SPID a pagamento da luglio 2025: ecco chi sarà interessato e i costi
Lo SPID non sarà più gratuito per gli utenti di Aruba e InfoCert: i due provider hanno infatti annunciato l'introduzione di un canone annuo da pagare in occasione del rinnovo. All'origine di questa decisione il mancato versamento dei contributi pubblici previsti dalla legge.

Aruba e InfoCert, due dei principali provider di gestione dello SPID, hanno deciso di introdurre un canone annuo per l'utilizzo del servizio. La decisione sta facendo discutere e le associazioni di consumatori hanno già annunciato battaglia, sostenendo che non debbano essere i cittadini a pagare per l'utilizzo della propria identità digitale. Ma cosa succederà alle utenze SPID e come fare per continuare a usare il servizio gratuitamente?
SPID a pagamento: cosa cambia
Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è entrato in vigore dal 2016 ed è il servizio che permette l'identificazione sicura degli utenti che utilizzano i siti della Pubblica Amministrazione. Attualmente il servizio è gestito da 12 provider autorizzati, che hanno adottato diverse procedure per la verifica dell'identità.
Finora l'adozione iniziale dello SPID e i successivi rinnovi sono sempre stati gratuiti, ma forse le cose stanno per cambiare. Due dei principali provider, Aruba e InfoCert, hanno infatti deciso di introdurre un canone annuo, applicato dal primo rinnovo.
Lo SPID fornito da Aruba e InfoCert:
- sarà gratuito per il primo anno;
- avrà un costo di 4,90 euro + IVA per Aruba a partire dal secondo anno;
- avrà un costo di 5,98 euro IVA inclusa per InfoCert a partire dal secondo anno.
Perché lo SPID diventa a pagamento?
I provider hanno giustificato la loro decisione con la necessità di compensare i costi sostenuti per l'erogazione del servizio. Il canone applicato alle utenze SPID sarà utilizzato per:
- migliorare la sostenibilità economica del servizio;
- supportare l'innovazione tecnologica dei provider.
La decisione di Aruba e InfoCert di rendere a pagamento lo SPID ha provocato malumori e proteste da parte di cittadini e di associazioni di consumatori, che hanno sottolineato come nelle intenzioni iniziali l'uso dello SPID sarebbe dovuto essere completamente gratuito per gli utenti.
A finanziare il servizio sono dei fondi pubblici, la cui erogazione però è in grande ritardo. Il finanziamento da 40 milioni di euro destinato ai provider, approvato nel 2013 e che sarebbe dovuto essere distribuito entro pochi mesi, è stato autorizzato solo di recente e non è ancora stato concesso ai provider.
Dal momento che la convenzione tra lo Stato e i provider è in scadenza ai primi di luglio, le società che offrono lo SPID sono corse ai ripari e hanno optato per l'introduzione di un canone a copertura dei costi operativi.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha rassicurato provider e utenti, annunciando che i finanziamenti pubblici saranno sbloccati a breve e che il denaro verrà versato nelle casse delle società interessate prima della data di rinnovo delle convenzioni.
Bisognerà quindi attendere l'inizio di luglio per verificare se la scelta di offrire lo SPID a pagamento sarà confermata o meno e se altri provider sceglieranno di percorrere la stessa strada.
Come continuare a usare lo SPID gratis
Al momento hanno scelto di introdurre un canone annuo soltanto due dei provider autorizzati e, a meno di cambiamenti dell'ultimo minuto, tutte le altre società continueranno a fornire il servizio gratuitamente.
Chi ha attivato lo SPID con le società interessate dalla novità dovrà fornire il proprio consenso per procedere al rinnovo a pagamento. In caso di mancato consenso, l'identità digitale verrà cancellata. Chi non vuole pagare per il servizio ha essenzialmente tre possibilità:
- revocare lo SPID gestito attualmente da Aruba o InfoCert;
- fare una nuova registrazione usando un provider alternativo e gratuito;
- usare la carta di identità elettronica (CIE).
La CIE è già in possesso di oltre 42 milioni di italiani e permette l'accesso sicuro e gratuito ai siti della PA. Nonostante la sua diffusione sia ormai abbastanza capillare, questo strumento è ancora poco utilizzato per l'accesso ai servizi pubblici: mentre lo SPID lo scorso anno è stato usato in oltre 1,2 miliardi di accessi, la CIE è stata usata solo 52 milioni di volte.
In un contesto sempre più digitale, l’identità online è la chiave per accedere non solo ai servizi pubblici, ma anche a quelli finanziari. Oltre a permettere l'accesso ai servizi della PA, infatti, lo SPID viene usato anche per la verifica dell'identità al momento dell'apertura online dei conti correnti gratuiti e tradizionali o dei migliori conti deposito su internet. Mantenere il servizio accessibile, gratuito e sicuro è importante per incentivare la digitalizzazione del Paese e per assicurare pari opportunità ai cittadini.