logo confrontaconti.it

Quando le banconote non contano

Pubblicato il 07/02/2017

Aggiornato il 15/02/2017

Quando le banconote non contano

Nonostante i 100 milioni di carte di credito, 2 milioni di POS e 43.000 gli sportelli ATM dove effettuare pagamenti di bollette, tributi e ricariche, sono ancora l'83% le transazioni che nel nostro Paese avvengono in contanti, contro la media del 65% in Europa.

Che il desiderio di contante degli italiani non diminuisca ne avevamo parlato nella news "Crescono i pagamenti elettronici, ma il contante vince", dove i dati di Bankitalia erano stati chiari su come le banconote rappresentino ancora per gli italiani una certezza.

Ma quando invece il denaro contate non ha sicuramente alcun valore, tanto che il negoziante può rifiutarsi di riceverlo in pagamento?

Un caso è quello in cui le banconote che si presentino non integre, perché logore, segnate oppure rotte. Un comunicato della Banca Centrale europea che risale al 2003, messo a punto successivamente con disposizioni pubblicate sul sito web della Banca d’Italia, fa chiarezza sui diversi casi. Perché è necessario distinguere e separare le diverse situazioni: se le banconote sono solo segnate e scarabocchiate, macchiate o logore e se invece sono danneggiate o addirittura mutilate.

Bisogna premettere che esiste una regola di massima, ma secondo quanto stabilito dalla Banca Centrale europea ogni situazione differente va delegata, caso per caso, alle singole Banche centrali nazionali. Secondo quanto dispone la nostra Banca, le banconote logore o sporche devono essere eliminate dalla circolazione, per cui normalmente si procede con la loro sostituzione. Analoga soluzione per quelle mutilate, purché la parte mancante non superi il 50% della banconota. In entrambi i casi la procedura è quella di presentarsi presso gli sportelli di Bankitalia, dove si procederà alla sostituzione immediata del denaro con altro di equivalente valore. Ma attenzione, perché l’operazione è a piena discrezionalità della Banca che, nel caso in cui rilevasse buona fede del possessore e un danneggiamento modesto, opterà per il cambio della banconota. Se invece dovesse rilevare dolo o un danneggiamento intenzionale, potrà richiedere un accertamento passando il caso all’amministrazione centrale e, nei casi più estremi, potrà anche rifiutarsi di procedere con il cambio.

Di tutt’altra natura è la perdita di valore di un altro tipo di banconota, quella da 500 euro. La decisione ha ormai natura certa, visto che ai primi dell’anno la Banca Centrale europea ha sospeso in via definitiva l’emissione del taglio da 500 euro della nostra moneta. La finalità è quella di fermare la circolazione di grandi quantità di denaro liquido che ne possa favorire l’uso non legale.

Con un breve comunicato, la Bce ha dichiarato di “fermare permanentemente la produzione della banconota da 500 euro a causa delle preoccupazioni che questa banconota possa facilitare attività illecite. La fine della circolazione è previsto avverrà verso la fine del prossimo anno.

In tema di denaro e pagamenti, va da sé che la soluzione più comoda, facile e soprattutto sicura per ogni tipo di transazione, anche la più piccola, siano le carte di pagamento, quando non le forme digitali più evolute come abbiamo avuto modo di vedere in "Pagamenti contactless: la rivoluzione dei digital payment".

Per conoscere le soluzioni di conto online più convenienti basta consultare il portale ConfrontaConti.it inserendo poche semplici informazioni e in una manciata di click si arriva a trovare il conto corrente più adatto al proprio profilo di correntista.

A cura di: Paola Campanelli

Come valuti questa pagina?

Valutazione media: 5 su 5 (basata su 2 voti)

Articoli correlati