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Imposta di bollo: a quanto ammonta e quando va pagata

12/07/2018
Imposta di bollo: a quanto ammonta e quando va pagata

L’imposta di bollo su conto corrente è in vigore dal 2012. In quell’anno, il Decreto Salva Italia ha introdotto un’imposta annuale che, tuttavia, non si applica a tutti e ha importi diversi a seconda delle diverse tipologie di conto e delle giacenze.

Come spiegato nella nostra guida, l’imposta di bollo è un tributo dovuto dal cittadino allo Stato non connesso a una specifica prestazione dello Stato stesso. Trovate ulteriori informazioni nell’approfondimento "Imposta di bollo: quando viene addebitata". 

In sintesi, vi è da fare innanzitutto una distinzione tra tasse ed imposte: nel primo caso, lo Stato prevede delle entrate con riferimento ad una specifica prestazione dell’ente pubblico, come ad esempio ne caso delle tasse sui rifiuti, sulla casa, etc; nel caso delle imposte non c’è una relazione specifica con una particolare attività dell’ente pubblico, ma con le attività del contribuente (ad esempio i guadagni o, nel caso dell’imposta di bollo, la giacenza del conto corrente). 

Nell’ambito delle imposte, esiste un’ulteriore distinzione tra imposte dirette ed indirette. Le prime vanno ad incidere sulla capacità contributiva nella sua immediata manifestazione, come accade con l’Irpef. Le imposte indirette colpiscono invece la ricchezza indirettamente, come nel caso dell’imposta sulla compravendita di un bene, ad esempio l’Iva.

L’imposta di bollo e la trascrizione del negozio giuridico

L’imposta di bollo, nello specifico, ha come oggetto la trascrizione del negozio giuridico su atti, documenti e registri. Per questo motivo qualsiasi atto “avente contenuto capace di produrre effetti giuridici, potrà produrli solo ove per esso sia assolta l’imposta di bollo”.  

Riassumendo, l’imposta di bollo è una imposta indiretta cartolare, proprio perché fa riferimento all’atto scritto sulla carta. Per gli approfondimenti sui principali riferimenti normativi, vi invitiamo a consultare la nostra guida dedicata. Di seguito invece andiamo ad esaminare quando viene richiesto il pagamento dell’imposta di bollo.

Quando e come si applica l’imposta di bollo su conti correnti 

L’imposta di bollo sul conto corrente ammonta a 34,2 o 100 euro l’anno, a seconda che si applichi a correntisti persone fisiche o a persone giuridiche. Nel primo caso l’imposta viene applicata a giacenze medie superiori a 5.000 euro, nel secondo a qualsiasi conto, indipendentemente dalla giacenza media. 

Quando una persona dispone di più conti correnti presso la stessa banca, per calcolare l’imposta di bollo si sommano tutte le giacenze, nei limiti sopra riportati. Se i conti sono su diversi istituti di credito, non vengono invece sommate le giacenze.

Per calcolare l’imposta di bollo, si fa riferimento alla rendicontazione della banca, che di solito viene effettuata il 31 dicembre. Solitamente, l’istituto di credito addebita l’imposta di bollo, dove previsto, nell’ultimo estratto conto. Quando il conto corrente viene aperto o chiuso durante l’anno, l’importo dell’imposta è calcolato solo sulla base dei mesi di apertura del conto.

Quando l’imposta di bollo non è dovuta

Come accennato in precedenza, l’imposta di bollo non viene applicata su giacenze inferiori a 5.000 euro, se il titolare del conto corrente è una persona fisica. Ricordiamo che la giacenza media si calcola dividendo il saldo giornaliero per il numero di giorni di apertura del conto. Su questo tema abbiamo scritto un approfondimento dedicato, intitolato "Giacenza media: a cosa serve e come calcolarla".

Sono esenti dall’imposta i conti corrente “di base”, cioè i conti gratuiti, introdotti dal governo Monti per ridurre l’uso del contante e riservati alle persone fisiche con un Isee inferiore a 7.500 euro. Per saperne di più sui conti correnti di base e sul loro funzionamento, vi invitiamo a leggere la news "Conto corrente di base: come funziona".

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A cura di: Alessia De Falco

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