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Carte di credito: utili, ma attenzione al prelievo

Pubblicato il 22/07/2015

Aggiornato il 04/09/2017

Carte di credito: utili, ma attenzione al prelievo

Cresce la propensione dei consumatori all'utilizzo della carta di credito, una buona notizia anche per lo Stato visto che le spese di gestione dei contanti ammontano a circa 8 miliardi di euro l'anno.

Diversi i vantaggi per i cittadini che ne dispongono: dalla comodità di avere a disposizione uno strumento che permette l’addebito posticipato delle spese, alla possibilità di pagare in qualsiasi paese grazie ai circuiti internazionali, evitando così i problemi di cambio valuta. Inoltre, quando si effettua un acquisto con carta di credito non si è soggetti ad alcuna commissione, a patto che la spesa avvenga in un Paese dell’area Euro.

È bene tuttavia conoscere alcune caratteristiche di questo strumento di pagamento per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. 

Un accorgimento è quello di evitare i prelievi di contante: i costi, se si utilizza la carta come bancomat, sono in media del 3,8%. L’analisi, effettuata dall’Università Bocconi fra 21 emittenti, evidenzia punte massime del 4%: questo significa che per ogni 100 euro prelevati ne vengono addebitati 4 in spese.

La carta più conveniente, sempre secondo l’indagine, sarebbe Cartanova di Findomestic, l’unica che non applica commissioni al prelievo. A seguire troviamo Visa Oro di Ing Direct, che applica una spesa fissa di 2 euro per ritirare qualsiasi ammontare.

Se il prelievo viene eseguito in uno stato fuori dalla zona Euro, ad esempio negli Usa, le commissioni aumentano notevolmente. Per un equivalente di 100 euro in dollari, la spesa media sarà di quasi il 5%, mentre per un controvalore di 200 euro si possono oltrepassare i 9 euro: in questo caso la card più cara è American Express, che addebita una commissione di 11,8 euro.

Discorso differente se si fanno acquisti all’estero. Nei paesi dove non c’è l’Euro si deve calcolare in media il 2,5-3% di spese sull’importo pagato: di questi, l’1,5-2% è richiesto dall’emittente mentre l’1% è applicato dai circuiti internazionali di pagamento.

Alcune carte di credito sono anche revolving, vale a dire permettono il rimborso a rate. Una rilevazione di Assofin-Crif-Prometeia ha mostrato che nei primi tre mesi di quest’anno le erogazioni con le carte rateali o con opzione sono aumentate del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2014. Un’attenzione particolare va ai costi delle revolving: se usate con troppa frequenza, implicano tassi sempre più alti.

Secondo i calcoli della Bocconi, il canone medio annuo delle carte di credito si attesta sui 29 euro: era di 33 euro nel luglio 2014 e 32 nello stesso mese del 2013, ma su un numero di emittenti minori, rispettivamente 18 e 17 anziché le attuali 21.

Il parere di Altroconsumo è di scegliere le card in base al tipo di circuito: meglio preferire Visa e Mastercard perché maggiormente diffuse e utilizzarle per effettuare acquisti nei negozi, dato che molti istituti rimborsano il canone annuo se si raggiunge un determinato ammontare.

La stessa Associazione mette a punto alcune idee da far valutare al Governo, al fine di spronare l’uso della moneta di plastica: la riduzione del 2% sull'Iva per chi le utilizza, ad esempio, ma anche gli sgravi fiscali anche ai clienti e non solo ai commercianti, due soluzioni già testate all'estero per ridurre l'evasione fiscale.

A cura di: Paola Campanelli

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