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Conti correnti: un quinto della liquidità italiana è in Lombardia

Il saldo totale dei conti correnti della Lombardia rappresenta il 20,4% della liquidità italiana. Seguono Lazio (10,5%) e Veneto (9,2%). È il podio della classifica sulle riserve regione per regione della Fabi, con un divario Nord-Sud. Tutti i numeri e come trovare un conto corrente zero spese.

07/05/2024
salvadanaio a forma di maialino sullo sfondo e fila di banconote e monete in Euro in primo piano
La mappa italiana della liquidità sui conti correnti disegnata dalla Fabi

La Lombardia è il “salvadanaio” d’Italia. In questa regione è custodito un quinto della liquidità degli italiani. Alla fine dello scorso anno, i correntisti residenti a Milano e nelle restanti undici province lombarde avevano in banca complessivamente 234,4 miliardi di euro, pari al 20,4% del totale e al doppio rispetto alle altre due regioni che si posizionano sul secondo e terzo gradino del podio dei risparmi: il Lazio con 120,9 miliardi e il Veneto con 105,4 miliardi hanno rispettivamente il 10,5% e il 9,2% delle riserve italiane.

La Fabi non solo ha calcolato la ricchezza presente nelle casseforti degli istituti di credito, ma ha anche stilato una classifica regione per regione. Nella sua ricerca, la Federazione autonoma bancari italiani ha messo in relazione l’ammontare del saldo complessivo dei conti correnti con la popolazione residente in ogni singola regione.

Conti correnti: la classifica delle regioni più ricche

A fine 2023, il saldo totale dei conti correnti delle famiglie italiane è sceso a quota 1.151,1 miliardi di euro, in calo di 43,5 miliardi rispetto alla fine del 2022, con una diminuzione del 3,6%.

Lombardia, Lazio e Veneto sono le tre regioni della Penisola che detengono nel complesso il 40,1% della liquidità italiana, pari a una somma totale di 460,7 miliardi di euro.
La classifica redatta dalla Fabi prosegue poi con:

  • 97,7 miliardi in Emilia Romagna (8,5%);
  • 90,1 miliardi in Piemonte (7,8%);
  • 87,7 miliardi in Campania (7,6%);
  • 72,9 miliardi in Toscana (6,3%);
  • 60,4 miliardi in Puglia (5,3%);
  • 58,1 miliardi in Sicilia (5,1%);
  • 32,1 miliardi in Liguria (2,8%);
  • 30,3 miliardi nelle Marche (2,6%);
  • 28,7 miliardi in Trentino Alto Adige (2,5%);
  • 26,1 miliardi in Friuli Venezia Giulia (2,3%);
  • 25,6 miliardi in Calabria (2,2%);
  • 23,1 miliardi in Abruzzo (2,0%);
  • 22,7 miliardi in Sardegna (2,0%);
  • 14,3 miliardi in Umbria (1,3%).

Sotto quota 1%, nel terzetto di coda, si trovano la Basilicata con 10,8 miliardi (0,9%), il Molise con 6,1 miliardi (0,5%) e la Valle d’Aosta con 2,7 miliardi (0,2%).

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Lo squilibrio tra liquidità dei correntisti e popolazione

Scorrendo la graduatoria messa nero su bianco nell’analisi della Fabi, in alcuni casi, emerge uno squilibrio tra la quota di liquidità dei correntisti e la percentuale della popolazione residente. Tale fenomeno si rileva in senso negativo in particolare nel Mezzogiorno, dove le riserve bancarie non sono in linea con il dato demografico:

  • Campania 7,6% di riserve contro il 9,5% della popolazione residente;
  • Puglia 5,3% contro 6,6%;
  • Sicilia 5,1% contro 8,2%;
  • Calabria 2,2% contro 3,1%;
  • Abruzzo 2% contro 2,2%;
  • Sardegna 2% contro 2,7%;
  • Umbria 1,3% contro 1,5%.

Basilicata, Molise e Valle d’Aosta mostrano un dato bancario in linea con quello della popolazione residente. Nelle restanti 10 regioni, tutte al Nord o al Centro, invece, la fetta di liquidità nei conti correnti è più alta rispetto alla frazione di popolazione residente: in Lombardia, a fronte del 16,9% della quota di residenti, la liquidità corrisponde al 20,4%; nel Lazio, dove il divario è meno accentuato, il 10,5% della liquidità si raffronta con il 9,7% della popolazione, mentre in Veneto la distanza è di un punto esatto, 9,2% contro 8,2%.

A seguire: Emilia Romagna (8,5% contro 7,5%) e Piemonte (7,8% contro 7,2%). Poi tre casi di sostanziale equilibrio: Toscana (6,3% contro 6,2%), Liguria (2,8% contro 2,6%) e Marche (2,6% contro 2,5%). Lievemente più marcate le situazioni di Trentino Alto Adige (2,5% e 1,8%) e Friuli Venezia Giulia (2,3% contro 2,0%).

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Al di là della mappa geografica dei salvadanai più ricchi d’Italia, tutti i piccoli risparmiatori da Nord a Sud del Paese danno la caccia ai conti correnti che facciano risparmiare sui costi fissi di gestione. Un radar della convenienza per trovare un conto corrente zero spese è il comparatore di ConfrontaConti.it, che raffronta le offerte delle banche partner. Inoltre, con questo tool digitale e gratuito, puoi anche trovare un conto deposito per far crescere la tua liquidità parcheggiata sul conto corrente.

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A cura di: Paolo Marelli

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