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Banche centrali: valute digitali per l’helicopter money?

Le valute digitali potrebbero essere il modo per fare arrivare direttamente ai cittadini gli stimoli che le Banche centrali mettono solitamente in campo in periodi di crisi. Lo stimano gli esperti di T. Rowe Price, secondo cui è un modo per bypassare la necessità di stampare nuova moneta.

07/09/2021
immagini con lucchetti digitali chiusi e aperti
Le Banche centrali guardano con sempre maggiore attenzione alle valute digitali

L’attenzione delle Banche centrali per le cripto-valute, così come la loro preoccupazione per un mercato (perché non regolamentato) che rappresenta un forte rischio per i risparmiatori, è sempre più forte. Ma il loro interesse è anche dettato dal fatto che le valute digitali potrebbero essere anche la prossima grande evoluzione del sistema dei pagamenti. Lo sostengono Tomasz Wieladek e Aadish Kumar, international economist di T. Rowe Price, secondo i quali le CBDC (Central Bank Digital Currencies) potranno aiutare il loro quadro degli strumenti delle politiche monetarie: grazie a loro, infatti, potrebbe aumentare l’efficacia di misure come il QE (quantitative easing) o quelle legate alla gestione della liquidità, tutte mirate a stimolare i prestiti bancari.

Vero trasferimento diretto di moneta ai cittadini

Forse i tempi della loro adozione non sono affatto vicini ma, se arriveranno, secondo i due esperti, le valute digitali delle Banche centrali rappresenteranno un vero e proprio trasferimento di moneta diretto ai cittadini. In pratica, in tempo di crisi, lo stimolo all’attività economica da parte delle Banche centrali sarà più rapido perché i fondi saranno a disposizione dei consumatori direttamente nei loro conti correnti: in modo simile, sostengono gli economisti, all’helicopter money (immagine che, in inglese, richiama un elicottero che distribuisce soldi a pioggia sulle persone). In questo modo, sostengono Wieladek e Kumar, gli Istituti potrebbero effettuare trasferimenti mirati finalizzati ad aiutare specifici settori dell’economia colpiti da una crisi.

Si parla quindi di un servizio diretto offerto ai cittadini dalle Banche centrali che, per motivi politici, hanno difficoltà nello stampare e distribuire denaro dal bilancio. Gli esperti indicano comunque almeno tre modi con cui una Banca centrale possa traferire fondi ai correntisti senza stampare moneta: 1) accreditare il signoraggio (il profitto ottenuto dal Governo dall’emissione di moneta) direttamente in conti bancari detenuti presso l’Istituto 2) usare la valuta digitale depositata per acquistare bond con rendimento positivo e trasferire parte del tasso di interesse ai titolari dei depositi 3) in periodi in cui i tassi di interesse sono negativi, la Banca potrebbe redistribuire le commissioni applicate sui depositi dalle banche commerciali ai correntisti.

Le contromosse per stimolare domanda e investimenti

Lo stimolo macroeconomico derivante da tali misure è stimato tra lo 0,5% e l’1,5% del PIL, sufficiente per contrastare recessioni di piccole e medie dimensioni. Tuttavia, secondo Wieladek e Kumar, questi trasferimenti rischiano di non avere effetto sulla domanda se le famiglie e le imprese – in tempo di crisi – dovessero scegliere di risparmiare invece di spendere. Ma, secondo i due esperti, c’è una ‘contromossa’ da non sottovalutare. Le caratteristiche programmabili proprie delle valute digitali potrebbero permettere alla Banca centrale di fissare infatti condizioni sulle CBDC come, per esempio, un tasso di interesse negativo o una data di scadenza sui fondi trasferiti, per incentivare gli individui ad anticipare consumi e investimenti.

A cura di: Fernando Mancini

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