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I rendimenti dei conti deposito convengono ancora

01/04/2016
I rendimenti dei conti deposito convengono ancora

Le manovre della BCE con i tagli al costo del denaro hanno inaugurato l’era dei tassi a zero, rendendo sempre più facile per i privati e le aziende l’accesso al credito ma riducendo i rendimenti della liquidità parcheggiata in banca.

Nonostante tutto, i conti deposito continuano a essere uno dei prodotti più redditizi tra quelli scelti da chi vuole investire a medio o lungo termine, con ritorni migliori rispetto a quelli offerti dai Bot a dodici mesi o dai conti correnti tradizionali, che possono superare il 2% lordo sulle somme vincolate.

I dati dell’Osservatorio di ConfrontaConti ci forniscono un quadro dettagliato riguardo ai comportamenti degli italiani e del loro rapporto con lo strumento “conto deposito”.

Il vincolo è una delle variabili che ha subito maggiori cambiamenti nel tempo in termini di scelte degli italiani. Ricordiamo che vincolando una somma di denaro per un periodo di tempo variabile da un minimo di 3-6 mesi a un massimo 5 anni, si possono ottenere interessi maggiori rispettando la condizione che la somma investita venga ritirata solo alla scadenza del periodo.

In questa prima parte dell’anno la percentuale dei conti vincolati si è ridotta rispetto ai semestri precedenti, raggiungendo il minimo storico dal 2010 del 45,5% sul totale dei depositi richiesti. La quantità di conti vincolati era stata infatti del 50,3% nello scorso semestre e aveva raggiunto la quasi totalità dei conti stipulati nella seconda metà del 2013, con il 94,4% di conti deposito a regime vincolato.

Cresce invece la percentuale di conti il cui importo è uguale o superiore ai 50.000 euro: è il 30,2% in questi primi mesi dell’anno, contro il 29,8% del semestre precedente. Guadagna pochi punti percentuali anche la fascia di importo subito inferiore, ricompresa tra i 20.000 e i 50.000 euro, con il 25,5% e la fascia 5.000-10.000 euro con il 19,8% dei conti, e aumenta anche la percentuale di conti con importo inferiore ai 5.000 euro, facendo rilevare il 13,4% sul totale delle richieste.

Più della metà dei conti deposito - il 55,3% - ha una durata compresa tra i 7 e i 12 mesi, mentre il 18,2% dei richiedenti sceglie il periodo 13-24 mesi. Si riduce la percentuale di conti aperti con durata inferiore ai 6 mesi, è il 13,6% nei primi due mesi dell’anno contro il 16,2% dello stesso periodo del 2015, mentre continua a tenere con il 6,8% la durata superiore ai 36 mesi, conquista degli ultimi due anni se si considera che nella seconda metà del 2011 lo stesso intervallo non superava lo 0,6%.

Nessuna variazione di rilievo anche riguardo all’età dei richiedenti, salvo l’evidente aumento degli over 55 che sono il 44,3% contro il 41,9% del semestre precedente e detengono anche le somme più alte, in media 48.970 euro. Il 37,1% ha tra i 41 e i 55 anni e possiede un importo medio di 44.487 euro, mentre  il 17,5% ha un’età compresa tra i 26 e i 40 anni e detiene sempre in media 32.886 euro. Solo l’1,1% dei titolari ha meno di 25 anni e una cifra sul conto che si aggira sui 23.750 euro.

La distribuzione per area geografica vede il nord Italia stabilire il record dei conti deposito aperti dal 2010: il 73,6%. Nel Centro troviamo solo il 12,9% dei conti, mentre al Sud e nelle Isole si raggiunge una percentuale del 13,5%.

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A cura di: Paola Campanelli

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