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Concordato preventivo: come capire se è conveniente aderirvi

L’obiettivo principale è promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali, riducendo il contenzioso e garantendo maggiore certezza e stabilità fiscale ai contribuenti. Il concordato fiscale consente ai titolari di partita Iva di concordare a priori le imposte da corrispondere al Fisco.

22/07/2025
scritta tax in inglese
Arriva il concordato preventivo per le partita IVA

Favorire un rapporto collaborativo tra contribuenti e Fisco. È questo l’obiettivo del concordato preventivo biennale, strumento fiscale introdotto nel nostro ordinamento nel 2024, che consente a imprenditori, liberi professionisti e artigiani che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa) di concordare in anticipo con l’Agenzia delle Entrate l’ammontare del reddito imponibile e delle imposte dovute per un periodo di due anni. Con vantaggi – tra le altre cose – anche nella gestione dei conti dedicati ai titolari di partite Iva

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Promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali

L’obiettivo principale dello strumento è promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali, riducendo il contenzioso e garantendo maggiore certezza e stabilità fiscale ai contribuenti. Introdotto per supportare le partite Iva e le piccole imprese in un contesto economico complesso, il concordato rappresenta un equilibrio tra la necessità dello Stato di assicurare entrate fiscali e la volontà di offrire strumenti di semplificazione e tutela per chi svolge attività economiche. Grazie a questo meccanismo, il contribuente può “congelare” le tasse per due anni, evitando sorprese da accertamenti e pianificando con maggiore sicurezza la propria gestione finanziaria.

Come funziona il concordato preventivo biennale

Dopo una prima fase di rodaggio, sono stati previsti alcuni correttivi per il biennio 2025-2026, che riguardano tutte le categorie già indicate, esclusi i forfettari (per i quali è previsto un patto annuale sperimentale). Categorie per le quali viene concesso di concordare preventivamente con l’Agenzia delle Entrate l’ammontare del reddito imponibile e delle imposte dovute per i due anni successivi, stabilendo così in anticipo la base imponibile per Irpef/Ires e Irap.

Quanto alla procedura, l’Agenzia delle Entrate, incrociando i dati a propria disposizione (dichiarazioni, dati di mercato e così via), formula una proposta di reddito concordato per il biennio 2025-2026. Il contribuente può aderire accettando questa proposta entro il 30 settembre 2025, trasmettendo il modello Cpb online, anche autonomamente o insieme alla dichiarazione dei redditi 2025.

Cosa succede una volta accettato il concordato

Accettando il concordato, il contribuente si impegna a dichiarare il reddito concordato, indipendentemente dai redditi effettivamente conseguiti. Le imposte relative a quel reddito sono bloccate per il biennio: eventuali maggiori o minori redditi rispetto a quelli concordati non incidono sulle imposte dovute.

Restano comunque obbligatori gli adempimenti contabili e dichiarativi ordinari. L’Iva si applica secondo le regole ordinarie, inclusa la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi. Per il periodo concordato, sono sospese le attività ordinarie di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il reddito effettivo, non quello concordato, sarà considerato ai fini di agevolazioni, bonus fiscali e Isee.

I benefici del concordato preventivo

Il primo vantaggio di scegliere questa strada è la certezza fiscale: il contribuente conosce in anticipo le imposte dovute per due anni, evitando sorprese da accertamenti o contenziosi.

Da considerare, poi, la flat tax sui maggiori redditi concordati: per incrementi fino a 85 mila euro rispetto al reddito 2024, si applica un’imposta sostitutiva agevolata; oltre questa soglia, si applicano le aliquote ordinarie (43% Irpef per le persone fisiche, 24% di Ires per le società). E poi non va dimenticato il vantaggio della semplificazione: il patto favorisce l’adempimento spontaneo, riducendo il rischio di contenziosi e sanzioni.

Possono aderire i contribuenti con partita Iva che nel 2024 hanno esercitato attività economiche per le quali sono stati approvati gli Isa, escludendo i forfettari per i quali è previsto un regime sperimentale annuale.

Come gestire i conti correnti per partite Iva

Il concordato preventivo biennale ha implicazioni indirette anche per la gestione dei conti correnti dedicati alle partite Iva. Sapere in anticipo l’ammontare delle imposte dovute consente una migliore pianificazione finanziaria e di liquidità, facilitando la gestione dei flussi di cassa sul conto corrente dedicato all’attività professionale o d’impresa. La certezza fiscale riduce la necessità di accantonamenti imprevisti sul conto corrente per eventuali imposte aggiuntive o sanzioni. Inoltre, l’obbligo di rispettare gli adempimenti contabili e la fatturazione elettronica, collegata alla trasmissione telematica dei corrispettivi, implica una maggiore tracciabilità dei movimenti bancari, spesso monitorati tramite il conto corrente dedicato.

Per i contribuenti che utilizzano conti correnti specifici per la partita Iva, il concordato può facilitare la riconciliazione tra entrate, uscite e imposte, migliorando la trasparenza e la gestione amministrativa.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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