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Tornano i rendimenti sui conti deposito. Come scegliere?

L'inflazione continua a erodere il valore dei patrimoni accumulati negli anni e questo suggerisce di non lasciare grandi somme ferme sul conto corrente. Con i depositi vincolati è possibile ottenere un rendimento, assumendosi rischi comunque limitatati.

04/05/2023
pile di monete con germogli e salvadanaio
Rendimento dei conti

Fino al 4,5% annuo. È il rendimento che oggi è possibile spuntare sottoscrivendo un conto deposito. Un livello tutt’altro che trascurabile, a fronte di un’inflazione che resta sì su livelli elevati, ma è in ripiegamento rispetto ai picchi raggiunti a fine 2022. Pertanto, nell’ottica di un portafoglio ben diversificato, è opportuno considerare di riservare una quota del proprio patrimonio a questi strumenti. A patto di conoscerne virtù e limiti.

Rendimenti in forte crescita per i conti deposito

Un giro su ConfrontaConti.it consente di conoscere le offerte proposte in questo momento a chi sottoscrive un conto deposito. Con gli interessi che arrivano fino al 4% per chi sceglie i conti vincolati a 36 mesi e al 4,5% per chi si impegna a non toccare il denaro per 60 mesi, vale a dire cinque anni. Certo, occorre analizzare con attenzione ogni offerta, cosa resa possibile sul comparatore grazie a indicazioni chiare di tutte le caratteristiche del contratto, ma è importante sapere che esiste la possibilità se non proprio di pareggiare, quanto meno di avvicinare sensibilmente il livello di inflazione, in modo da difendere il valore reale del proprio patrimonio. Con il rendimento reale che promette di diventare positivo, considerato che il carovita sta ripiegando velocemente e che probabilmente si sono visti solo in piccola parte gli effetti delle strette da parte della Bce, considerato che il rialzo dei tassi ufficiali richiede in generale dai sei ai nove mesi per riversarsi sui prezzi dei beni di consumo.

L’alternativa di tenere i soldi fermi sul conto corrente, che rende zero o quasi (ma in realtà il bilancio è quasi sempre negativo a considerare commissioni e balzelli vari) e quindi comporta una perdita sicura in termini reali.

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Conoscere lo strumento per effettuare una scelta consapevole

Il conto deposito può essere di due tipilibero, con la possibilità prelevare o versare denaro senza alcuna limitazione di tempo e di importo; vincolato, che comporta l’impegno a non toccare la somma investita per un arco di tempo che di solito può andare da dodici a sessanta mesi. Per questa ragione il conto vincolato offre rendimenti maggiori rispetto a quello libero, tanto più alti quanto maggiore è il vincolo. In questo modo, infatti, le società finanziarie sanno di poter disporre liberamente del denaro per le proprie strategie di business. Comunque il vincolo non è assoluto: in caso di necessità si possono sempre prelevare le somme depositate, ma a fronte di una penale che può arrivare a compromettere sensibilmente il rendimento netto.

Quanto alla fiscalità, dal rendimento lordo va sottratto il 26%, che è l’aliquota ordinaria in campo finanziario, con l’eccezione dei titoli di Stato, soggette all’aliquota agevolata del 12,5%. Va poi considerata la patrimoniale del 2 per mille prevista per tutti i conti titoli, anche se molte società promotrici di conti deposito scelgono di farsene carico – quanto meno per il primo anno – con l’obiettivo di attrarre clienti.

Quanto alle tutele, sono le stesse previste per i conti correnti. Se la banca depositaria dovesse finire in default, il risparmiatore sarebbe interamente coperto fino a un massimale di 100mila euro. Al di sopra di quella cifra non esistono garanzie pubbliche, ma l’esperienza dice che i fallimenti bancari chiamano in causa in primo luogo gli azionisti, quindi i titolari di obbligazioni subordinate, gli obbligazionisti tradizionali e, solo laddove non dovessero essere stati soddisfatti tutti i diritti dei crediti, ci si rivolge ai depositanti. Insomma, un’ipotesi molto remota, mentre più concreto è il rischio di dover attendere qualche settimana per sbloccare i ristori.

A cura di: Luigi dell'Olio

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