiore ai 55 anni usa internet, mentre il 52,1% ha un’età compresa tra i 26 e i 40 anni, percentuale più alta rispetto alla fascia dai 18 ai 25 anni, ferma al 47,5%.

Altro dato rilevato riguarda la giacenza media dei conti correnti italiani, ridottasi di circa un punto rispetto al mese di aprile: il 29,1% dei correntisti ha un saldo attivo superiore ai 10.000 euro, mentre era il 30% lo scorso mese. Decisamente in aumento rispetto al 24,6% del primo semestre del 2014, ma anche al 22% del secondo semestre del 2012 e al 26,7% del primo semestre del 2010.

Aumenta, anche se di poco, la percentuale dei correntisti che dispone di una somma compresa tra i 1000 e i 3000 euro: 17,4% contro il 17% dello scorso mese. Le fasce 3.000-5.000 e 5.000-10.000 euro costituiscono il saldo attivo di una percentuale pari rispettivamente al 19,8 e 16,8% dei titolari di conti correnti. Il 16,9% possiede invece una somma tra i 5000 e i 10000 euro.

Lievemente in discesa il saldo medio dei conti correnti italiani rispetto allo scorso mese: 12.750 euro contro i 13.002 euro rilevati nel periodo precedente. Tuttavia ancora in evidente crescita rispetto ai 10.566 euro del secondo semestre del 2010 e soprattutto agli 8.988 euro del secondo semestre del 2012. Il dato è rilevante anche rispetto allo scorso anno, quando nel secondo semestre si era registrato un saldo medio di 10.783 euro.

Lo stesso saldo di conto è strettamente proporzionale all’età del titolare: è di 19.081 euro quello di coloro che hanno più di 55 anni, in leggero calo rispetto al valore rilevato lo scorso mese di 19.579 euro; scende a 13.836 euro per la fascia di età compresa tra 41 e 55 anni, ancora in calo rispetto ai 14.147 dello scorso mese, è di 10.766 euro per quella ricompresa tra i 26 e i 40 anni (quasi invariato rispetto allo scorso mese) e di 6.273 euro per i giovani tra i 18 e 25 anni, ancora in riduzione rispetto ai 6.353 euro di giacenza media rilevati lo scorso mese sulla stessa fascia d’età.

Di gran lunga inferiore il saldo rilevato lo scorso anno per età del correntista, quando nello stesso periodo si registravano per gli stessi intervalli di età valori pari a 15.103, 11.002, 8.559 e 5.257 euro.

L’area geografica di provenienza rileva numeri molto vicini a quelli dello scorso mese, con il 69,2% dei conti nel Nord Italia, il 14,3% al Centro, il 16,5% nel Sud e Isole. Percentuali rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi cinque anni, se si fa eccezione per il 2010, che nei primi sei mesi dell’anno registrava il 63,3% di provenienza dal Nord, il 16,1% dal Centro Italia e il 20,6% dal Sud e Isole.

I titolari dei conti correnti hanno per il 43,6% tra i 26 e i 40 anni, per il 34,7% tra i 41 e i 55 anni e per il 15,1% più di 55 anni. Il 6,6% ha meno di 25 anni, in leggero aumento rispetto allo scorso mese. La distribuzione per età continua a rimanere sostanzialmente invariata da cinque anni, con scostamenti veramente minimi.

Se si guarda l’operatività del conto, la quantità e tipologia di operazioni effettuate, il 44,4% dei correntisti sceglie un’operatività media, con un totale di 60 operazioni l’anno tra versamenti di denaro, prelievi e pagamenti. A maggio il 29,5% ha optato per un’operatività bassa, con un totale di 20 operazioni l’anno e il 23,5% per una formula con un totale di 150 operazioni l’anno.

Solo il 2,6% dei conti prevede la personalizzazione dei movimenti, con l’utente che stabilisce il numero e la tipologia di operazioni più consone al suo utilizzo. Le percentuali che si spartiscono il tipo di operatività per conto sono sostanzialmente invariate negli ultimi cinque anni, scostandosi da un semestre all’altro di pochi punti percentuali. L’unica importante evidenza la si rileva proprio nella personalizzazione, visto che fino al 2011 questa formula non risulta contemplata tra i dati.

Se poi si effettua una macro della distribuzione geografica per operatività di conto, risalta subito il gap tra le aree Nord, Centro e Sud: nelle prime due il 3,1% dei conti risulta personalizzato, nel Sud e nelle Isole solo l’1,8% dei conti prevede un numero e una tipologia di operazioni sulla base dell’utilizzo del conto stesso, differenza sostanziale riconducibile sicuramente al costo più alto di questo tipo di soluzione.

In ultima analisi, lo scoperto di conto. Non lo richiede l’88.8% dei titolari di conti correnti, poco meno rispetto all’89% rilevato ad aprile. Lo richiede invece l’11,2%, percentuale lievemente aumentata rispetto al mese scorso, cresciuta di quasi 4 punti rispetto al secondo semestre del 2013, quando solo il 7,3% era ricorso a questo tipo di servizio.

A cura di: Paola Campanelli

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