Banche: quelle italiane sono tra le più sicure
Secondo i test condotti dalla Bce relativamente all’attività dei principali istituti di credito europei, le banche italiane si piazzano nei primi posti per solidità e affidabilità. Credem Banca è la migliore banca in Italia ed è prima in Europa tra le banche commerciali.

Solide, sicure e in salute: è questo il quadro che risulta dai test condotti dalla Bce relativamente all’attività dei principali istituti di credito europei. Il parametro preso in considerazione è principalmente il Cet1, acronimo di Common Equity Tier 1, vale a dire il capitale della banca diviso il rischio assunto sui prestiti e mutui concessi.
L’attività di vigilanza svolta dalla Bce ha come finalità valutare e misurare i rischi a livello di singola banca. In particolare lo SREP (Supervisory Rewiew and Evaluetion Process) è il processo di revisione e valutazione prudenziale che consiste nel sintetizzare i risultati emersi dall’analisi su un anno di attività, indicando alle banche le eventuali azioni da intraprendere.
Attraverso il processo di SREP, i responsabili di vigilanza valutano lo stato di salute delle banche sulla base di quattro parametri principali:
- modello imprenditoriale;
- governance e rischi;
- capitale;
- liquidità.
Requisiti patrimoniali e gestione dei rischi dunque i requisiti fondamentali su cui si basa l’analisi, con l’autorità di vigilanza che invia alla banca un report sulle eventuali criticità riscontrate e gli obiettivi da raggiungere.
Italia prima tra gli istituti commerciali
A sorpresa, le banche italiane si piazzano nei primi posti per solidità e affidabilità, con Credem Banca che realizza in base ai requisiti patrimoniali un punteggio SREP dell’1,00%, migliore banca in Italia e al primo posto in Europa tra le banche commerciali. Fanno bene anche Banca Mediolanum (1,50%), Intesa Sanpaolo (1,72%) e UniCredit (2,00%), che dichiarano di aver rispettato ampiamente i requisiti patrimoniali richiesti.
La più alta dotazione di capitale che ha favorito risultati migliori deriva infatti dall’aumento della redditività dovuto al rialzo dei tassi di interesse e al continuo miglioramento della qualità degli attivi.
Le minacce per il futuro delle banche
Nell’anno appena passato quasi tutte le banche più importanti hanno riportato coefficienti Cet1 che hanno rispettato i requisiti richiesti, con un punteggio SREP complessivo invariato per il 92% delle banche rispetto al 2021.
Tuttavia, come ha dichiarato Andre Enria, Presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, il lavoro da fare è ancora lungo e l’invito è a adottare un approccio prudente. Considerata la crescita dei crediti deteriorati e che la situazione economica e geopolitica preannuncia conseguenze anche sul sistema bancario, il rischio concreto è minare i buoni risultati raggiunti per il 2022.
Di certo gli italiani non hanno smesso di affidarsi alle banche per tenere i risparmi accumulati soprattutto durante la pandemia, scegliendo strumenti di investimento cauti come i conti deposito, magari con vincoli brevi che consentano di liberare le somme quando dovesse diventare necessario disporre di liquidità.