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Carte di credito e criptovalute: la rivoluzione di Trump nei pagamenti

La nuova amministrazione Trump punta a cambiare i sistemi di pagamento spingendo sull'utilizzo delle valute virtuali. E chiede di ridurre le commissioni sulle carte di pagamento. Una rivoluzione americana destinata a influenzare anche l’Europa e l’Italia.

06/12/2024
bitcoin su una tastiera del computer
La rivoluzione di Trump nei sistemi di pagamento USA

La vittoria elettorale repubblicana negli Stati Uniti, che ha aperto le porte della Casa Bianca al neo presidente eletto Donald Trump come successore di Joe Biden, porterà dei cambiamenti nel settore dei pagamenti in America. Ma, come in un effetto domino, ciò che accadrà dal prossimo gennaio dall’altra parte dell’Atlantico si rifletterà in un secondo momento anche in Europa, Italia compresa, e investirà conti correnti, carte di credito e conti deposito.

A urne chiuse e con Trump nuovo presidente Usa, John Adams, firma di peso della rivista “American Banker”, la Bibbia del settore bancario a stelle e strisce, ha disegnato lo scenario che attenderà nel 2025 il comparto dei pagamenti, con il segmento delle carte di credito che cederà progressivamente il passo a quello delle criptovalute.

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Più criptovalute e meno carte di credito: la mossa di Trump

Un cambio di rotta che ha già messo in allarme i due giganti dei circuiti di pagamento internazionali, Visa e Mastercard, a cui appartengono le carte di credito, debito e prepagate che abbiamo anche noi nel portafogli o sul wallet digitale dello smartphone.

Da New York a Los Angeles, gli analisti del settore creditizio prospettano una deregolamentazione del settore dei pagamenti. Ciò sarà una cattiva notizia per le società emittenti carte di credito, ma sarà una buona notizia per coloro che sperano di trarre profitto dalle criptovalute.

Così come ritengono che Trump e il Congresso (in mano ai repubblicani) possano promuovere politiche che non ostacolino le grandi fusioni bancarie e lascino campo libero alle partnership tra banche tradizionali e fintech.

Maggiore protezione e tutela finanziaria per i consumatori

Di certo, ad “American Banker” ritengono che una delle prime mosse dell’amministrazione Trump sarà la ristrutturazione e il rilancio del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB), per garantire maggiori tutele per i consumatori e misure più popolari.

Infatti l’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti è responsabile della protezione dei consumatori nel settore finanziario, la cui giurisdizione si estende su banche, cooperative di credito, società di intermediazione mobiliare, società di servizi per l’assistenza sui mutui, società di servizi per il recupero dei pignoramenti e crediti. Allo stesso modo, c’è da scommettere che Trump spinga per soluzioni private a problemi come i pagamenti digitali e l’inclusione finanziaria.

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Stop alle commissioni di carte di credito troppo elevate

Intanto, la futura amministrazione Usa si sta già muovendo sul terreno legislativo e legale per provare a limitare con nuove norme il potere delle società che emettono carte di credito e gli annessi circuiti di pagamento.

Entrambi gli schieramenti politici, sia repubblicani che democratici, sembrano concordi nel sostenere una riforma nel settore. Non a caso, durante la campagna, Trump aveva chiesto un tetto temporaneo del 10% sui tassi di interesse delle carte di credito. Una mossa che difficilmente si tradurrà in pratica, ma fa capire quale sarà la strada imboccata dalla nuova leadership americana.

In quest’ottica, si inquadra l’accordo siglato da Visa e Mastercard per abbassare le commissioni di scambio, sebbene un giudice abbia successivamente respinto l’intesa. A settembre il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio Visa, sostenendo che la società di carte di pagamento monopolizzi il settore delle carte di debito americano rendendo più difficile la concorrenza. Su questa lunghezza d’onda, il CFPB ha ridotto il limite delle commissioni di mora per i pagamenti con carta di credito da 32 dollari a 8 dollari.

Trump punta sulle criptovalute, ma non emesse dalla Fed

“American banker” fa notare che, negli Stati Uniti, il settore delle valute digitali basate sulla tecnologia blockchain ha “virato a destra, a causa di politici e ricchi donatori che cercano una causa comune” e per la “tradizionale inclinazione libertaria delle criptovalute”.

Del resto, i mercati delle criptovalute sembrano entusiasti della elezione Trump e si augurano un quadro normativo più favorevole rispetto agli ultimi quattro anni.

Anche perché la stessa famiglia Trump ha di recente avviato una società di valute virtuali, senza tralasciare il fatto che miliardari della tecnologia come Elon Musk e Peter Thiel avranno influenza sulla nuova amministrazione e sull’incentivare lo sviluppo del settore dei bitcoin e delle altre valute digitali.

Siccome Trump non vorrà dare alla Federal Reserve (Fed) più potere di quello che ha attualmente, punterà a concedere più spazio ai privati che vogliano emettere nuove criptovalute per rivoluzionare il settore dei pagamenti. Un maggiore margine di manovra alle banche commerciali renderà la strada verso il dollaro digitale, o una valuta virtuale emessa della Banca centrale americana, sempre più in salita. Anche perché una central bank digital currency favorisce una disintermediazione e le grandi banche negli Stati Uniti sono piuttosto potenti, così come le società di pagamento come Visa e Mastercard.

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A cura di: Paolo Marelli

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