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Come funzione il diritto di recesso per i consumatori che acquistano online?

L’e-commerce sta gradualmente diventando un’abitudine consolidata per i consumatori italiani i quali, anche a causa dell'emergenza coronavirus, hanno incrementato gli acquisti via web. Proprio per questo è bene conoscere la normativa relativa al recesso e le altre garanzie a tutela dell'acquirente.

25/01/2021
un uomo guarda perplesso un pc mentre tiene in mano una carta di credito
Il diritto di recesso per gli acquisti online

A seguito dell’emergenza sanitaria è possibile evidenziare un aumento esponenziale degli acquisti online. Negli gli ultimi 12 mesi c’è stato un vero e proprio boom dello shopping online. Molte persone hanno imparato ad utilizzare l’e-commerce sia per l’abbigliamento sia per acquisti diversi dal solito, come i prodotti alimentari, per la casa e la cura della persona. La vera sorpresa è stata la spesa online: generi alimentari e di prima necessità sono finiti nei carrelli virtuali di migliaia di consumatori. Anche subito dopo il primo lockdown e prima di quelsta seconda ondata - quando la quarantena era terminata ed era possibile rivolgersi ai punti vendita - molte persone hanno ugualmente deciso di comprare comunque sul web prodotti che, prima, generalmente compravano in negozio. Tale aumento della frequenza di acquisto online ha portato i consumatori a preferire effettuare pagamenti digitali. La scelta sempre frequente del digitale dimostra che l’e-commerce sta gradualmente diventando un’abitudine consolidata per tanti consumatori italiani che - durante e dopo la prima ondata di emergenza della pandemia - hanno preferito questo canale di vendita ad altri più tradizionali. La pandemia ci ha abituati, infatti, a mantenere le distanze sociali e questo comportamento permane anche quando facciamo acquisti. 

Cosa si intende per e-commerce?

Si tratta di normali contratti “virtuali” di compravendita con l’unica peculiarità che l’adesione al contratto non avviene in un determinato luogo fisico, bensì a distanza. Il compratore accetta di acquistare un determinato bene o servizio alle condizioni stabilite dal venditore. Una volta confermata l’adesione al contratto da parte dell’acquirente, il venditore è obbligato ad eseguire l’ordine ed inviare la merce.

Come è tutelato chi acquista online? 

La normativa a tutela del consumatore - disciplinata dagli articoli del Codice Civile e dalle norme specifiche del Codice del Consumo (decreto legislativo n. 206 del 2005 e successive modifiche ed integrazioni) – si pone appieno dalla parte del consumatore assicurando allo stesso che qualsiasi tipo di transazione avvenga correttamente. In particolare, trattandosi di una transazione virtuale dove manca completamente un rapporto umano tra acquirente e venditore, è sempre necessaria trasparenza e chiarezza; chi acquista via web (a mezzo pc o smartphone) ha gli stessi diritti di qualsiasi acquirente “tradizionale”. In base alla normativa l’esercente è obbligato, in fase precontrattuale, a redigere e pubblicare un documento con i “termini e condizioni di vendita” che permette al compratore di conoscere adeguatamente ogni dettaglio del contratto cui va incontro, ed è obbligato a fornire una serie di informazioni più dettagliate con un linguaggio comprensibile. Tra i dati che il venditore deve fornire: identità dell’azienda, caratteristiche dei prodotti/servizi, durata del contratto, diritto di recesso, doveri del consumatore e modalità di pagamento già accettate.

Pertanto, il compratore – prima di sottoscrivere il contratto - deve essere messo nelle condizioni di conoscere nel dettaglio le condizioni che regoleranno il suo acquisto, solo in tal modo il contratto di compravendita si può ritendere valido ed efficace (art. 1341 Codice Civile). 

Il mancato rispetto di tale normativa da parte dei venditori prevede sanzioni che possono arrivare fino a € 500,000.

Il diritto di recesso 

Nel 2014 (con il decreto legislativo 21 febbraio 2014 n. 21) il Codice del consumo è stato aggiornato sulla spinta della direttiva europea 2011/83 introducendo il diritto del consumatore di recedere dal contratto concluso a distanza. Una volta acquistato il bene o il servizio, i consumatori hanno 14 giorni per ripensarci ed esercitare il diritto di recesso: nel caso di contratti di vendita il termine decorre dal giorno in cui il consumatore ha ricevuto il bene; per i contratti di servizi, invece, dal giorno della conclusione del contratto. Se il professionista non fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso, il termine per esercitare quest’ultimo si estende a un anno e 14 giorni. In caso di violazione degli obblighi informativi il consumatore non deve sostenere neppure il costo diretto di restituzione dei beni. Una volta esercitato il diritto di recesso, il consumatore dovrà ricevere il rimborso di quanto pagato entro i 14 giorni successivi, con lo stesso strumento di pagamento utilizzato per acquistare il bene o il servizio (per esercitare il diritto di recesso, si può utilizzare un modello standard, valido per tutti i paesi europei, ma è valida qualsiasi altra forma di espressione della volontà di recedere). Naturalmente, il consumatore che recede dal contratto ha l’obbligo di restituire la merce a meno che il professionista abbia offerto di ritirare egli stesso i beni. Il termine per la restituzione è di 14 giorni dalla data della comunicazione di recesso ed i relativi costi di restituzione dei beni sono a carico del consumatore solo se il professionista ne ha dato preventivo avviso: altrimenti, in caso di mancata specifica precontrattuale, ovvero ove sia espressamente pattuito, i costi di restituzione debbono essere a carico del venditore.

A cura di: Redazione

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