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Brexit, la guida dell'Abi per pagamenti e investimenti

Nessun problema per i pagamenti e i prelievi nel Regno Unito con una carta emessa da una banca italiana. Chi è titolare di una carta abilitata ad un circuito internazionale può sempre usarla per prelevare agli sportelli automatici e fare spese nei negozi.

25/11/2021
regno unito fuori dall'unione europea
Brexit, la guida dell'Abi per pagamenti e investimenti

A partire dal primo gennaio 2021 il Regno Unito è uscito dall’Unione doganale e dal Mercato Unico UE e oggi c’è chi si domanda cosa sia cambiato per i clienti sul fronte delle operazioni bancarie, degli investimenti e dei contratti di assicurazione già sottoscritti. A rispondere agli interrogativi ci ha pensato l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) che ha redatto la guida “Brexit, le maggiori novità in 6 punti” per tendere una mano ai cittadini.

Questa infografica è stata realizzata dall’Abi in collaborazione con le banche e le Associazioni dei consumatori (ACU, Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Asso-Consum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.Di.Con, UNC). Si tratta di un’iniziativa che rientra nell’ambito del progetto Trasparenza semplice che ambisce a fornire strumenti informativi ed educativi ai clienti delle banche.

Il primo punto su cui ci si sofferma nella guida è quello riguardante i pagamenti e i prelievi nel Regno Unito con una carta emessa da una banca italiana. In merito a tale questione non si registra alcun cambiamento rispetto al passato: chi è titolare di una carta abilitata ad un circuito internazionale, può sempre usarla per prelevare agli sportelli automatici e fare spese nei negozi.

Un altro interrogativo a cui l’Abi risponde per fare maggiore chiarezza riguarda la possibilità di trasferire denaro nel Regno Unito, continuando a usare l’IBAN. Il Regno Unito rientra sempre nell’area unica dei pagamenti in euro e quindi si potrà continuare a fare e ricevere pagamenti SEPA. Tuttavia, potrebbe essere richiesto di fornire il codice BIC, oltre all’IBAN.

E se si va in vacanza nel Regno Unito, bisogna portarsi le sterline? Questa domanda è utile soprattutto per i turisti e per chi ama viaggiare. Non è necessario portar dietro le stelline quando ci si reca nel Regno Unito. Chi possiede una carta bancaria italiana può, infatti, continuare ad effettuare pagamenti presso qualsiasi negoziante che accetti la carta oppure prelevare sterline dagli sportelli automatici del Regno Unito. Se si prelevano sterline dagli sportelli automatici, bisognerà ovviamente sostenere i costi di cambio valuta, come già succedeva in passato.

Chi risiede in Italia, può inoltre continuare a fare acquisti mediante siti britannici. L’unica differenza è che oggi l’operazione corrisponde ad una transazione commerciale effettuata sul sito di un Paese extra UE. Ciò significa che se la merce è di origine britannica, non si applicano dazi ma è dovuta l’IVA. Se invece la merce è originaria di altri Paesi e non ha subito trasformazioni o lavorazioni ulteriori nel Regno Unito, si applicano anche i dazi, secondo la tariffa dell’UE.

Comparto assicurativo

L’Abi ha fatto riferimento nella sua nuova infografica anche ai i clienti del comparto assicurativo, rivolgendosi in particolare agli italiani che hanno stipulato un contratto di assicurazione con un’impresa assicurativa del Regno Unito. In merito a tale punto, l’Associazione Bancaria Italiana chiarisce che le coperture assicurative e l’importo dei premi presenti nel contratto di assicurazione non subiranno limitazioni o condizionamenti dopo possibili variazioni a livello societario, pianificati dall’impresa di assicurazione britannica per garantire la continuità del servizio in Italia.

L’impresa di assicurazione deve informare i clienti, in merito ai piani di azione, che possono riguardare:

  • la modifica della forma societaria;
  • lo spostamento della sede legale in un altro Paese dell’UE;
  • il trasferimento delle polizze ad altra compagnia di un altro Paese dell’UE, con contestuale diritto a recedere entro 60 giorni.

Gli effetti della Brexit sui rapporti contrattuali tra i clienti e l’impresa di assicurazione- si legge nella guida - dipenderanno anche dalla legislazione nazionale applicabile al contratto. Il consiglio per dormire sonni tranquilli è quello di interfacciarsi con l’impresa di assicurazione britannica, l’intermediario attraverso cui è stata comprata l’assicurazione e l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni).

A cura di: Tiziana Casciaro

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