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Gli over 40 in prima linea per far fruttare i risparmi

Per tutta la stagione estiva sono stati i conti deposito vincolati i veri protagonisti, conquistando il 75 per cento delle richieste contro il 25 per cento dei conti deposito liberi. Ad essere più gettonati sono in particolare i depositi sopra i 50.000 euro.

22/09/2022
cassetta di sicurezza della banca con chiave appesa con simbolo dei dollari
Gli over 40 in prima linea per far fruttare i risparmi

Sono gli over 40 i protagonisti degli investimenti sicuri. È questa la fotografia più recente scattata a settembre dall’Osservatorio di ConfrontaConti.it. Sia coloro che hanno tra i 41 e i 55 anni che gli over 55 sono in prima linea quando si tratta di far fruttare i propri risparmi. Sono proprio quelli che appartengono a queste fasce d’età a optare, infatti, sempre più per un conto deposito per garantire elevati rendimenti sul capitale depositato. Poco inclini al risparmio invece i più giovani.

Se in passato, dunque, c’era un certo timore del rischio, oggi quella paura è stata sicuramente placata dall’obbligo per tutte le banche, attive nella Comunità Europea, di aderire a un sistema di garanzia di depositi che assicura un livello di garanzia di 100.000 euro per ogni depositante. È il caso del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per le banche italiane.

Dall’ultimo Osservatorio emerge anche un leggero calo delle richieste dei depositi pari o inferiori ai 5.000 euro (si è passati dal 9,2% all’8,6%) e un lieve aumento di quelle per depositi tra i 10.001 e i 15.000 euro. In quest’ultimo caso la percentuale resta comunque molto bassa: si è passati dall’1,9% del primo semestre 2022 al 2,2% attuale.

Sono sempre i depositi sopra i 50.000 euro ad essere i più gettonati. La percentuale oggi è pari al 30,7%. Stabili le richieste di depositi tra i 20.001 e i 50.000 euro (18,4%). In aumento, infine, le richieste dei depositi compresi tra i 5.001 e i 10.000 euro (si è passati dal 14,9% al 15,5%).

I vincolati al primo posto

Anche ad agosto i conti deposito vincolati hanno dominato la classifica con il 75% delle richieste contro il 25% dei conti deposito liberi. Un trend che ha caratterizzato l’intera stagione estiva, capovolgendo quanto avvenuto nei mesi passati. Nel primo semestre dell’anno le richieste dei conti deposito vincolati erano pari al 21,9%, mentre quelle dei depositi liberi al 78,1%. Quando l’investitore decide di vincolare il capitale con un conto deposito, accede a condizioni contrattuali sicuramente più favorevoli. In cambio, però, la somma depositata non va prelevata prima della scadenza del vincolo o si perde il diritto a percepire gli interessi.

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Più depositi con durata 25-36 mesi

Sono i depositi con durata 25-36 mesi a crescere negli ultimi tempi. Si è passati, infatti, dal 10,7% del primo semestre dell’anno al 17,7% attuale. Segno più anche per le richieste di depositi con durata superiore ai 36 mesi (il dato del primo semestre è del 21,5% mentre oggi è del 22,4%). La durata media degli investimenti più ricercata resta però quella compresa tra i 7 e i 12 mesi, nonostante il calo degli ultimi tempi: attualmente la percentuale di richieste di tali depositi è pari al 31,7% rispetto al 36,7% del primo semestre 2022. Le richieste di investimenti di durata 13-24 mesi passano dal 21,8% del primo semestre 2022 al 20,3% attuale. Resta il segno negativo per i depositi con durate inferiori o uguali ai 6 mesi: si è passati dal 9,3% del primo semestre dell’anno al 7,8% di oggi.

Al Nord più investitori

Sono le regioni del Nord Italia ad esprimere il maggior numero di investitori sul territorio italiano. Le richieste di conti deposito, che arrivano dall’Italia settentrionale, rappresentano il 67,1% del campione esaminato. In discesa i numeri registrati nelle regioni del Centro Italia: si è passati, infatti, dal 18,3% del primo semestre 2022 al 17,7% attuale. Lieve aumento, infine, per le regioni del Sud Italia e per le isole dove le richieste di conti deposito sono arrivate a rappresentare il 15,2% del campione esaminato. Durante il primo semestre 2022 la percentuale era invece pari al 13,8%.

A cura di: Tiziana Casciaro

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