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Conto corrente, è l’era degli aumenti selvaggi

17/10/2016
Conto corrente, è l’era degli aumenti selvaggi

Molte le tattiche adottate dagli istituti di credito per salvaguardare i propri interessi, dalle clausole floor sui mutui a tasso variabile all'aumento delle spese del canone dei conti corrente. Sempre più banche stanno cercando di compensare le mancate entrate derivanti dai tassi d'interesse bassi e dai versamenti al Fondo nazionale di risoluzione con incrementi incondizionati della tenuta conto per i correntisti, nel pieno rispetto della normativa bancaria. 

"Le banche italiane non solo praticano i costi dei conti correnti più cari d’Europa, pari a 318 euro l’anno contro una media di 114 euro dell’Ue, ma ora compiono manovre fraudolente sulla pelle dei clienti, costretti a pagare gli errori dei banchieri e una gestione dissennata del credito e del risparmio”, accusano Federconsumatori e Adusbef

I costi dei conti correnti a pacchetto, infatti, la cui media delle spese per commissioni per le maggiori banche quali Intesa, Unicredit, Mps, Bpm, Ubi, Bnl, Cariparma, prevede un canone annuo carta di credito 33,40 euro; bonifico allo sportello in contanti 5,75 euro; pagamento utenze per cassa 4,71 euro; bonifico allo sportello con addebito in conto 4,93 euro; prelievo bancomat su altra banca 1,87 euro; elenco movimenti allo sportello 0,73 euro; pagamento utenze online 1,20 euro; bonifico online su altra banca 1,07 euro; prelievo di contanti allo sportello 0,66 euro, saranno appesantiti da un ulteriore costo, quello per il fondo di risoluzione.

Il prossimo 31 dicembre, infatti, i correntisti del Banco Popolare, privati cittadini e imprese, si ritroveranno l’una tantum di 25 euro da pagare, sotto la voce: “parziale recupero dei contributi versati dal Banco Popolare al neo costituito Fondo Nazionale di Risoluzione”, un balzello quantificato per il quarto gruppo bancario italiano in 152,1 milioni di euro per l’anno 2015, che graverà sui correntisti nella voce: ”Spese fisse di liquidazione”.

Anche UBI (Unione Banche Italiane) il quinto gruppo bancario e UniCredit (il secondo) alleggeriranno le tasche degli utenti.

UniCredit si era già portata avanti, applicando nuovi balzelli ad alcuni conti a pacchetto a partire dal 1° luglio 2016, giustificati da “alcuni interventi legislativi e/o regolamentari nonché impegni imposti da Autorità, che hanno determinato dei costi e minori ricavi per la Banca, che costituiscono giustificato motivo per un aumento (…) del Canone Mensile Relativo ai Moduli Transazionali”. Pertanto, con decorrenza 1 luglio 2016 (…) si intenderanno applicate nella nuova misura indicata in corrispondenza”, un canone mensile rispettivamente di 5, 7 e 12 euro aggiuntive, a seconda che il conto sia Silver, Gold o Platinum.

UBI ha invece imposto un aumento del costo di gestione dei conti correnti, con un rincaro del 60%, decorrenza primo ottobre, con la causale: “aumento spese sostenuto dal gruppo Ubi per il Fondo di garanzia dei depositi e gli oneri sostenuti dal gruppo creditizio per il finanziamento del Fondo nazionale di risoluzione”.

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A cura di: Cristina Fortarezzo D'Amicis

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