Quanto conviene oggi un conto deposito?
Aggiornato il 22/10/2019

Le recenti analisi effettuate da ConfrontaConti.it sul comportamento del risparmiatore italiano, mostrano che i conti correnti sono ormai utilizzati come un salvadanaio; infatti, scoraggiato dai rendimenti degli altri strumenti “sicuri”, lo stesso adopera il conto corrente per custodire i propri risparmi e dormire sonni tranquilli. Per contro, negli ultimi anni, sui conti correnti e loro servizi accessori, vi è stata un’escalation di costi, ma nessun aumento del rendimento sul saldo. Ora, notizia degli ultimi giorni, anche in Italia si inizia a parlare dei tassi negativi, con la recente dichiarazione di Jean Pierre Mustier (Ceo di Unicredit), chiarita da una nota successiva della banca stessa che precisa il 2020 come data di attivazione di tale misura, e limita il campo di applicazione a una ristretta fetta di loro correntisti, quelli con saldo medio maggiore a un milione di euro, e solo sulla parte eccedente tale soglia.
Una situazione davvero difficile per chi non vuole avere niente a che fare con il rischio e che un tempo avrebbe invece messo quello stesso denaro su BoT o BTp, che purtroppo però, da qualche anno, viaggiano con rendimenti piuttosto contenuti. È così che si delinea la centralità del conto deposito, investimento con interessi certi e capitale garantito. L’Osservatorio di ConfrontaConti.it ne dà il rendimento netto intorno all’1%, parametro che varia in funzione del periodo di vincolo richiesto.
Quanto conviene oggi un conto deposito
La risposta è relativa, perché dipende a cosa lo si paragona. Se, come visto sopra, si considerano gli altri investimenti “certi”, va da sé che rimane di gran lunga il prodotto più redditizio. Se invece si fa un’analisi costi/ricavi, è con il vincolo a lungo termine (almeno 3 anni) che si può apprezzare a pieno la convenienza di questo strumento di risparmio.
Italiani più cauti e meno lungimiranti
Per fotografare la situazione dei conti deposito in questo momento nel nostro Paese ci viene incontro l’ultimo Osservatorio di ConfrontaConti.it, che analizza le interrogazioni pervenute al portale a partire dalla seconda metà dell’anno e mette a confronto i dati con quelli del semestre e degli anni precedenti. Nell’ultimo semestre più della metà delle richieste (55,1%) sono state per una durata dell’investimento da 7 a 12 mesi (era 47,5% prima), mentre perdono punti le durate più lunghe, specialmente quella tra i 13 e i 24 mesi (passata da 19,4% a 15,3%). Gli stessi 3 punti in meno sono per le somme dai 20.000 ai 50.000 euro, che segnano il 13,6% (contro il 16,5% precedente).
Inoltre le somme richieste oltre i 50.000 euro passano al 21,0% (dal 24,4%), mentre guadagna oltre 10 punti l’importo tra i 15.000 e i 20.000 euro, con il 46,7% sul totale del campione (era 35,8%).
Si riducono anche i vincoli
Se nella prima parte dell’anno l’84,1% dei conti deposito era vincolato, il secondo semestre fa crollare i vincoli al 62,6%, complici anche le offerte delle banche, più competitive sui vincolati nella prima porzione dell’anno. Non dobbiamo dimenticare che gli interessi corrisposti dalla banca sono direttamente proporzionali alla durata del vincolo, per cui se si riuscisse in qualche modo a pianificare di non disporre di una certa somma per un dato periodo, si potrebbe sfruttare al massimo la redditività di un conto deposito.
A questo proposito serve ricordare l’importanza di confrontare le offerte delle banche al fine di trovare la soluzione più conveniente e redditizia. Per farlo in maniera gratuita e veloce si può utilizzare il comparatore ConfrontaConti.it , cliccando sui migliori conti deposito oppure valutando un preventivo sulla base di parametri definiti personalmente, che mette a confronto le migliori offerte con quei precisi parametri.
Chi scommette sui conti deposito?
Ha più di 55 anni (40,5%) ed è del nord Italia (70,6%) il risparmiatore tipo che richiede un conto deposito. Tuttavia è ormai un prodotto che riscontra favore anche nelle fasce di età minori, dai 41 ai 55 anni (34,8%) e i giovani tra i 26 e i 40 anni (23,3%). In aumento anche di 2 punti percentuali le richieste al Centro del Paese, passate al 14,5% nel secondo semestre dell’anno.