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Cresce a piccoli passi la voglia di investire

L'elevata inflazione e il rialzo dei tassi orientano le scelte degli italiani. Secondo lo studio in esame, cresce la propensione degli italiani, rispetto al passato, a dirottare denaro dal conto corrente verso soluzioni di investimento a basso rischio.

14/11/2023
pile di monete che germogliano e grafico
Investimenti e rendimenti

Gli italiani puntano più del passato sugli investimenti, ma con un’attenzione particolare ai rischi. È quanto emerge da uno studio di Acri-Ipsos, presentato in occasione della Giornata del Risparmio. Una propensione che non può che essere letta positivamente alla luce dell’inflazione ancora elevata che fa perdere valore ai patrimoni tenuti fermi sui conti correnti, mentre in parallelo crescono i rendimenti di soluzioni garantite come i conti deposito e i Titoli di Stato.

Il rialzo dei tassi favorisce il reddito fisso

Con l’inflazione che da oltre un anno erode pesantemente i patrimoni accumulati dagli italiani, è giocoforza puntare con maggiore convinzione sugli investimenti. Una strada oggi seguita dal 34% degli italiani, due punti in più rispetto all’analoga rilevazione condotta lo scorso anno. Al tempo stesso, tuttavia, resta largamente maggioritaria la quota di chi tiene il denaro fermo sul conto corrente, a evidenziare i limiti della cultura finanziaria nel nostro Paese. Infatti l’inflazione, che un anno fa è arrivata a due cifre percentuali, erode il valore reale dei risparmi accumulati nel tempo, per cui tenere i soldi fermi sul conto significa accettare una perdita sicura. Questo mentre vi sono ad esempio conti deposito che offrono il 5,5% e oltre, con rischi particolarmente contenuti. Un rendimento molto interessante, soprattutto se i mesi a venire confermeranno la frenata del carovita registrata a ottobre (1,9% dal 5,3% di settembre). Questo pur considerando che il prelievo sui guadagni è quello classico del 26% previsto per gli asset finanziari, superiore quindi al 12,5% (aliquota agevolata dei Titoli di Stato).

I conti deposito possono essere attivati in pochi passi direttamente online e offrono una garanzia fino a 100 mila euro per depositante. Dunque, anche qualora la banca depositaria fallisse, il titolare del conto riceverebbe il ristoro pieno. Una soluzione particolarmente adatta ai cassettisti, considerato che – tornando alla ricerca - domina invece l’avversione al rischio mentre la quota di risparmiatori che vuole strumenti più sicuri sale dal 23 al 38%. Una tendenza che non sorprende alla luce del numero crescente di incognite che incombe sul mondo del risparmio e degli investimenti.

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I criteri di scelta degli investimenti

Il tema torna in un altro ambito indagato dalla ricerca. I nostri connazionali, nel momento di scegliere l’investimento, guardano in primis alla rischiosità (28%) e alla solidità del soggetto proponente (21%). La conseguenza è che il cash passa dal 35% al 26%, mentre il capitale di rischio scende dal 10% al 7% dello scorso anno. Il moltiplicarsi di conflitti in giro per il mondo, l’iperinflazione e il rischio recessione hanno portato in alcuni casi in secondo piano il tema della sostenibilità e questo spiega la quota limitata di italiani (20%) che oggi investirebbe in attività con impatto positivo su ambiente e società.

Il risparmio tiene, nonostante tutto

L’indagine evidenzia, poi, un’accresciuta propensione ad accantonare in scia anche alla riduzione della disoccupazione: il 48% del campione è riuscito a mettere via qualcosa contro il 43% del 2022. Il risparmio è percepito dagli italiani come un fattore in grado di assicurare tranquillità (39%) e tutela (22%), con un 10% che guarda invece soprattutto alla crescita.

Quanto ai consumi, il 77% degli italiani afferma di essere in grado di sostenere uscite non programmate fino ai mille euro (il dato è in crescita di due punti rispetto al 2022) e più in generale gli analisti rilevano il “ritorno a un cauto ottimismo” nel nostro Paese. Del resto, i nuclei in forte difficoltà economica sono in calo rispetto al 2022, mentre quelli che hanno registrato una migliore tenuta del tenore di vita crescono.

Infine, peggiora la fiducia verso la Bce, soprattutto alla luce dei continui rialzi dei tassi che “hanno messo in difficoltà molte famiglie e imprese che si sono trovate a pagare interessi più alti su mutui, prestiti, e finanziamenti”, per citare testualmente quanto segnalato nel report.

A cura di: Luigi dell'Olio

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