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Cosa sono i Piani Individuali di Risparmio e a chi si rivolgono

I conti deposito sono tra gli strumenti di investimento più gettonati in Italia. Convenienti anche i Pir, Piani Individuali di Risparmio, con cui si può favorire la crescita dell’economia, indirizzando il risparmio verso le imprese e beneficiando di importanti benefici fiscali.

03/02/2021
vincolare il denaro per il futuro

I conti deposito sono strumenti di investimento: la loro funzione è assicurare rendimenti elevati sul capitale depositato. È questa finalità a renderli diversi dai classici conti correnti. In comune con questi ultimi c’è la modalità di apertura: sia in filiale che online. 

Il conto deposito non prevede spese nella maggior parte dei casi e garantisce tassi di interesse che sono ben più alti dei conti correnti tradizionali. Non ci sono inoltre rischi: le banche italiane aderiscono, infatti, al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che garantisce fino ad euro 100.000 per ogni deposito.

Per scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze, bisogna valutare l’interesse attivo che viene riconosciuto e i costi legati al mantenimento del conto. Un conto deposito può definirsi veramente vantaggioso in base agli interessi e al rendimento netto.

Come investire il risparmio a sostegno delle imprese

I conti deposito non sono l’unico strumento di investimento. L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) fa infatti sapere, con una nuova guida pubblicata online, che con i Pir, Piani Individuali di Risparmio, è possibile favorire la crescita dell’economia, indirizzando il risparmio verso le imprese e beneficiando di importanti benefici fiscali.

La nuova infografica, realizzata dall’Abi in collaborazione con le banche e le associazioni dei consumatori, nasce per aiutare i cittadini a conoscere questa importante forma di investimento a medio-lungo termine. Si tratta di uno strumento ideato per sostenere le piccole e medie imprese. Vediamo in che modo.

A chi sono riservati i Pir 

I Pir sono destinati a persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che non detengano contemporaneamente più di un Pir e non lo condividano con altre persone fisiche. La platea si è anche allargata: l’investimento in Pir è stato esteso infatti agli enti di previdenza obbligatoria e alle forme di previdenza complementare. 

I Pir - fa sapere l’Associazione Bancaria Italiana - possono investire in diversi strumenti finanziari emessi dalle imprese (azioni e obbligazioni), ma anche quote di fondi di investimento e conti correnti bancari, a patto che vengano rispettati i requisiti previsti dalla normativa nella composizione dei portafogli, nei limiti dell’investimento e nei tempi di detenzione. 

Benefici fiscali e requisiti

Ma quali sono i requisiti necessari per usufruire dei benefici fiscali? L’investimento non deve oltrepassare la quota dei 30.000 euro annui e 150.000 euro complessivi con una durata di almeno 5 anni. Inoltre non è possibile investire più del 10% del portafoglio in strumenti emessi dallo stesso emittente. Dalla guida si legge ancora che almeno il 70% del patrimonio deve essere investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia; di tale quota, almeno il 25 % deve essere investito in strumenti finanziari di imprese non presenti nell'indice FTSE MIB e almeno il 5% in titoli emessi da imprese diverse da quelle inserite nei panieri FTSEMib e FTSEMid Cap, dunque in piccole e piccolissime imprese.

Il beneficio fiscale consiste nell’esenzione dalle imposte sulle rendite finanziarie generate dall’investimento e dalle imposte di successione sull’investimento, senza vincoli specifici legati all’età dell’intestatario del piano. 

Cosa sono i Pir alternativi?

I Pir alternativi sono stati ideati nel 2020 ai fini di convogliare il risparmio privato verso piccole e medie imprese non quotate e particolarmente esposte alle conseguenze della pandemia da coronavirus. Tali prodotti finanziari possono essere detenuti da uno stesso risparmiatore in aggiunta ad un PIR tradizionale. 

I Pir alternativi presentano soglie di investimento più elevate e vincoli di investimento differenti rispetto a quelli tradizionali. Le due tipologie di prodotto hanno in comune l’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari, ma l'investimento va mantenuto per almeno cinque anni. Sul fronte delle soglie, nei PIR alternativi è possibile investire fino a 300.000 euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni di euro.

A cura di: Tiziana Casciaro

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