Quanto costa agli italiani non avere una cultura finanziaria

Sempre più soldi sui nostri conti correnti, e sempre più conti deposito scelti come strumento di investimento per i risparmi delle famiglie. Lo abbiamo scritto recentemente nella nostra news "Conti deposito: un investimento per i risparmiatori" e ne parliamo ormai da almeno un anno, quando gli effetti della crisi hanno iniziato a diventare tangibili e la paura degli italiani di veder volatilizzare i risparmi di anni di sacrifici ha portato a scegliere strumenti più sicuri, al costo di non guadagnarci nulla e anzi sostenere un costo.
Ma quello stesso costo è il prezzo che paga non solo l’incertezza e la scarsa fiducia nel futuro da parte soprattutto delle famiglie, ma anche la mancanza nella maggior parte dei risparmiatori di una cultura finanziaria.
Le conseguenze della paura di investire
Accade così che l’insieme di cause viste sopra si traducano in una posizione sempre più distante da tutto ciò che comporta un rischio finanziario, atteggiamento che causa poi l’aumento delle giacenze nei depositi nelle banche. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, sarebbero ben 1.396 i miliardi di depositi e risparmio postale, di cui 960 detenuti dalle sole famiglie.
Quanto costa tenere i soldi sul conto corrente?
Stare senza pensieri, tuttavia, ha un costo. Perché le banche cavalcando l’urgenza di accumulare risparmi, riducono all’osso i rendimenti, mentre l’inflazione, con l’aumento dei prezzi al consumo, fa perdere valore al denaro e ne riduce il potere di acquisto.
Tenere un conto corrente per i risparmi ha dunque un costo, che si ridimensiona solo se si rimane su un conto online e si riesce a trovare il prodotto migliore su un comparatore come ConfrontaConti.it, che mettendo a confronto i costi di decine di conti correnti sul mercato, riesce a individuare quello più economico per ogni esigenza di spesa.
Per fare un esempio, se si dispone di un saldo di 10.000 euro e si sceglie il canale di utilizzo online, operatività media (150 operazioni l’anno) e accredito dello stipendio, la soluzione migliore è quella di Che Banca! con Conto Corrente Digital, zero interessi e un costo di 24 euro.
Se invece a giacere sul conto ci sono 20.000 euro, la banca con le condizioni migliori è Hello bank!, che ha rendimenti per 29,46 euro ma costi per 34,20 euro e un saldo negativo, pari a -4,74 euro.
In cambio, i soldi di un correntista sono garantiti fino a 100.000 euro dal Fondo interbancario dei depositi e sono sempre disponibili, per qualsiasi evenienza.
Quello che pagano caro gli italiani, in realtà, è la mancanza totale di una cultura finanziaria, la stessa che fa ritardare il diffondersi dei pagamenti digitali nel nostro Paese e che ci colloca agli ultimi posti in Europa per utilizzo dei sistemi di pagamento evoluti: secondo uno studio di The European House – Ambrosetti, solo il 14% delle operazioni avverrebbe senza contanti, con un aumento dei prelievi di contante da Atm dell’8,9% nel 2017 contro il +2,3% della Germania e il +2,5% della Francia. Peggio di noi in Europa fa solo la Grecia.
Cosa cambia con l’introduzione della PSD2?
Come scriviamo in "Pagamenti digitali, scatta la nuova normativa" è entrata in vigore nello scorso 13 gennaio la Payment Service Direttive 2 (o PSD2), il provvedimento recepito da una direttiva europea che introduce nuove regole per aumentare la trasparenza e la sicurezza dei pagamenti online. Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea responsabile per la stabilità finanziaria e i servizi finanziari, commenta così la notizia: “con l’entrata in vigore della PSD2, stiamo mettendo al bando il sovrapprezzo per pagamenti con carte di debito e di credito. Questo potrebbe portare un risparmio di oltre 550 milioni l’anno per i consumatori della Ue. I consumatori saranno inoltre più protetti quando effettueranno i pagamenti”.
Quali saranno le conseguenze della PSD2 sulle abitudini degli italiani?
La direttiva Ue ha come scopo principale creare un mercato unico dei servizi di pagamento, e inizialmente andrà ad impattare su chi già usa strumenti digitali. Gli istituti di credito stanno facendo uno sforzo incredibile nel mettersi in pari con la tecnologia e proporre soluzioni sempre più digitali e questo servirà a scardinare paure e resistenze da parte della popolazione italiana. Un ruolo fondamentale avranno le banche e come sapranno comunicare il nuovo corso digitale dell’offerta, oltre a quanta sicurezza saranno in grado di garantire ai clienti, perché la partita si giocherà molto su un fattore di fiducia nei confronti degli istituti di credito e della loro capacità di agire in maniera chiara e trasparente.