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Le banche contro l’eccesso di contante: il caso Fineco

A partire dal 18 maggio Fineco chiuderà i conti correnti con una giacenza sopra i 100.000 euro che non rispetteranno i seguenti requisiti: avere una qualche forma di finanziamento o alcun tipo di investimento. È guerra aperta delle banche ai maxi conti correnti, diventati ormai fonte di soli costi.

06/04/2021
tanti piccoli salvadanai d’oro schierati su una superficie nera
Le banche dichiarano contro i conti correnti oltre i 100.000 euro

In un mercato di tassi negativi e inflazione prossima allo zero, l’eccesso di accumulo di liquidità sui conti diventa un problema per le banche.

E mentre in tempi normali portare i soldi in banca era un bene per chi li custodiva, oggi oltre 1.700 miliardi di euro rimangono bloccati sui conti di imprese e famiglie, rischiando di costituire un impedimento per gli istituti di credito, e trasformarsi in un costo.

Lo annuncia Fineco Bank, la prima di una serie di banche che hanno elegantemente dichiarato “guerra al contante” attraverso una lettera alla clientela retail contenente una proposta di modifica unilaterale al contratto.

A causa della politica monetaria espansiva adottata dalla Bce, con conseguente aumento della produzione di liquidità e dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, la gestione dei conti correnti nelle casse della banca è diventata più costosa.

“Il motivo per cui la Bce ha portato i tassi di interesse in negativo” spiega Alessandro Foti, amministratore delegato di Fineco, “è per rendere costosa la liquidità e dunque favorire il suo travaso verso l’economia reale. Ma se il meccanismo si inceppa e la liquidità resta intrappolata sui conti correnti senza finire in consumi e investimenti, allora abbiamo un problema”.

A titolo esemplificativo, si legge nella lettera, il costo aggiuntivo attualmente sostenuto dalla Banca per un periodo di tre mesi sulla gestione della liquidità di un cliente con un saldo medio di 100.000 euro, è pari a 24,50 euro in più rispetto a novembre 2019.

La Banca allerta così i suoi clienti che, in considerazione del fatto che non sia possibile applicare tassi di interesse negativi sui conti (pratica consentita invece in molti altri Paesi), a partire dal 18 maggio prossimo procederà con la chiusura dei conti correnti con una giacenza sopra i 100.000 euro che non rispettino questi requisiti: avere una qualche forma di finanziamento o alcun tipo di investimento.

I provvedimenti adottati dalle altre banche

Al di là della posizione netta di Fineco, molte altre banche stanno cercando di usare maniere più dolci per invitare i propri clienti a investire i soldi fermi sui conti, perché improduttivi per le loro tasche oltre che per la banca.

BNL la definisce gestione attiva della clientela, cercando di indirizzare i possessori dei maxi-conti verso impieghi più remunerativi della liquidità, visto che l’inflazione condanna comunque a una perdita.

UniCredit è propositiva e suggerisce “ai clienti retail e imprese soluzioni alternative, come ad esempio investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo”.

Banco BPM dice di “proporre ai clienti soluzioni di investimento ed accumulo, specialmente di risparmio gestito che possano rappresentare una gestione efficace ed oculata della liquidità in eccesso presente sui conti correnti”.

Anche Banca Popolare di Bari sarebbe in procinto di inviare ai propri correntisti un’informativa simile a quella inviata da Fineco, mentre Crédit Agricole Italia fa sapere di non aver attivato misure simili a quelle prese da Fineco.

Le commissioni sui maxi conti di imprese e partite Iva

La tendenza delle banche è adottare misure meno drastiche per disincentivare l’accumulo di liquidità eccessiva, praticando ad esempio piccole commissioni sui conti di imprese e Partite Iva.

BPM ad esempio dallo scorso 5 febbraio applica una commissione di liquidità rilevante sui conti correnti di nuova apertura con saldo superiore ai 100.000 euro.

Unicredit ha introdotto il primo marzo la commissione di giacenza, mentre BNL applica per giacenze di valore superiore al milione di euro un costo di 1.000 euro al mese. Anche BPM dichiara di introdurre prossimamente commissioni proporzionali alle giacenze.

Le soluzioni sicure per chi dispone di liquidità

I cambiamenti che abbiamo visto riguardano solo i conti correnti con giacenze elevante, da 100.000 euro in su. C’è da dire che attualmente chi dispone di tanta liquidità, ma non ha intenzione di investire, tanto più in strumenti poco sicuri, può ricorrere al conto deposito, un conto corrente con funzionalità ridotte ma sicuro al 100% e con un guadagno praticamente garantito.

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A cura di: Paola Campanelli

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