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Come si compila un assegno bancario: i 5 errori da evitare

È consigliabile compilare un assegno con una penna a inchiostro indelebile per scongiurarne eventuali manipolazioni. È fondamentale, inoltre, affinché un assegno venga ritenuto valido, che riporti le informazioni necessarie: luogo, data, importo in cifre e in lettere, nome del beneficiario e firma.

compilazione assegno
Come compilare un assegno

L’assegno bancario è uno strumento di pagamento. Viene utilizzato in sostituzione dei contanti e presuppone che il titolare di un conto corrente, il traente, ordini alla banca di versare una specifica somma di denaro a favore di un’altra persona, ossia il beneficiario.

Con un assegno si possono effettuare pagamenti anche di importo molto elevato. Si tratta di un mezzo di pagamento che permette di monitorare con maggiore facilità le spese che siamo soliti affrontare. Un libretto di assegni ne presenta 10 o 20. Ognuno può essere staccato con facilità e consegnato al beneficiario.

Esistono varie tipologie di assegno: assegno bancario, assegno postale, assegno circolare. Quest’ultimo, al contrario di quello bancario, viene emesso dalla banca a favore di un beneficiario quando c’è l’effettiva disponibilità della somma. L’assegno circolare non potrà mai essere scoperto.

Compilare un assegno è semplice ma è sempre bene prestare attenzione ed evitare di commettere i 5 errori più comuni:

  • Errori di ortografia,
  • Errori riguardanti l’importo: va indicato sia in cifre che in lettere in maniera corretta,
  • Assenza di firma dell’emittente,
  • Firma dell’emittente incomprensibile,
  • Presenza di una causale non consentita.

Quando stacchiamo un assegno, resta attaccato al libretto il talloncino, detto anche “madre”, che riporta il numero del relativo assegno. Qui il titolare può segnare la data, l’importo e il beneficiario del pagamento.

Se l'assegno non presenta le informazioni necessarie, la banca può rifiutare il pagamento a chi lo presenta. Compilare correttamente un assegno equivale in primis a tutelare il cliente che lo emette e ad evitare alterazioni del suo contenuto. 

Condizioni preliminari per la validità dell'assegno 

È consigliabile compilare un assegno con una penna a inchiostro indelebile per scongiurarne eventuali manipolazioni. È fondamentale, inoltre, affinché un assegno venga ritenuto valido che riporti le informazioni necessarie, quali:

  • Luogo in cui si emette l’assegno,
  • Data di emissione,
  • Importo in cifre e in lettere, sempre con due decimali anche se di importo zero,
  • Nome del beneficiario (persona o società) in favore di cui viene disposto l’ordine di pagamento,
  • Firma.

Attenzione al luogo: piazza e fuori piazza

Un assegno bancario viene incassato in massimo 8 giorni se viene riscosso nello stesso luogo dell’emissione. In questo caso si dice “su piazza”. I tempi si allungano se la città è diversa (“fuori piazza”): in questi casi l’assegno può essere incassato entro 15 giorni.

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No assegni post-datati!

Su ogni assegno va riportata la data in cui è stato realmente emesso: bisogna indicare giorno, mese e anno.

Inserire su un assegno una data successiva a quella reale è rischioso soprattutto se chi emette l'assegno non dispone di danaro sufficiente al momento dell'emissione. La post-datazione non è permessa dalla legge e per di più non esclude che l'assegno venga comunque presentato dal beneficiario in banca per l'incasso. In questi casi se chi ha emesso l’assegno non ha la disponibilità economica per pagare sarà sottoposto anche a una sanzione.

L'importo in cifre: non dimenticare i decimali

Su un assegno l’importo va riportato due volte, una in cifre e l’altra in lettere. L’importo include anche due decimali da inserire dopo la virgola in quello in cifre e dopo una barra in quello in lettere, ma sempre in forma numerica. I decimali vanno messi anche se sono pari a zero. Ad esempio: € 100,20 in cifre; € Cento/20 in lettere. Sia prima che dopo l’importo inserito è preferibile indicare il simbolo # in modo che nessuno possa modificare la cifra.

L'importo in lettere dopo quello in cifre

Dopo l’importo in cifre, va indicato l’importo in lettere. I decimali vanno sempre inseriti dopo la barra dell’importo in lettere, anche se pari a zero. Si tratta di una misura di cautela per evitare che una volta emesso l’assegno possa essere contraffatto con l’aggiunta di altre cifre, modificando così l’importo originario.

Attenzione alle clausole trasferibile e non trasferibile

Esistono due tipologie di assegni, trasferibile e non trasferibile. Gli assegni che presentano la dicitura “non trasferibile” possono essere incassati solo dal beneficiario indicato. Gli assegni trasferibili sono invece privi dell’indicazione del beneficiario: vengono versati a colui che esibisce il titolo per l’incasso. Questa caratteristica rende l’assegno trasferibile molto più vicino al contante e per questo soggetto a limitazioni sul fronte del contrasto all’evasione fiscale.

L’assegno deve riportare, infatti, sempre la clausola “non trasferibile” se l’importo è pari o superiore a 1.000 euro: l’inosservanza di questa disposizione implica l’applicazione di sanzioni amministrative, anche molto alte, a carico di chi emette l’assegno e di chi lo accetta. La clausola di non trasferibilità garantisce che l’operazione sia totalmente tracciabile.

Come sapere se un assegno è valido?

Per non incassare una spiacevole sorpresa quando riceviamo un assegno, come il mancato pagamento da parte della banca, è bene verificare che il titolo sia compilato in tutte le sue parti; che non siano presenti abrasioni, alterazioni o interventi correttivi e che non sia mancante dell’angolo destro. Al momento dell’incasso potremmo non avere l’immediata disponibilità dei soldi sul conto corrente. È nella convenzione assegni con la banca che sono presenti, infatti, i termini entro cui si avrà la disponibilità delle somme.

Ultimo aggiornamento aprile 2024