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Gli italiani scelgono la sicurezza dei conti deposito

02/02/2016
Gli italiani scelgono la sicurezza dei conti deposito

L’andamento incerto dei mercati finanziari dettato nell’ultimo periodo dalle difficoltà dell’economia cinese e dal calo dei prezzi del petrolio, induce i risparmiatori a scegliere strumenti di investimento più sicuri e con rendimenti forse più contenuti ma certi.

Il conto deposito si distingue dal classico conto corrente in quanto la sua finalità è quella di garantire rendimenti più elevati sul capitale depositato. Così come il conto corrente, può essere aperto sia in modalità tradizionale (offline) che come conto online. Tutte le banche operanti in Europa devono aderire a un sistema di garanzia dei depositi, così come le banche italiane devono aderire al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che garantisce fino a euro 100.000 per ogni deposito.

L’Osservatorio di ConfrontaConti fornisce ogni mese un resoconto dei conti deposito degli italiani, con un focus sulle caratteristiche fondamentali in tema di importo depositato, durata del deposito, vincolo, età dei titolari, distribuzione geografica.

Il dato più interessante della ricerca riguarda il tipo di vincolo scelto da coloro che aprono un conto deposito. La crescita di depositi non vincolati dal 30% del primo semestre del 2015 al 48,9% del secondo semestre è il segnale interessante di una tendenza dei risparmiatori a non vincolare i risparmi in vista dell’insorgere di una qualsiasi esigenza di liquidità.

Si riducono così i conti deposito vincolati, passando dal 70% del primo semestre al 51,1% della seconda metà dell’anno. La rilevazione diventa ancora più importante se la si confronta con lo stesso periodo del 2013, quando la quasi totalità dei depositi era vincolata, nella percentuale del 94,4%.

L’ultimo semestre dell’anno che si è appena chiuso mostra un aumento della percentuale di conti con un importo superiore ai 50.000 euro: 29,7% contro il 25,4% dei primi sei mesi del 2015. Si riduce la percentuale di conti con un importo medio compreso tra i 20 e 50.000 euro, nella misura del 25,6% verso il 37,4% del semestre precedente. In rialzo l'intervallo tra i 5.000 e i 10.000 euro, che arriva al 19,9% rispetto al 12,5%, mentre rimane sostanzialmente stabile la porzione di conti con un importo medio uguale o inferiore ai 5.000 euro, pari all’11,4%.

In termini di durata, l’evidenza è l’aumento della percentuale di conti con un termine superiore ai 36 mesi: è l’8,4%, contro il 6,9% del semestre precedente. Raddoppia anche il periodo 25-36 mesi, che fa registrare +8,8% contro il 4,4%. Si riduce la durata 13-24 mesi, arrivando al 18,4%, contro il 25% precedente e aumenta notevolmente anche la scelta del breve periodo, scelto dal 17,1% dei titolari.

Del tutto invariato il dato sull’età dei titolari dei conti. La classe dominante è quella degli over 55, con il 42,2%, seguita dalla fascia d’età 41-55 anni con il 36,9% e dai 26-40 anni con il 19,6%. Chi ha meno di 25 anni occupa una piccola fetta della statistica, solo l’1,3%.

Si alza di poco l’importo medio detenuto degli over 55, 47.956 euro, seguito dai 43.102 euro della fascia di età 41-55 anni. Cala l’importo medio della fascia 26-40 anni, stabilendosi a 30.136 euro contro i 36.556 del semestre precedente.  Per contro, si alza l’importo detenuto dai 18-25enni fino a 29.557 euro, verso i 25.143 del periodo precedente. Interessante il gap con le rilevazioni del periodo corrispondente nel 2011, che aveva fatto registrare un importo medio per la classe di età più giovane pari a 15.070 euro.

In ultimo, la distribuzione geografica. Si riduce ancora la percentuale di conti detenuti al Sud, il 13,7% contro il 17,3% del primo semestre, aumentando invece al Nord nella misura del 71,9%: era il 69,5% del semestre precedente. Cresce leggermente anche il centro Italia, facendo rilevare un 14,4% sul 13,2% dei primi sei mesi dell’anno.

A cura di: Paola Campanelli

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