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Conti correnti: l’indagine di Banca d’Italia

Lo scorso anno, secondo Banca d’Italia, nonostante i costi dei conti correnti online siano aumentati di più rispetto a quelli tradizionali, rispettivamente del 13 e del 4,2 per cento, restano i più convenienti. A gravare sul rincaro soprattutto le spese per l’emissione e la gestione delle carte.

09/12/2022
conti con calcolatrice e simbolo percentuale
Rapporto Banca d'Italia sulle spese di gestione dei conti correnti

Il costo dei conti correnti nel 2021 è cresciuto molto più dell’inflazione, per gran parte addebitabile a due componenti: le spese di emissione e la gestione delle carte di pagamento. È quanto emerge dalla tradizionale indagine annuale di Banca d’Italia, la quale ha segnalato che le spese variabili sono cresciute principalmente per effetto della maggiore operatività della clientela, che si era invece contratta nel 2020 (anno dell’esplosione della pandemia), in particolare per le operazioni presso gli sportelli. Nel dettaglio, lo scorso anno la gestione di un conto corrente è rincarata di 3,8 euro a 94,7 euro: pari a un incremento del 4,2% contro un tasso d’inflazione fermato all’1,9%.

+13% le spese di gestione per i conti online

La variazione riflette la dinamica registrata sia dalle spese fisse sia dalle variabili, che hanno contribuito rispettivamente per il 73,4% e il 26,6%. La spesa dei conti correnti online – che restano comunque più convenienti rispetto a quelli tradizionali – ha registrato una crescita più sostenuta, del 13%, passando da 21,5 a 24,3 euro, in ragione dei canoni di base e di una maggiore operatività dei correntisti. Per lo stesso motivo si è mossa in sintonia anche la gestione dei conti postali: +9,4%, da 53 a 58 euro. In lieve calo la commissione per la messa a disposizione dei fondi (MDF) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente (dall’1,8 all’1,7% del credito accordato) e la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV), applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti, passata da 18,9 a 16,9 euro.

Ancora determinante la crescita delle spese fisse

La tendenza al rialzo delle spese di conto corrente è in atto da ormai sei anni consecutivi. Con l’eccezione del 2014, ricorda la nota di Via Nazionale, la crescita delle spese fisse ha sempre contribuito in modo determinante alla dinamica, sia nel corso delle fasi espansive sia in quelle di contrazione della spesa. Nel 2021 le spese fisse sono ammontate a 66,9 euro e rappresentano quasi il 71% per cento della spesa complessiva, con una crescita di 2,8 euro (+4,3 nel 2020) per effetto, come accennato, delle spese per canoni di base e spese di gestione ed emissione delle carte di pagamento (debito e credito). Le spese variabili, che incidono per il restante 29%, sono state di 27,8 euro e cresciute di un euro sull’anno precedente, sotto la spinta dell’aumento dell’attività (pari +1,8 euro), mentre le commissioni sono in media calate (per una flessione delle spese di 0,8 euro). Nel 2021 è rincarato (del 2,35%) anche il pagamento dell’imposta di bollo, pari a 17,4 euro e, inclusa questa voce, la spesa di gestione sale a 112,1 euro.

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Stabile al 66% la quota di chi paga meno dell’ICC

Lo scorso anno la quota di clienti che ha sostenuto una spesa di gestione inferiore all’ICC (Indicatore dei Costi Complessivi) è rimasta invariata rispetto al 2020, ed è stata pari al 66%. La spesa di questi conti è stata di circa 79,9 euro a fronte di un ICC di 210 euro. Nel rimanente 34% la spesa di gestione è stata di 122,6 euro a fronte di un ICC di 52 euro. La spesa di gestione, segnala il report, mostra un’ampia variabilità tra i vari gruppi della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), maggiore per i profili di consumo più sofisticati.

I conti online restano i più convenienti

Ai conti correnti online, che rivestono interesse per le loro particolari caratteristiche tariffarie, Banca d’Italia dedica un ampio spazio. Il deciso rincaro della relativa gestione visto nel 2021 è dovuto all’incremento della spesa per i canoni di base e delle spese di emissione delle carte di debito. Tra le spese variabili i contributi più significativi sono riconducibili alla spesa per bonifici – per effetto dell’accresciuta operatività – e alle maggiori altre spese variabili, determinate a loro volta da un aumento della spesa per ricariche effettuate con prepagate. Comunque, la spesa dei conti online si attesta su un livello ancora significativamente inferiore a quello dei conti bancari convenzionali: il divario è pari a 70,4 euro (69,4 euro nella rilevazione precedente) e deriva principalmente dalla più conveniente struttura tariffaria.

A cura di: Fernando Mancini

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