Pagamenti digitali, Banca d'Italia lancia la campagna Occhio alle truffe
Tra le tipologie di truffe trattate dalla campagna di sensibilizzazione perché più ingannevoli nel campo dei pagamenti elettronici figurano il phishing, lo spoofing e il Man in the browser. Scopriamo cosa sono e quali regole seguire per evitare di cadere vittime di tali frodi.

È partita la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Banca d'Italia e dalle associazioni dei consumatori per fronteggiare le truffe nei pagamenti digitali. Fenomeni ancora troppo diffusi nel nostro Paese, sebbene in maniera contenuta rispetto alle innumerevoli transazioni che vengono effettuate quotidianamente dai consumatori.
“Occhio alle truffe” nasce per educare e informare i cittadini sulle frodi più insidiose di questi tempi in cui si è soliti utilizzare la carta di credito o di debito per acquisti online o fare bonifici e altre operazioni tramite home banking e app. Bankitalia detta al contempo delle regole di comportamento affinché si possa avere l’opportunità di recuperare le somme che eventualmente ci sono state sottratte in maniera indebita.
Al fianco della Banca d’Italia tutte le associazioni che hanno aderito all'invito, quali: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, CTCU, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, UDICON.
La campagna di sensibilizzazione “Occhio alle truffe”, partita a metà maggio, prevede una serie di incontri con i rappresentanti delle varie associazioni dei consumatori aderenti al progetto, la diffusione di materiale informativo ed eventi di approfondimento su tutto il territorio.
Come funziona il phishing?
Tra le tipologie di truffe trattate dalla campagna di sensibilizzazione c’è il phishing, ovvero quando si riceve una mail da un mittente, apparentemente affidabile, che chiede di cliccare su un link o di scansionare un QR code. Una volta compiuta questa operazione verrà richiesto anche di inserire i dati personali, come il numero o i codici della carta o le credenziali per accedere al proprio conto corrente online. Tecnica simile viene utilizzata anche tramite messaggi sul telefono (smishing) o direttamente tramite una telefonata (vishing).
Banca d’Italia detta così le regole per imparare a difendersi: non fornire mai credenziali, password e codici; non cliccare su link, né scansionare QR code presenti in messaggi sospetti; monitorare sempre le operazioni sul conto in modo da segnalare eventuali anomalie; attivare l’avviso che ci informa ogni volta che viene effettuato un pagamento elettronico.
Cos'è lo spoofing?
Un altro genere di frode presente in questo periodo prende nome di spoofing e si configura quando si riceve un'email, un messaggio sul telefono o una telefonata da qualcuno che si presenta come la propria banca. È sempre bene, infatti, leggere con attenzione le mail e far caso a possibili errori di grammatica o a richieste di pagamento.
Bankitalia fa sapere che gli istituti di credito non richiedono mai credenziali, codici di accesso e password ai clienti via telefono, email, sms, Whatsapp o altre app di messaggi. Se vengono comunicati questi dati si corre il rischio di non ricevere nemmeno il rimborso delle somme sottratte in quanto è stata agevolata, anche se non consapevolmente, la truffa. Se riceviamo anche una telefonata in cui ci viene comunicato che ci sono anomalie come l'accesso di estranei al o conto, attacchi informatici, il blocco della carta o il malfunzionamento dell'home banking, è sempre bene interrompere la conversazione.
Come difendersi da Man in the browser?
Tra le frodi più ingannevoli nel campo dei pagamenti elettronici c’è anche il cosiddetto “Man in the browser”, ossia quando il truffatore riesce a intercettare i dati che inseriamo sul nostro personal computer. Accade grazie a un virus informatico in grado di penetrare nel browser e di cambiare transazioni o pagine web in tempo reale. Ecco perché è fondamentale installare un antivirus e tenerlo aggiornato e non usare l'home banking con reti Wi-fi pubbliche.
Se ci si rende conto di aver subìto una truffa è bene segnalare subito alla banca le operazioni fraudolente e richiedere il rimborso e denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Se la banca non risarcisce in quanto attribuisce anche al cliente delle responsabilità, si possono chiedere chiarimenti tramite un reclamo scritto.