Conto corrente per tutti: arriva la legge ma resta il nodo dei costi
Dopo l'approvazione del testo alla Camera, è in arrivo una nuova legge che introduce il diritto per tutti di poter aprire un conto corrente. Indubbiamente si tratta di una buona notizia, soprattutto per le fasce a rischio di esclusione finanziaria, ma quali saranno le conseguenze sulle spese bancarie?

La Camera ha approvato all'unanimità il disegno di legge n. 1091-1240-A che riunisce due separate proposte di legge a tema inclusione finanziaria.
Il provvedimento, in fase di approvazione al Senato, rafforza i diritti dei cittadini, ma le associazioni dei consumatori invitano alla cautela e a fare attenzione. Sotto la lente ci sono i costi bancari, che rischiano di lievitare a seguito dell'introduzione dei nuovi obblighi a carico delle banche.
Diritto al conto corrente: le novità introdotte dalla normativa
Il disegno di legge interviene nei rapporti tra banche e correntisti stabilendo che le banche non possono:
- rifiutare le richieste di apertura di conto corrente;
- esercitare il diritto di recesso unilaterale dai rapporti di conto corrente con saldo positivo.
Le banche saranno quindi obbligate a siglare il contratto di conto corrente e a mantenerlo attivo con chiunque ne faccia richiesta, a meno che non ravvisino delle violazioni della normativa antiriciclaggio o antiterrorismo. In questo caso, dovranno comunicare per iscritto il motivo del rifiuto o della chiusura all'altra parte, entro 10 giorni.
La novità è importante e tutela soprattutto quei clienti che sono considerati poco affidabili da parte degli istituti di credito. Ne sono un esempio i cattivi pagatori oppure coloro che fanno un lavoro considerato rischioso dalle banche: con l'approvazione della norma, questi soggetti non avranno più difficoltà ad aprire un conto corrente.
Le banche reagiranno aumentando i costi?
Per il sistema bancario le novità si tradurranno in un maggior numero di conti correnti aperti e le banche vedranno crescere i propri clienti. Si tratterà, però, presumibilmente di conti considerati "ad alto rischio" e quindi più costosi per le banche.
Il timore, ora, è che l'introduzione del diritto al conto corrente possa diventare un boomerang per i cittadini. Ampliare i diritti delle persone a rischio di esclusione finanziaria potrebbe far aumentare i costi per tutti, portando al ritocco all'insù dei canoni già attivi oppure introducendo nuovi prodotti più costosi rispetto a quelli attualmente presenti nelle offerte delle banche.
Le associazioni dei consumatori hanno sollevato la questione e invitano i clienti a monitorare con attenzione le prossime mosse delle banche e a verificare le comunicazioni degli istituti, per rilevare tempestivamente eventuali aumenti.
In caso di rincaro, se non si vogliono sostenere i maggiori costi per la tenuta del conto corrente si può:
- optare per un conto corrente di base, gratuito a determinate condizioni;
- scegliere un conto corrente gratuito.
Conto corrente di base o conto corrente senza canone: quale conviene?
Il conto corrente di base è un prodotto finanziario pensato per chi fa poche operazioni durante l'anno e non ha bisogno di servizi extra rispetto a quelli tipici di un conto corrente. Per legge, il conto corrente di base deve essere offerto gratuitamente a chi ha un ISEE fino a 11.600 euro e ai pensionati con ISEE fino a 18.000 euro.
Chi non rispetta questi requisiti o vorrebbe accedere a servizi aggiuntivi, come carte di credito o opzioni di investimento, può valutare l'apertura di un conto corrente gratuito. Si tratta di conti senza spese fisse di gestione: spesso non è previsto alcun canone, mentre a volte il canone può essere azzerato.
Per verificare qual è il miglior conto corrente zero spese si può usare il comparatore di ConfrontaConti.it: il confronto è gratuito, permette di selezionare le funzionalità desiderate e guida alla scelta delle soluzioni che rispondono meglio ai propri bisogni. In generale, se si vogliono abbassare le spese bancarie il confronto tra conti è il miglior punto di partenza.