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Il punto sui conti correnti del secondo semestre

16/09/2015
Il punto sui conti correnti del secondo semestre

ConfrontaConti scatta una fotografia dei conti correnti italiani. La sua analisi si riferisce al periodo che va dal luglio del 2010 fino al mese di agosto di questo anno. L’Osservatorio offre un quadro puntuale delle evoluzioni dei conti correnti in termini di saldo medio, area geografica di provenienza, età dei titolari, canale di utilizzo, operatività e scoperto. Le rilevazioni vengono effettuate ogni mese, mentre i dati sono aggregati per semestre.

Una delle evidenze più importanti dell’analisi riguarda l’evoluzione dei canali utilizzati dagli italiani per operare sui loro conti correnti, con gli ultimi cinque anni che hanno registrato un forte cambiamento dei comportamenti di consumo. Chi fa operazioni solo online è infatti il 48,1% dei titolari: era solo il 28% nello stesso periodo del 2010 e il 35,3% nel 2013. Il 43,9% invece opera online ma non abbandona la filiale.

Si riduce molto la percentuale di coloro che compiono esclusivamente in banca le operazioni sui conti: era il 20% nel 2010 e si abbassa all’8,1% nel secondo semestre di questo anno. Il canale utilizzato per la gestione del conto è strettamente collegato all’età del titolare: solo il 38,2% degli utenti con un’età superiore ai 55 anni usa internet, comunque in leggero aumento rispetto al 37,6% rilevato nel primo semestre dell’anno, mentre il 51,8% ha un’età compresa tra i 26 e i 40 anni, percentuale più alta rispetto alla fascia dai 18 ai 25 anni, ferma al 46,9%.

Aumenta, anche se di poco, la percentuale dei correntisti che dispone di una somma compresa tra i 1000 e i 3000 euro: 18,5% rispetto al 17,7% dello scorso semestre. Le fasce 3.000-5.000 e 5.000-10.000 euro costituiscono il saldo attivo di una percentuale pari rispettivamente al 19,7 e 16,6% dei titolari di conti correnti. Il 17% possiede invece una somma tra i 5000 e i 10000 euro, mentre per una buona percentuale di italiani si registra un saldo attivo superiore ai 10.000 euro: il 28,2% dei correntisti, lievemente in perdita rispetto al 28,9% dello scorso semestre.

Ancora in leggero calo il saldo medio dei conti correnti italiani rispetto ai primi sei mesi dell’anno: 12.430 euro contro i 12.545 euro, tuttavia in evidente crescita rispetto ai 10.590 euro del secondo semestre del 2010 e soprattutto agli 8.988 euro del secondo semestre del 2012. Il dato è rilevante anche rispetto allo scorso anno, quando nel secondo semestre si era registrato un saldo medio di 10.783 euro.

Lo stesso saldo di conto è proporzionale all’età del titolare: è di 19.573 euro quello di coloro che hanno più di 55 anni, in aumento rispetto al valore rilevato lo scorso semestre di 18.881 euro; scende a 13.857 euro per la fascia di età compresa tra 41 e 55 anni, ancora in calo rispetto ai 13.755 dello scorso semestre e si attesta sui 10.456 euro per la fascia ricompresa tra i 26 e i 40 anni (leggermente giù rispetto allo scorso semestre, che aveva registrato un 10.524). Meno disponibilità invece sul conto dei giovani di età compresa tra i 18 e 25 anni, con 5.818 euro, ancora in riduzione rispetto ai 6.055 euro di giacenza media rilevati il primo semestre dell’anno.

L’area geografica di provenienza rileva numeri molto vicini a quelli dello scorso semestre, con il 67,8% dei conti nel nord Italia, il 13,7% al Centro, il 18,5% nel Sud e Isole. Percentuali rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi cinque anni, se si fa eccezione per il 2010, che nel secondo semestre dell’anno registrava il 63,3% di provenienza dal Nord, il 16,1% dal Centro Italia e il 20,6% dal Sud e Isole.

I titolari dei conti correnti hanno per il 43,7% tra i 26 e i 40 anni, per il 33,3% tra i 41 e i 55 anni e per il 14,2% più di 55 anni. Solo l’8,9% ha meno di 25 anni, comunque in aumento rispetto al 6,8% rilevato lo scorso semestre.

Se si guarda l’operatività del conto, la quantità e tipologia di operazioni effettuate, il 44,7% dei correntisti sceglie un’operatività media, con un totale di 60 operazioni l’anno tra versamenti di denaro, prelievi e pagamenti. Il 30% ha optato per un’operatività bassa, con un totale di 20 operazioni l’anno e il 22,6% per una formula con un totale di 150 operazioni l’anno.

Solo il 2,7% dei conti prevede la personalizzazione dei movimenti, con l’utente che stabilisce il numero e la tipologia di operazioni più consone al suo utilizzo. Le percentuali che si spartiscono il tipo di operatività per conto sono sostanzialmente invariate negli ultimi cinque anni, discostandosi da un semestre all’altro di pochi punti percentuali.

Se si effettua una macro della distribuzione geografica per operatività, risalta subito l’evidenza dei conti personalizzati nel sud Italia, scelti dal 3,4% dei correntisti, che recuperano importanti punti percentuali rispetto all’1,7% dello scorso semestre.

In ultima analisi, lo scoperto di conto. Lo richiede il 9% del totale dei correntisti, percentuale lievemente ridottasi rispetto al semestre scorso che aveva fatto registrare un 11,3%, ma cresciuta di 5 punti rispetto al secondo semestre del 2013, quando solo il 7,3% era ricorso a questo tipo di servizio.

A cura di: Paola Campanelli

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