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Stretta ai movimenti di denaro contante

31/07/2018
Stretta ai movimenti di denaro contante

Nuova stretta della Banca d’Italia a prelievi e versamenti di contanti sul conto corrente per le operazioni eseguite di un valore pari o superiore ai 10.000 euro. Dovranno infatti essere segnalate da istituti di credito e Poste all’Unità di informazione finanziaria, l’autorità istituita presso la Banca d’Italia con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

In un documento pubblicato da Bankitalia e sottoposto alla consultazione pubblica per 30 giorni, si fa riferimento proprio alla normativa antiriciclaggio e si sottolinea l’obbligo per chi riceve versamenti o eroga contanti, quindi banche, uffici postali e istituti di moneta elettronica (es. Bancomat o carte di credito) di comunicare con cadenza mensile tutte le operazioni di movimentazione del denaro che superino i 10.000 euro in un mese solare.

Questi soggetti sono tenuti a informare l’Uif di tutte le operazioni di movimentazione di contanti che raggiungano o superino i 10.000 euro anche attraverso versamenti o prelievi separati, purché effettuati nell’arco dello stesso mese.

La stessa normativa, passati i 30 giorni durante i quali i soggetti preposti potranno fornire suggerimenti per eventuali modifiche, diventerà effettiva.

Cosa succede in caso di frazionamento del prelievo o del versamento?

Il Ministero dell’Economia vieta la divisione artificiosa dell’importo prelevato o versato sul proprio conto corrente solo per eludere la normativa sull’antiriciclaggio, ma l’importante sarà fare sempre attenzione a non superare i 1.000 euro per ogni operazione. Se infatti tra il primo e il 30 di un mese (solare) si effettueranno 10 transazioni da 1.000 euro, allora l’istituto di credito dovrà darne comunicazione all’Uif, ma se le operazioni saranno 20 da 500 euro, allora nulla dovrà essere comunicato. Allo stesso modo, se i movimenti avverranno dal 15 al 15 del mese successivo, quindi non nel mese solare, anche in questo caso sarà tutto regolare visto che ogni versamento (o prelievo) non supera i 1.000 euro.

Scatterà il controllo del fisco?

No, perché il controllo non è automatico e non parte in seguito alla sola segnalazione, ma solo nel caso di operazioni sospette che riconducano a ipotesi di riciclaggio del denaro e di finanziamento del terrorismo: in questo caso saranno analizzate ed eventualmente trasmesse agli organi investigativi e all’autorità giudiziaria.

Prelievi e versamenti ora con gli stessi limiti

La nuova normativa appena disposta dalla Banca d’Italia pone fine dunque alla libertà di prelevare denaro contante senza limiti, così come avevamo riportato nella nostra news di qualche mese fa "Prelevare e versare contanti sul conto corrente: istruzioni per non incorrere in sanzioni". In quella occasione avevamo scritto che i prelievi erano liberi per tutti, salvo fare attenzione su come si spendevano i soldi prelevati, visto che non era possibile pagare ad esempio la prestazione di un professionista in contanti oltre il limite consentito di 3.000 euro, ma l’operazione doveva avvenire con bonifico o assegno. Quello che già era sottoposto a vincolo riguardava invece i versamenti, per i quali l’Agenzia delle Entrate poteva sempre chiedere chiarimenti e, in mancanza, presumere che fossero ricavi non dichiarati.

Occhio anche alla soglia dei contanti

La legge dice che l’utilizzo dei contanti nelle transazioni è consentito per una somma solo fino a 2.999,99 euro: da 3000 euro in su bisogna utilizzare strumenti tracciabili, quindi un assegno circolare o bancario, un bonifico, la carta di credito, il vaglia postale o il bancomat.

Il divieto al trasferimento dei contanti tra soggetti diversi riguarda inoltre qualsiasi tipo di contratto, che sia un deposito, una donazione o un prestito, anche quindi se riguarda il genitore che regala soldi al figlio: se la cifra è uguale o superiore ai 3.000 euro, sarà necessario fare un bonifico o un assegno (che per importi superiori a 3.000 euro dovrà essere necessariamente trasferibile).

Come evitare di avere problemi con il fisco

Quando si tratta di movimenti di denaro, essere in buona fede ed essere in regola non sono due cose che coincidono, visto che sul contribuente titolare del conto vige la regola della inversione dell’onere della prova: in caso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate in seguito a movimenti di conto sospetti, spetta solo al correntista dimostrare con una prova non generica ma analitica per ogni versamento bancario che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili a operazioni imponibili (art. 32 del DPR n. 600 del 1973). Nel caso non si disponesse della prova, il fisco può presumere che si tratti di un’evasione fiscale e, quindi, tassare l’importo in questione.

Esistono così poche e semplici regole da seguire, sia che si tratti di un lavoratore dipendente o autonomo e cioè che ogni singolo movimento, anche il più piccolo, va giustificato dimostrando la provenienza del denaro attraverso prove documentali.

Perché scegliere un conto online

Disporre di un conto corrente online vuol dire effettuare gran parte delle operazioni in rete, senza il problema di dover predisporre la tracciabilità del denaro utilizzato o ricevuto. I conti online sono anche molto più convenienti di quelli tradizionali, proprio perché consentono con la gestione delegata al suo titolare di tagliare le spese.

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A cura di: Paola Campanelli

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