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Pronto, chi paga?

21/12/2015
Pronto, chi paga?

Il futuro è mobile. Nei nostri telefonini, prima di tutto, diventati oggetti indispensabili della quotidianità, e nella mobilità, perché le decisioni di acquisto o di pagamento non conoscano limite di spazio e possano essere prese in qualunque momento: mentre si fa shopping, in vacanza, sull’autobus.

Così, lo smartphone diventa vero e proprio strumento finanziario e, a seconda dei momenti, conto corrente, carta di credito, punto vendita, denaro contante. Una quantità di soluzioni che stanno rivoluzionando abitudini e comportamenti, con un’offerta che è forse ancora disorganica, ma che presto troverà una sistemicità anche nel nostro mercato.

Il punto sulla situazione è stato fatto dall’Osservatorio Mobile Payment&Commerce della School of Mangement del Politecnico di Milano, che in una indagine sul mobile constata come sia questo il canale di pagamento in maggiore crescita: 3,8 miliardi di euro in transazioni, +65% su base annua, dei quali 2,8 miliardi in beni, servizi e contenuti acquistati attraverso app e siti web (il 40% in più rispetto allo scorso anno) e il resto in pagamenti contactless e da POS mobili, senza l’utilizzo della macchinetta.

Sono 400 mila in Italia i POS abilitati e 2 milioni le SIM compatibili con la tecnologia Nfc (Near field communication), secondo un accordo tra i gestori telefonici e le banche che si appoggiano a una piattaforma che prevede la memorizzazione dei dati della carta di pagamento nella sim del telefono.

Secondo una ricerca – il Global payments report - condotta da Worldpay, un’azienda londinese specializzata in tecnologie finanziarie, nei prossimi quattro anni ci sarà il sorpasso del mobile wallet su tutti gli altri metodi di pagamento, incluso il contante e l’Italia non rimarrà indietro ma sarà protagonista grazie alla quantità di smartphone in circolazione: allo stato attuale, un italiano su cinque sarebbe pronto a pagare con il telefono.

Intanto, Samsung Pay è stata lanciata negli Stati Uniti a settembre di questo anno e arriverà nel nostro Paese il prossimo anno, mentre Apple Pay è partita negli USA lo scorso anno ma rischia di incontrare impedimenti di ordine commerciale, visto che Apple trattiene per ogni operazione lo 0,15% del transato. Il futuro non troppo lontano, visto che per la fine dell’anno due banche partiranno con questo sistema, sarà invece della tecnologia Hce, Host card simulation, che trasferisce i dati e i movimenti delle operazioni in una cloud, senza bisogno così di alcun accordo tra gli attori.

Un’altra delle forme più innovative di utilizzo dello smartphone viene dai sistemi di pagamento peer to peer, per trasferire piccole somme di denaro nella rete degli amici o famigliare. Piattaforme come Jiffy e Zac, alle quali hanno già aderito una lista di importanti istituti di credito, sono app che consentono di scambiare denaro, spostare piccole somme o pagare tra privati nella stessa semplice maniera con cui ci si scambia un messaggio su Whatsapp. Per questi servizi è appena partita l’importante funzione ‘donate’, che permette di sostenere le onlus con una donazione, per adesso solo l'Airc e l'Associazione per la ricerca sul cancro.

I sistemi di pagamento che utilizzano lo smartphone funzionano con l’apertura di un conto o strumenti elettronici alimentati con bonifici, carte o trasferimento di somme. Satispay, 2pay, Zac, Hype, Chat&Cash sono solo alcuni dei principali operatori, che consentono transazioni con un tetto massimo di 250 euro per ogni operazione, fino a 500 euro al giorno e prevedono in alcuni casi una commissione a transazione.

Con Satispay e 2pay è possibile anche fare acquisti presso una serie di esercenti che hanno aderito al circuito, oltre 1.150 esercizi commerciali, ai quali è richiesta una commissione di 20 centesimi su ogni transazione superiore ai 10 euro.

Il telefonino è infatti sempre più anche lo strumento preferito per fare shopping, con un valore del mobile commerce di 2,6 miliardi di euro, il 15% delle transazioni online e più della metà dei primi 200 operatori che offrono soluzioni ad hoc per questo canale. Un esempio di virtù e innovazione assolute è la app creata dalla start-up Powa Technolies, che raccoglie tutte le possibili funzioni e tecnologie per acquistare in mobilità, ovunque si trovino: QR code, Nfc, Audio Tag, iBeacon, Java script, per acquistare semplicemente inquadrando un QR code o catturando l’audio di una pubblicità televisiva. La risposta a questa crescita eccezionale sono i 1.800 brand nel mondo che fino a adesso hanno aderito ai circuiti di acquisto e pagamento di ultima generazione.

Ma non solo pagare e comprare. Le tecnologie più evolute hanno aperto gli smartphone a una serie di servizi tra i più disparati: ricaricare il telefono, pagare il parcheggio, il canone Rai, il bollo auto, ma anche le bollette, il parcheggio o il car sharing, con una crescita dei pagamenti effettuati su questi canali del 25% rispetto all’anno passato. E non è così lontano il momento in cui pagheremo l’intervento di un artigiano a casa o l'estetista dal cellulare con una app, e sarà sufficiente che l’esercente disponga di un numero di telefono collegato all’attività commerciale. Jiffy è già partita con i test pilota: non rimane che portarlo a conoscenza di tutti, magari con una massiccia campagna di comunicazione che potrebbe partire proprio questo Natale.

A cura di: Paola Campanelli

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