Conti correnti: i rincari arrivano anche online
Che il 2018 sarebbe stato l’anno dei rincari, ne avevamo notizia già da un po’ di tempo. Ma quello che fa specie è come un fenomeno che sembrava già aver manifestato i suoi effetti – gli aumenti dei conti correnti – fosse in realtà solo all’inizio del suo corso.
Arriva da L’Economia del Corriere della Sera l’indagine condotta su dieci principali istituti di credito del canale tradizionale e sulle prime otto banche online, che prende in considerazione l’Indicatore sintetico di costo annuo di conti con operatività media (228 operazioni l’anno).
Più cari tutti i conti correnti, a zero i rendimenti
I risultati della ricerca dicono che dalla fine di novembre del 2017 il costo dei conti tradizionali è aumentato dell’1,5% - da 132 a 134 euro – e quello dei conti online ha subito 3 euro di rincaro, da 11 a 14 euro e + 27% rispetto alla fine dello scorso anno. Aumentano anche i costi dei conti sui canali online delle banche tradizionali, da 102 a 106 euro, il 3,8% in più rispetto al novembre scorso. Ma non è tutto, perché agli aumenti è corrisposto anche un azzeramento dei rendimenti degli stessi conti, che nella maggioranza dei casi hanno costi che superano di gran lunga gli interessi ormai tendenti allo zero.
Meno rilevanti dunque i rincari dei conti gestiti in filiale, ma soltanto perché il processo di aumenti era già iniziato lo scorso anno, segnando a gennaio del 2017 +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il motivo degli aumenti: il parere delle Associazioni
Nella nostra news di febbraio "Conti correnti tra aumenti e rincari: il parere delle Associazioni dei consumatori" avevamo cercato di capire a chi fosse imputabile la colpa di questi consistenti aumenti e avevamo riportato le posizioni opposte dei rappresentanti degli attori di questo processo. Carlo Rienzi, presidente di Codacons, commenta che “le banche stanno scaricando i costi di crisi bancarie e salvataggi vari sui consumatori, aumentando in modo unilaterale le tariffe e introducendo balzelli con conseguenti aggravi di spesa per i clienti”. Per contro, il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, aveva risposto all’accusa delle Associazioni che “se luce e gas aumentano in automatico del 5% e le autostrade del 3% non ci si deve sorprendere se poi anche i costi bancari salgono”.
Il più conveniente e il più caro in classifica
Poste Italiane è l’istituto di credito con i costi di un conto corrente tradizionale più bassi: BancoPosta Più costa 85,15 euro se si utilizza il canale fisico e 75,15 euro se si sceglie quello online. A seguire, Monte dei Paschi di Siena con Conto Mio Plus è a 80,7 euro e 86,2 euro per i due utilizzi.
Il conto più caro risulta Xme di Intesa Sanpaolo, con 179 euro e 187,8 euro per i due canali, tradizionale e online. Penultimo in classifica il conto My Genius di Unicredit, con 88,7 euro e 178,87 euro sempre sui due canali, filiale e web.
Se passiamo alle banche online, la più economica è Ing Direct con Conto Arancio a costo zero, seguita da Webank del Gruppo Bpm sempre a costo zero. Chebanca! ha il conto online più caro, 48 euro per via anche del canone della carta di credito di 24 euro.
C’è da dire che negli ultimi tempi le banche hanno cercato di ricavare margini dalle commissioni (ad esempio sui prelievi o sui bonifici) o dalle carte di credito, il cui costo medio annuo è aumentato del 20% dall’anno scorso: 32,89 euro in media, che hanno inciso insieme agli altri aumenti sul costo all’utente finale del conto corrente.
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