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Frodi creditizie, più casi in Lombardia, Campania e Sicilia

La classe d'età in cui si registra il maggior aumento percentuale delle frodi creditizie è quella dei 51-60 anni, mentre restano gli under 30 i più colpiti. Coloro che hanno tra i 18 e i 30 anni sono coinvolti in un caso di frode su quattro. Casi maggiori in Lombardia, Campania e Sicilia.

18/12/2023
ragazza disperata vittima di una truffa
Frodi creditizie in aumento nel 2023

Cresce il numero di truffe creditizie in Italia. Fenomeni criminali che colpiscono i consumatori di qualsiasi età e provenienza geografica. I primi sei mesi dell’anno si chiudono con 17.100 casi. L’importo medio frodato, tramite il furto di identità, ammonta a 4.845 euro. Lo rivela l’ultimo Osservatorio CRIF, che segnala anche un incremento dei raggiri rispetto al primo semestre 2022: +10,8%. A presentare il segno più inoltre è la somma rubata: +3,1%. Si stima un danno totale che supera gli 83 milioni di euro.

Sono gli under 30 i più colpiti da questi fenomeni criminali. Un caso di frode su quattro riguarda, infatti, coloro che hanno tra i 18 e i 30 anni. Rispetto allo scorso anno, però, si rileva un incremento di frodi per coloro che hanno tra i 51 e i 60 anni. L’incremento di casi per chi rientra in questa fascia d’età è pari a +10,6% in 12 mesi. Tra le vittime dei raggiri ci sono anche soggetti di età compresa tra i 41 e i 50 anni (22,8%) e coloro che hanno tra i 31 e i 40 anni (20,5%).

Dove si registra il maggior numero di frodi?

Nel primo semestre 2023 ci sono Lombardia (14,68%), Campania (11,33%) e Sicilia (11,24%) a posizionarsi sul podio per il maggior numero di frodi. A seguire Lazio (10,25%); Puglia (8,47%); Piemonte (7,67%); Emilia-Romagna (6,07%); Veneto (5,65%); Toscana (4,99%); Calabria (4,45%); Sardegna (3,20%); Abruzzo (2,43%); Liguria (2,39%); Marche (1,85%); Friuli-Venezia Giulia (1,40%); Umbria (1,18%); Trentino-Alto Adige (1,03%); Basilicata (0,80%); Molise (0,46%); Valle d’Aosta (0,11%).

L’incremento maggiore riguarda il Trentino-Alto Adige che, rispetto allo scorso anno, registra un aumento di frodi pari a +57,3%. Male anche in Piemonte dove la crescita è del +33,1%. In aumento inoltre le frodi creditizie in Friuli-Venezia Giulia (+30,1%) e in Umbria (+26,8%). Calo dei casi invece in Puglia (-19,2%) e in Molise (-33,8%).

I prestiti finalizzati sono i più coinvolti nei casi di truffa

Sono i prestiti finalizzati i prodotti di credito più coinvolti nelle frodi. Questi finanziamenti si piazzano in prima posizione per il maggior numero di casi registrati nella prima parte del 2023 (37,9%). In particolare è l’acquisto di elettrodomestici a rappresentare il tipo di frode più diffuso (34,6%). Al secondo posto ci sono i prestiti finalizzati all’acquisto di auto e moto (16,5%); a seguire i finanziamenti per abbigliamento – lusso (9,4%) e per prodotti di elettronica, informatica e telefonia (8%). Nella classifica relativa ai prestiti finalizzati oggetto di frode e alle categorie di beni acquistati spuntano anche spese per casa e ristrutturazione (7,9%); arredamento (7,8%); spese per la salute (6%).

A mettere a segno una crescita a doppia cifra sono anche i casi di truffa che riguardano le carte di credito: +22,1% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Nel primo semestre 2023 queste frodi rappresentano circa il 12% del totale. I raggiri riguardano, inoltre, i prestiti personali nel 18,3% dei casi; i fidi di conto nel 7,7% dei casi e interessano i mutui nel 4,9% delle volte. L’indagine rivela invece una contrazione massiccia per il credito revolving che ora rappresenta soltanto il 5,7% dei casi registrati (-73%). L’analisi di CRIF rivela, infine, un nuovo tipo di frode che riguarda la dilazione di pagamento. Per questa nuova forma di credito si registrano truffe nel 2,8% dei casi. Percentuale piccola, ma comunque triplicata rispetto allo scorso anno.

Secondo lo studio CRIF i documenti utilizzati per le frodi creditizie sono per lo più patenti di guida e carte di identità contraffatte. Quasi la metà dei casi viene scoperta nell’arco di un anno, mentre ci sono truffe che emergono solo dopo 3, 4 o addirittura 5 anni.

A cura di: Tiziana Casciaro

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