Contante: Italia innalza il limite di utilizzo

Il limite di utilizzo del denaro contante è un tema tornato alla ribalta nelle ultime settimane, dopo le recenti dichiarazioni del Premier Matteo Renzi e le novità introdotte con la Legge di Stabilità 2016.
E' stato infatti confermato che, con l'entrata in vigore del nuovo testo di legge, il limite di utilizzo di denaro contante passerà dall'attuale soglia di 1.000 euro a 3.000 euro.
Il nuovo limite di utilizzo della carta moneta non verrà applicato ai turisti extraeuropei, per i quali resta possibile fare acquisti in contanti nel nostro Paese fino a un massimo di 15.000 euro.
La manovra ha suscitato pareri contrastanti. Da un lato c’è chi infatti sostiene che una soglia di contante più elevata incentivi la ripresa economica; dall’altro chi ipotizza che sia una leva per la circolazione di denaro in nero, con un conseguente aumento dell’evasione fiscale.
Per Renzi vale la prima ipotesi, motivata dal fatto che l’evasione negli ultimi anni è stata controllata più attraverso l’information technology che non grazie alla stretta sull’utilizzo del contante. Si tratta peraltro di una rivoluzione culturale, visto che da sempre gli italiani sono affezionati alla banconota.
Uno scenario ben delineato da una pubblicazione non recentissima ma ancora attuale di Bankitalia. Nel novembre 2013 è stato stilato lo stato di salute dei pagamenti in Italia, evidenziando come il nostro Paese sia al fanalino di coda per quanto riguarda l’utilizzo di strumenti di pagamento: solo 71 operazioni annue a fronte di una media europea di 187 (194 nell’Ue). Parallelamente va evidenziato che l'83 per cento delle transazioni complessive è stato effettuato utilizzando contante, contro una media europea del 65 per cento.
Gli italiani peraltro hanno una predilezione per gli assegni, come strumento alternativo alla banconota, snobbando invece transazioni con carte (il 40 per cento circa del totale), bonifico e addebito diretto (15-17 per cento), dato inferiore alla media europea (30 per cento).
Ironia della sorte, mentre in Italia si dibatte sull’innalzamento del limite del denaro contante, all’estero c’è chi ha sposato in pieno la causa del cashless. Facciamo riferimento in particolare a Svezia e Danimarca, che si dichiarano pronte a mandare definitivamente in pensione il contante.
Secondo uno studio Mastercard i due Paesi Scandinavi sono al primo posto per l’utilizzo di pagamenti elettronici, una tendenza fortemente caldeggiata dalle politiche governative.
Da un’analisi della Danske Bank, sono più di un terzo i danesi che pagano i loro acquisti via smartphone, utilizzando la app Mobile Pay.
Analogamente in Svezia, secondo uno studio dello Stockholm's KTH Royal Institute of Technology sono in netto e costante calo i pagamenti in denaro contante. In Danimarca si profila dal 2016 l’abolizione del pagamento in contante negli esercizi commerciali.
A dare man forte a questo modello scendono in campo i colossi delle tecnologie, Apple e Google in primis, che negli ultimi mesi hanno lanciato sul mercato metodi di pagamento utilizzando il mobile, già da tempo attivi negli Usa. Un’evoluzione fisiologica, spinta anche dalla crescente propensione all’utilizzo degli smartphone.
Ogni medaglia ha però il suo rovescio. Se da un lato il modello cashless sembra essere la chiave di volta delle transazioni economiche in futuro, dall’altro non bisogna dimenticare che anche le frodi informatiche si adattano e gli hacker sviluppano sistemi sempre più sofisticati per commettere cyber crimini.