Lettere del Fisco e conti sotto controllo: cosa sapere
Gli adempimenti volontari da parte dei contribuenti prendono sempre più piede in Italia. Nel corso del 2024, quasi 2,3 miliardi di euro sono arrivati proprio grazie alle cosiddette lettere di conformità. Queste rappresentano oltre la metà dei 4,5 miliardi incassati tramite ravvedimento.

Le comunicazioni inviate dall'Agenzia delle Entrate per spingere i contribuenti verso la regolarizzazione stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale. Nel corso del 2024, quasi 2,3 miliardi di euro sono arrivati proprio grazie alle cosiddette lettere di conformità.
Queste rappresentano oltre la metà dei 4,5 miliardi incassati tramite ravvedimento, lasciando le correzioni spontanee a 604 milioni e i controlli sostanziali (accessi, ispezioni e così via) poco sotto 1,2 miliardi. A questo si aggiungono 450 milioni di euro derivanti soltanto da sanzioni e interessi.
Lo sguardo della Corte dei conti
La relazione della Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato sottolinea il crescente peso degli incassi da ravvedimento, passati dai 2,1 miliardi del 2019 agli attuali 4,5 miliardi. Un incremento che evidenzia l'efficacia delle azioni preventive e post-adempimento promosse dall'Agenzia delle Entrate: le lettere di conformità, con le quali si segnalano irregolarità offrendo di sanarle mediante sanzioni molto ridotte rispetto a quelle ordinarie.
Il meccanismo, in evoluzione soprattutto dal 2015, consente sia il ravvedimento “spontaneo lungo” adottato autonomamente dal contribuente, sia quello “indotto” dalle comunicazioni dell'amministrazione finanziaria. Tuttavia, la Corte dei conti segnala che la possibilità di correggere le dichiarazioni anche dopo l'avvio dei controlli indebolisce la necessità di precisione nella prima fase e riduce l'efficacia deterrente delle sanzioni. Da qui l'invito a una revisione normativa delle regole sul ravvedimento.
Controlli su famigliari, soci e conviventi
Una forma di collaborazione che si aggiunge ai crescenti controlli del Fisco sui conti correnti. Alla luce di una recente ordinanza della Corte di Cassazione, ora anche quelli di familiari, conviventi o soci possono finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. La Corte, pur confermando i limiti all’azione dell’amministrazione finanziaria, ha anche riconosciuto la possibilità di allargare il perimetro dell’accertamento quando emergono indizi concreti di intestazioni fittizie o utilizzi anomali di conti bancari.
Numeri in aumento per le lettere di conformità
Dal 2017 al 2023 sono stati inviati quasi 5,9 milioni di comunicazioni ai contribuenti, con un aumento significativo negli anni più recenti: 547 mila nel 2017, 767 mila nel 2023. Queste cifre sono destinate a salire, visto che possono essere recapitate anche a distanza di anni rispetto al periodo fiscale di riferimento. Per il 2022 le lettere sono state un milione, per il 2020 quasi 1,6 milioni.
Recentemente l'Agenzia ha annunciato campagne mirate su specifiche violazioni, dagli aiuti di Stato ai bonus edilizi, prevedendo almeno altri 50 mila invii entro la fine dell'anno.
Il processo di compliance non si limita alle lettere: coinvolge anche strumenti introdotti dalla riforma fiscale, come gli accordi preventivi sul pagamento delle imposte. In quest'ambito, la cooperative compliance, attiva dall'alto per le grandi imprese, e il concordato preventivo biennale, riservato agli operatori Isa, rappresentano nuove modalità di collaborazione tra contribuente e Fisco.
Cooperative compliance e concordato biennale
Il rafforzamento del regime collaborativo conta oggi sull'adesione di 143 imprese, con altre 83 che hanno già fatto richiesta. La soglia d’ingresso — ora fissata a 750 milioni di euro — diminuirà progressivamente per coinvolgere più aziende.
Le partite IVA coinvolte
Nel concordato preventivo biennale sono state 584 mila le partite IVA coinvolte nel 2024-2025, con un incremento medio dei redditi dichiarati di circa 16.700 euro. L’obiettivo per il biennio successivo è estendere la platea a 2,3 milioni di contribuenti, offrendo una sanatoria sul passato: uno dei motivi che ha spinto il 40% degli aderenti ad accettare.
Un modello in evoluzione
Lo Stato spinge verso una fiscalità più collaborativa, in grado di premiare chi si mette in regola con strumenti progressivi e basati sul dialogo. Resta viva la sfida di conciliare trasparenza, efficacia dei controlli e incentivo all’emersione spontanea delle basi imponibili.
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