Pagamenti digitali: dal 2026 obbligo dello scontrino fiscale, cosa cambia per esercenti
Dal 2026 entra in vigore un nuovo obbligo per gli esercenti, che dovranno associare il proprio registratore di cassa ai terminali POS utilizzati. Questa novità contribuisce alla lotta alla micro-evasione fiscale, verificando che a ogni pagamento con carta corrisponda uno scontrino.
Dal 2026 chi ha un esercizio commerciale dovrà associare il registratore di cassa, già collegato all'Agenzia delle Entrate, ai terminali POS utilizzati. La novità, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, sta facendo discutere, anche se l'obiettivo è nobile: contrastare la micro evasione e verificare la corrispondenza tra scontrini registrati e incassi da pagamenti digitali.
Collegamento tra cassa e POS: cosa cambia
La riforma che prevede l'obbligo di collegare cassa e POS entrerà in vigore solo tra qualche mese: la norma scatterà da gennaio, ma gli esercenti avranno fino a 45 giorni per adeguarsi.
Per i clienti non cambierà nulla e, sul piano pratico, nemmeno per gli esercenti. La norma, infatti, prevede soltanto che il registratore di cassa e i terminali POS usati per ricevere i pagamenti con carta vengano associati. L'associazione dovrà essere fatta tramite il sito dell'Agenzia delle Entrate, usando i numeri di matricola dei dispositivi.
Grazie a questa associazione, quando il cliente paga con la carta, il POS segnalerà che è avvenuta una transazione: in questo modo, l'Agenzia delle Entrate potrà verificare se in corrispondenza del pagamento digitale è stato emesso uno scontrino.
I registratori di cassa sono già collegati all'Agenzia delle Entrate e trasmettono i dati relativi alle transazioni giornaliere, ma non c'è modo di verificare la corrispondenza tra scontrini e incassi da pagamenti digitali. Con l'associazione dei dispositivi, invece, si potrà stimare la corrispondenza tra incassi e ricevute emesse, senza che vengano trasmessi i dati identificativi di ogni pagamento.
Qual è l'obiettivo della riforma
La riforma punta a fornire un'arma in più contro l'evasione fiscale, che rappresenta un enorme ostacolo alla crescita del Paese. Secondo il MEF, il fenomeno dell'evasione ha raggiunto un valore di circa 100 miliardi di euro.
Parte di questo importo evaso è dovuto alla cosiddetta micro-evasione, cioè il mancato pagamento delle imposte dovuto su piccoli importi, ad esempio per la colazione al bar o per il pranzo al ristorante per i quali non viene battuto lo scontrino fiscale.
Dal prossimo anno, quando si paga con la carta, l'Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di verificare che siano accompagnate dallo scontrino.
Le sanzioni per chi non rispetta la normativa
L'associazione tra registratore di cassa e terminale POS richiede solo pochi minuti e può essere fatta direttamente dall'esercente o da un intermediario autorizzato tramite l'area riservata del portale Fatture e Corrispettivi.
Per mettersi in regola è necessario verificare che i dispositivi usati siano compatibili (alcuni vecchi modelli di cassa potrebbero non esserlo) e recuperare il numero di matricola dei terminali. Basterà indicare quali sono i POS usati e collegarli alla cassa. Per facilitare l'associazione tra i dispositivi, l'Agenzia delle Entrate suggerirà i terminali POS che risultano intestati all'attività commerciale.
Gli esercenti avranno 45 giorni di tempo dall'entrata in vigore della norma (il 1° gennaio), per adeguarsi. Se si dovesse iniziare a usare un nuovo POS nel corso dell'anno, invece, l'obbligo di abbinamento tra cassa e POS scatterebbe dal sesto giorno del secondo mese successivo.
Per gli esercenti che non si adeguano sono previste sanzioni salate:
- Da 1.000 a 4.000 euro se non si procede al collegamento;
- 100 euro per ogni transazione non registrata o trasmessa, fino a un massimo di 1.000 euro a trimestre.
A queste sanzioni si aggiunge poi quella di 30 euro + 4% del valore dell'operazione se l'esercente rifiuta di ricevere un pagamento con la carta.
I migliori conti correnti per chi ama pagare con la carta
Secondo le rilevazioni del Politecnico di Milano, nel primo semestre del 2025 il valore dei pagamenti digitali in Italia ha raggiunto quota 236 miliardi di euro. Il dato è in crescita del 6% rispetto al 2024.
Rispetto agli ultimi anni, inoltre, anche lo scontrino medio si è ridotto. Allo stesso tempo, sono aumentati i pagamenti digitali fatti in negozio e tramite smartphone e smartwatch.
Per tanti italiani, quindi, i pagamenti digitali sono diventati uno standard e vengono usati per la maggior parte delle proprie spese, anche quelle di basso importo nei negozi di prossimità. Scegliere un conto corrente che offra delle carte di pagamento a condizioni convenienti è quindi sempre più importante.
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