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Rimborso 730 e quando va dichiarato il conto corrente

Entra nel vivo l’operazione modello 730, con l’invio con o senza modifiche del precompilato e con la possibilità di richiedere l’eventuale rimborso dell’IRPEF. Scopri anche come e quando occorre dichiarare al Fisco il conto corrente all’estero, oltre alle migliori offerte per un conto bancario.

24/05/2024
primo piano di computer con modello 730 da compilare
Come funziona il rimborso 730 e quando dichiarare il conto all'estero

Per i rimborsi sprint dal Fisco, l’invio del modello 730 deve avvenire entro venerdì 31 maggio. Così il contribuente potrà avere il rimborso IRPEF già nella busta paga di luglio 2024, o il 1° agosto nel cedolino della pensione. Chi salta questo primo appuntamento utile dovrà attendere un mese o più.

Infatti, il prospetto di liquidazione dell’Agenzia delle Entrate prevede che le operazioni di rimborso tramite il sostituto d’imposta (il datore di lavoro o l’ente previdenziale, per la maggior parte l’INPS), seguano questo calendario:

  • rimborsi disponibili dal 29 giugno per i 730 inviati dal 1° al 20 giugno;
  • dal 23 luglio per i 730 inviati dal 21 giugno al 15 luglio;
  • dal 15 settembre per i 730 inviati dal 16 luglio al 31 agosto;
  • 30 settembre per i 730 inviati dal 1° al 30 settembre.

Rimborso 730: come funziona e come riceverlo

L’operazione dichiarazione dei redditi 2024 entra nel vivo. Da lunedì 20 maggio è possibile inviare (con o senza modifiche) il modello 730 precompilato. E a proposito di credito d’imposta, c’è da ricordare che:

  • i dipendenti e pensionati possono ricevere il rimborso direttamente dal datore di lavoro con la busta paga o dall’ente pensionistico con la pensione;
  • i contribuenti senza sostituto d'imposta, per velocizzare il rimborso, la cui erogazione è a cura direttamente dall’Agenzia delle Entrate, possono comunicare telematicamente all’Agenzia il codice IBAN del proprio conto corrente.

C’è da notare, inoltre, che il modello 730 può essere utilizzato anche dagli eredi, per i contribuenti deceduti nel periodo compreso tra l’inizio del periodo d’imposta e il termine di presentazione del relativo modello 730.

Per i contribuenti che siano alla ricerca di un conto corrente per l’accredito del rimborso dell’IRPEF, il comparatore di ConfrontaConti.it permette di trovare le offerte più vantaggiose tra le banche partner. Di solito, i conti correnti più convenienti sono quelli online perché sono a zero spese.

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Modello Redditi PF: come ricevere il rimborso dell’IRPEF

Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi modello Redditi PF (persone fisiche) se emerge un credito e il contribuente indica di voler ricevere il rimborso, compilando il quadro RX, l’Agenzia delle Entrate, dopo i controlli, rimborsa le somme dovute. In alternativa, il contribuente può utilizzare il credito in compensazione per il pagamento di altri tributi da versare, oppure può scegliere di riportare il credito nella dichiarazione dell’anno successivo.

Anche in questo caso, per rendere più veloce l’erogazione del rimborso, il contribuente può comunicare all’Agenzia il codice IBAN del proprio conto corrente sul quale desidera che sia accreditato il rimborso.

Conto corrente all’estero: quando e come va dichiarato

Il conto corrente va dichiarato al Fisco? No, il conto corrente non deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi, con un’eccezione. Se si è una persona fisica residente in Italia e si ha all’estero un conto corrente, un libretto di risparmio o prodotti finanziari, allora vanno dichiarati nel modello 730/2024 nel nuovo quadro W ed è obbligatorio versare un’imposta sul loro valore: l’IVAFE.

L’imposta, calcolata sul valore dei prodotti finanziari e dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e al periodo di detenzione, è pari al 2 per mille. Per i prodotti finanziari detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato, dal 2024 l’imposta è stabilita nella misura del 4 per mille annuo.

Per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero dalle persone fisiche l’imposta è stabilita nella misura fissa di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio detenuti all’estero (100 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche).

L’imposta non è dovuta quando il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti conto e dai libretti non è superiore a 5.000 euro. A tal fine occorre tener conto di tutti i conti o libretti detenuti all’estero dal contribuente presso lo stesso intermediario, a nulla rilevando il periodo di detenzione del rapporto durante l’anno.

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A cura di: Paolo Marelli

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