ISEE e conto corrente, istruzioni per la dichiarazione
Il nuovo ISEE è già in vigore dall’inizio di quest’anno. Il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ha la funzione di riconoscere agevolazioni e prestazioni a sostegno del reddito dei contribuenti, dando la possibilità di accedere ad esempio a bonus per le mense scolastiche, riduzioni delle tasse universitarie, sconti sulle bollette di luce e gas, esenzione dal ticket sanitario.
A differenza con il passato, l’ISEE 2015 non offre la possibilità ai contribuenti di autocertificare la propria ricchezza, ma attualmente gran parte delle informazioni giungono all’Inps direttamente dall’Agenzia delle Entrate per evitare l’indebita fruizione dei privilegi assistenziali. I dati relativi al patrimonio mobiliare sono comunicati all’Anagrafe dei rapporti finanziari dalle stesse banche e da altri operatori finanziari.
Le nuove regole per la determinazione dell’ISEE hanno portato alla scoperta di immobili e redditi di ogni tipo e dalle pubblicazioni del Ministero del Lavoro risulta che i “senza patrimonio” sono scesi dal 73% al 24%, mentre solo il 30% dei cittadini ha dichiarato di non essere titolare di un conto corrente contro quasi l’80% degli anni passati.
La DSU 2015 (Dichiarazione Sostitutiva Unica) necessaria per il calcolo dell’Indicatore risulta molto più complessa rispetto a quella del 2014, poiché richiede numerosi dati e specifiche aggiuntive. Tra le varie informazioni, sia del dichiarante che dei familiari, devono essere indicate tutte le forme di risparmio possedute anche se detenute in altri Paesi.
Nel quadro FC della DSU devono essere inseriti non solo i conti correnti bancari, ma anche i libretti bancari, i conti deposito, i libretti postali nominativi e al portatore, i conti di pagamento, i conti vincolati/liberi e i conti bancari transitori. Tra i nuovi strumenti finanziari, vanno dichiarate anche le carte conto, vale a dire prepagate ricaricabili che hanno funzioni simili a un conto corrente e che occupano nel documento la Sezione II del quadro FC2.
Nella parte di dichiarazione in cui va specificato l’identificativo del rapporto, si può inserire sia il codice Iban che il numero di conto corrente, al quale deve essere aggiunto anche un codice numerico nella voce “Tipo rapporto”, ma solo nel caso di possesso di più strumenti finanziari: se, ad esempio, si è intestatari sia di un conto corrente che di un conto deposito, individuati entrambi dallo stesso identificativo, sarà necessario associare rispettivamente il codice 01 e 03 seguito da IBAN o numero di conto.
Per ogni tipologia di strumento posseduto va calcolato e inserito il saldo attivo, al lordo degli interessi, al 31 dicembre dell’anno precedente: andrà preso come riferimento anche l’ammontare della giacenza media, ma solo nel caso in cui questa durante l’anno sia stata superiore al saldo; in presenza di conto cointestato, va indicata la propria quota sia di saldo che di giacenza.
Per giacenza media annua si intende l’importo medio delle somme a credito del cliente nell’arco dei 12 mesi. Il calcolo si determina dividendo la somma delle giacenze giornaliere per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito/conto è rimasto aperto.
Per quanto riguarda le riduzioni da applicare al valore dei piccoli patrimoni mobiliari, è possibile detrarre una franchigia di 6.000 euro, aumentata di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare (oltre al soggetto che dichiara) e di 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo, fino a un tetto massimo di 10.000 euro.