Imposta di bollo sui conti deposito
L’imposta di bollo sui conti deposito è proporzionale
al deposito ed è pari allo 0,20% calcolato sulle giacenze. Ciò vuol dire che l’imposta
di bollo dovuta per i conti di deposito è pari
al 2 per mille della somma depositata, ma con una importante
distinzione fra persone fisiche e non. C’è infatti un tetto massimo di 14.000
euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche, mentre non c’è alcun limite
massimo per le persone fisiche.
L’imposta di bollo è un’imposta indiretta cartolare e
ha come oggetto la trascrizione del negozio giuridico su atti, documenti e
registri in forma cartacea e digitale: ciò significa che i contribuenti sono tenuti a questa prestazione obbligatoria nei
confronti dello Stato. Viene definita indiretta perché non è proporzionale
alla capacità contributiva dei soggetti e cartolare in quanto fa riferimento alla
rappresentazione dell’atto.
Ad illustrare la determinazione dell’imposta dovuta
sono le circolari dell’Agenzia delle Entrate numero 48/2012 e numero 15/2013.
In primis va esaminata l’intestazione del conto deposito e va fatta una
distinzione tra persone fisica o giuridica. Va poi considerato anche il momento
in cui viene applicata la tassazione:
l’imposta di bollo si paga in base al valore della rendicontazione, che cambia
a seconda del contratto di deposito che è stato sottoscritto.
Ci sono istituti di credito che prevedono, ad esempio,
rendicontazioni mensili o trimestrali e altri che ricorrono a rendicontazioni
semestrali o annuali. In base alla rendicontazione, dunque, due conti deposito
che presentano stesse peculiarità sul fronte del rendimento e della durata
possono prevedere due importi differenti per l’imposta di bollo.
Un altro aspetto importante che va valutato per meglio
capire il calcolo dell’imposta di bollo sui conti deposito è quello relativo al
periodo di vigenza. L’imposta di bollo
viene, infatti, applicata anche in base alla data di apertura del conto
deposito. L’imposta viene dunque determinata in considerazione del periodo
in cui risulta attivo il conto: se ha una rendicontazione annuale al 31
dicembre ed il conto deposito è stato aperto ad ottobre, l’imposta di bollo sarà
pari soltanto ad un quarto. Se il conto deposito, alla
data di rendicontazione, risulta invece chiuso, bisogna pagare l’imposta minima
di un euro.
Conti correnti e conti deposito: cosa cambia?
Mentre, ai sensi dell’art. 1852 e successivi del
codice civile, il conto corrente si caratterizza per un servizio di cassa da parte
dell’intermediario, che si obbliga a compiere operazioni di incasso e
pagamento su istruzione e nell’interesse del correntista, con la nota 0215567/13
del 1° marzo 2013 Banca d’Italia ha invece chiarito che, nella prassi bancaria, la nozione di deposito comprende
sia:
- i depositi che costituiscono la provvista di un conto corrente
- i depositi con funzione diversa dal punto precedente, ovvero i contratti
distinti dal conto corrente (certificati di deposito, depositi alimentati
attraverso un conto corrente di appoggio, ecc.), ma anche i depositi in
conto corrente la cui funzione principale non sia quella di fornire una
provvista al conto
Come deve quindi essere applicata l’imposta di
bollo nel caso di conto corrente che riconosca anche un interesse sulle somme
depositate?
- Nel caso di contratto giuridicamente distinto dal conto corrente,
ovvero di depositi in conto corrente, la cui funzione principale non sia
quella di fornire una provvista al conto, l’imposta viene applicata in
misura proporzionale, pari al 2 per mille;
- Con riferimento ai depositi in conto corrente l’imposta va applicata in
maniera autonoma rispetto a quella applicata al conto corrente, nella
misura proporzionale del 2 per mille per le giacenze che risultano
vincolate, ovvero per le quali il cliente perde la libera disponibilità
delle somme, fintanto che permane il vincolo. Tali giacenze non devono
essere considerate ai fini della valutazione complessiva della posizione
del cliente persona fisica per la verifica del limite disposto dei 5.000 euro
del valore medio di giacenza;
- Inoltre, ai fini della corretta individuazione della tassazione applicabile al
rapporto di conto corrente e a quello di deposito, non ha rilievo la
circostanza che le giacenze del deposito in conto corrente, libere da
vincoli di indisponibilità, siano remunerate. Infatti, le giacenze che
costituiscono in via prevalente la provvista del conto corrente, ancorché
fruttifere di un interesse, non devono essere soggette a distinta
tassazione rispetto al rapporto di conto corrente;
- Infine, le circolari 48/2012 e 15/2013 chiariscono che, ai fini della
determinazione dell’imposta dovuta, occorre considerare l’intestazione
del conto corrente o del libretto di risparmio. In particolare, nel
caso di imprenditore individuale, l’imposta da applicare è quella relativa
alle persone fisiche, sia per il conto corrente che per il conto di deposito.
Conti deposito senza imposta di bollo: esistono?
Negli ultimi tempi sono tante le offerte presenti sul
mercato per invitare i clienti a depositare i propri risparmi. Le banche,
soprattutto quelle online, propongono conti deposito a zero spese. Non sono
previsti costi per l’apertura del conto, né per la sua gestione o chiusura.
In particolare ci sono alcune offerte che prevedono conti deposito senza imposta di bollo.
Ciò significa che l’imposta di bollo sarà pagata dalla banca al posto dell’intestatario del conto
deposito, che potrà così beneficiare di questa promozione e di maggiori guadagni.
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