Conto deposito, quando conviene cambiare
Uno strumento semplice e con rischi estremamente contenuti. Queste sono le caratteristiche che da sempre identificano i conti deposito, ai quali ne va aggiunta una terza in questa fase storica: la possibilità di ottenere rendimenti tutt'altro che trascurabili.

I conti deposito sono tornati molto attrattivi negli ultimi mesi. Le migliori offerte attuali arrivano al 5% lordo annuo, che è un tasso competitivo non solo nell’ambito del reddito fisso, ma anche se messo a confronto con altre asset class. Detto questo, potrebbe essere il momento giusto per chiudere il conto già in essere e aprirne uno nuovo. Ecco quando farlo.
Momento propizio per investire
Il punto di partenza è dato dall’inflazione, che ad agosto ha messo a segno un +5,5% nel confronto con dodici mesi prima. Rispetto ai picchi di fine 2022, il carovita si è dimezzato, ma resta comunque su livelli molto sostenuti. D’altro canto le banche dell’Eurozona oggi possono contare su una Bce meno interventista del passato e questo le spinge ad alzare i rendimenti sui conti deposito in modo da raccogliere denaro per la propria attività.
Quello attuale appare come un momento propizio per investire nei conti deposito anche perché il trend rialzista dei tassi potrebbe essere vicino al capolinea. Secondo le attese di mercato, dovrebbe esserci un nuovo rialzo da qui a fine anno, probabilmente un ritocco ulteriore di mezzo punto nei primi mesi del 2024 e già dalla seconda metà del prossimo anno è lecito attendersi i primi tagli.
A quel punto verosimilmente i tassi sui nuovi conti caleranno, mentre chi avrà un contratto in corso potrà contare sui rendimenti più elevati fino alla scadenza.
Quando è conveniente cambiare
Il forte incremento dei rendimenti per i nuovi conti, registrato negli ultimi trimestri, potrebbe rendere conveniente chiudere il vecchio conto deposito, chiedendo il rimborso anticipato del contratto in essere, per sostituirlo con uno nuovo che prevede condizioni più allettanti. Anche a costo di rinunciare, integralmente o anche solo parzialmente, agli interessi maturati fino alla data di chiusura anticipata.
La convenienza è forte soprattutto per le posizioni aperte due o tre anni fa e ancora lontane dalla scadenza. Per capire se è conveniente o meno la rottamazione, che non necessariamente comporta il passaggio da una banca all’altra, non resta che calcolare – ancora una volta un comparatore online come ConfrontaConti.it può risultare utile – il guadagno del nuovo contratto, per poi confrontarlo con quello esistente, incluse eventuali penali sui tassi previste in caso di estinzione anticipata.
I parametri da considerare nella scelta
Quanto ai nuovi contatti, poi, i parametri più importanti ai quali guardare sono essenzialmente tre: il rendimento, anche valutando l’eventuale presenza di tassi più elevati solo per i primi mesi, la durata e gli eventuali vincoli. Questi ultimi non impediscono al cliente di ritirare il capitale versato prima dell'arrivo della scadenza, ma di solito questo avviene a fronte di una trattenuta importante che può arrivare fin quasi ad azzerare il rendimento. In merito alla durata, i conti deposito possono andare da un minimo di sei a un massimo di 60 mesi. Tendenzialmente più è lunga la durata del contratto, maggiore risulta il rendimento, ma è importante riflettere bene prima di scegliere per capire se si tratta di somme che si possono accantonare a lungo, in quanto tendenzialmente non dovrebbero servire per incombenze varie.
Come per tutti gli investimenti (anche per i conti deposito, soprattutto nelle scadenze brevi), occorre poi valutare l’aspetto del rendimento atteso. Ricordando che dalle somme lorde occorre sottrarre il 26% di aliquota sui guadagni, a differenza dei Titoli di Stato, che invece sono tassati al 12,5%. Quanto al grado di rischio, al pari dei conti correnti, in quelli deposito c’è la garanzia pubblica fino a 100 mila euro, a tutela di eventuali crack della banca depositante.