Successione di un conto corrente: sapete cosa fare?

Non è sicuramente una delle tematiche più allegre da affrontare, ma la procedura legata alla successione di un conto corrente non è così nota.
Un po’ a causa del momento delicato, un po’ per via della burocrazia che spesso complica le cose, non sempre è chiaro cosa fare a seguito del decesso di un parente, in particolare quando si entra in possesso di un conto corrente come eredità.
Di seguito approfondiamo brevemente l’argomento, in modo tale da dare qualche linea guida, che potrà essere vista anche con il proprio istituto di credito di riferimento.
Dopo il decesso la banca congela momentaneamente il conto corrente del defunto, estinguendo i poteri di firma che aveva concesso a terzi quando era in vita.
Anche gli eredi legittimi non potranno toccare il conto fino alla conclusione di alcune formalità. Premettiamo che il denaro depositato sul conto passa agli eredi, così come gli eventuali debiti del defunto con la banca.
La successione avviene in due modi. La prima strada è la successione in automatico, quindi per quote agli eredi legittimi, secondo quanto stabilito dal Codice Civile. In alternativa, se il defunto ha espresso le proprie volontà tramite testamento, si dà priorità a quelle disposizioni, anche se sbilanciano le quote a favore di uno o dell’altro erede.
Se il conto è intestato soltanto al defunto, occorre che gli eredi comunichino immediatamente alla banca il decesso del parente tramite un certificato di morte. Dovranno poi provvedere alla restituzione di assegni non utilizzati, Bancomat, carte di credito e qualsiasi altro sistema di pagamento di proprietà della banca.
La banca illustrerà agli eredi se ci sono ulteriori somme su libretti di risparmio, depositi, titoli e quant’altro.
Se invece il conto corrente aveva un delegato alla firma, vengono bloccate le eventuali deleghe a terzi in modo tale che il denaro resti congelato.
E’ una manovra a scopo precauzionale, in modo tale che chi sottrae soldi, anche in modo involontario o senza cattive intenzioni tramite un banale prelievo, non commetta un reato.
Quanto il conto è cointestato, come spesso accade nel caso di due coniugi, rientra nell’eredità soltanto la percentuale del conto di proprietà del defunto.
Per esempio, se un conto è cointestato tra coniugi e ne viene a mancare uno, l’altra avrà diritto al 50% del conto più la parte destinata agli eredi legittimi. E’ anche possibile che le percentuali di cointestazione siano differenti, poniamo 60% e 40%.
In questo caso la spartizione avverrà sulla parte di proprietà del defunto, nella percentuale prestabilita.Anche se il conto è cointestato, le banche tendono a bloccare l’operatività del cointestatario.
Lo sblocco avviene quando vengono stabiliti con certezza gli eredi legittimi, esibendo una dichiarazione di successione. Dopo le opportune verifiche, la banca sbloccherà il conto e distribuirà le quote spettanti a ciascuno di essi. Se necessario, è possibile esibire un atto notorio che liberi la banca da ogni responsabilità nel caso, un domani, spuntasse qualche nuovo legittimo erede.
Il Fisco tassa la successione di un conto corrente in misura diversa a seconda del grado di parentela dell’erede, da un minimo del 4% fino ad un massimo del 6% circa di quanto depositato sul conto corrente, così come sui titoli, polizze, obbligazioni o altre forme di risparmio accumulate.
Se voleste approfondire le tematiche legate al funzionamento e alle operatività del conto corrente, nella sezione "Normative e Documenti sui conti del sito ConfrontaConti.it trovate tutti i documenti legati a questa materia, scaricabili in formato pdf.
Ricordiamo inoltre che è sempre possibile fare preventivi online attraverso l’apposito comparatore o consultare le migliori offerte pubblicate quotidianamente.